In occasione della settimana di apertura delle principali fiere d’arte torinesi – Artissima, Flashback, The Others – in concomitanza con l’uscita di un leaflet rinnovato di Torino Art to Date, Untitled Association è lieta di lanciare un’edizione speciale di Torino Art to Date che fornisca a professionisti del settore, appassionati d’arte o semplici curiosi qualche spunto per un itinerario con le iniziative da non perdere, tra mostre nei circuiti istituzionali e off, eventi collaterali, spazi indipendenti, gallerie private (per gli altri itinerari, potete cliccare qui).
Iniziate il vostro giro per la città da Flashback Habitat, il nuovo grande hub culturale di Torino, con all’interno diversi progetti, tra cui il consueto appuntamento con Flashback Art Fair. Il titolo di questa X edizione è he.art, parola nata da una “contrazione” tra heart/cuore e art(e).
Tre mostre, oltre alla fiera. La prima, “Opera viva Barriera di Milano, il Manifesto”, progetto ideato da Alessandro Bulgini, che raccoglie le immagini di sette artisti islandesi selezionati dal curatore Jón Gnarr. Gli artisti sono Hugleikur Dagsson, Snorri Asdmusson, Hrafnhildur Arnardóttir, Libia Castro & Olafur Olafsson, Elsa Yeoman, Frosti e Jon Gnarr e, in qualità di ospite speciale, Alessandro Bulgini.
La seconda, “Cuba introspettiva”, è un progetto espositivo ideato e curato da Giacomo Zaza con 20 artisti contemporanei, attivi dalla metà degli anni Settanta all’ultimo ventennio. Il progetto propone una esplorazione delle pratiche intermediali da Cuba, aprendo un approfondimento sulla videoarte monocanale, con esperienze protagoniste della ricerca artistica dentro e fuori dell’isola.
La terza, “La Natura e la sua gemella”, con la curatela di Michela Casavola, vede il coinvolgimento di WeWorld, ONG indipendente, impegnata a garantire i diritti di donne e bambini in 27 Paesi del mondo, e mostra, in un percorso immersivo, le fotografie di Davide Bertuccio e Camilla Milani realizzate in Benin e Mozambico.
Dirigendovi verso il fiume e oltrepassandolo, potrete visitare due mostre presso A Pick Gallery, che aprono proprio oggi al pubblico. Si tratta di “Lanscapes of Hidden Word” una mostra realizzata da tre artiste africane: Karla Nixon dal Sudafrica, Legakwana Leo Makgekgenene dal Botswana, e Renée Akitelek Mboya dal Kenya. Alla base della produzione dei loro lavori troviamo memorie personali e immagini legate a spazi e luoghi in cui momenti e ricordi si intrecciano. La mostra riunisce una ricchezza di mezzi e materiali, dal video alla fotografia e fotomontaggio, sino a installazioni pittoriche attraverso le quali le artiste interrogano la definizione di un territorio di appartenenza, per la costruzione di un’identità sia unica che collettiva.
“The Factory”, presentata in collaborazione con Shazar Galery di Napoli, presenta un progetto installativo di Lello Lopez che pone l’attenzione sulla difficoltà che attraversa oggi il mondo del lavoro. Si tratta di una videoinstallazione composta da opere su carte cianografiche di progetti tecnici trovati in uffici abbandonati, e dal video The Factory, accompagnato da Epitaffio N.1 di Luigi Nono e dalla voce narrante della poesia di Garcia Lorca La Casida De La Rosa.
Appena poco fuori dalla galleria, quasi di fronte, sulla parete, in via Berthollet, vi troverete davanti al GOOD HEALTH di Gomez, murale che esprime il diritto a una vita sana, promuovendo il benessere per tutti, a tutte le età. Si tratta di uno dei 17 goal di TOward2030. What are you doing?, il progetto di divulgazione e promozione dei Suistanable Development Goals delle Nazioni Unite attraverso l’arte urbana promosso da Lavazza nella città di Torino.
Quasi accanto, in via Goito, potrete visitare Riccardo Costantini Gallery, che ospita al la personale di Simone Stuto, “Les différences entre les choses”. Si tratta di una serie di opere pittoriche che prendono ispirazione anche dalla tradizione iconografica. Il risultato spinge l’osservatore a viaggiare tra lo spazio saturo di figure irreali, accentuate da un forte dinamismo compositivo. Pittura e colore divengono elementi dominanti e l’approccio prospettico si allontana dall’impostazione accademica ma devia per un prodotto artistico sempre più vicino alla pittura internazionale contemporanea.
Continuando a camminare verso Via Po e, quindi, verso il centro città, arriverete da Dr Fake Cabinet. Qui troverete “Interno 11”, la mostra personale di Tarin, artista che fa confluire nelle sue foto, piccole polaroid preziose, quasi incastonate nello spazio espositivo, uno sguardo sincero.
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