Jasleen Kaur ha vinto il Turner Prize 2024, uno dei premi d’arte contemporanea più prestigiosi al mondo, per il suo lavoro che intreccia storie personali e collettive, temi politici e riflessioni spirituali, focalizzandosi in particolare sui grandi argomenti della diaspora e dell’identità interculturale, nello specifico asiatica e scozzese. La cerimonia di premiazione si è svolta alla Tate Britain di Londra.
Nata a Glasgow nel 1986, cresciuta nella comunità Sikh di Pollokshields, Kaur attualmente vive e lavora a Londra e durante la premiazione ha indossato una bandiera palestinese. Durante il suo discorso ha chiesto un cessato il fuoco in Medio Oriente e anche un disinvestimento della Tate da organizzazioni che, secondo quanto dichiarato dall’artista, hanno legami con il governo israeliano. Prima dell’evento, decine di dimostranti pro-Palestina si erano radunati all’esterno del museo londinese, intonando cori e sventolando striscioni.
«Mi sono chiesta perché gli artisti siano tenuti a sognare la liberazione negli spazi espositivi ma quando quel sogno significa vita, veniamo richiusi», ha detto. «Voglio che la separazione tra l’espressione della politica nelle sedi dell’arte e la pratica della politica nella vita scompaia. Voglio che l’istituzione capisca: se ci volete dentro, dovete ascoltarci fuori. Cessate il fuoco ora, embargo sulle armi ora, liberate la Palestina», ha continuato Kaur, ringraziando il suo team, i suoi collaboratori e «Gli artisti, i poeti, i genitori, gli studenti che mostrano il lento e meticoloso lavoro di organizzazione e costruzione del mondo, le persone che orientano la propria vita verso la libertà e che sostengono la vita, non la morte».
A 38 anni, Kaur era l’artista più giovane nella rosa dei finalisti di quest’anno ed è stata nominata per la sua mostra al Tramway di Glasgow, intitolata Alter Altar e scandita da una serie di sculture e installazioni sonore. Tra gli oggetti esposti c’era anche una Ford Escort rossa ricoperta da un enorme centrino, un omaggio alla prima auto del padre e agli indiani che emigrarono in Gran Bretagna e lavorarono nelle fabbriche tessili.
Alex Farquharson, direttore della Tate Britain e presidente della giuria, ha elogiato la capacità di Kaur di «Creare ambienti sorprendenti e incantati partendo dagli oggetti più prosaici», affermando che il suo lavoro «Apre nuovi modi di pensare all’identità britannica attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea».
Il premio Turner, considerato uno dei riconoscimenti più prestigiosi nel mondo dell’arte, viene conferito a un artista nato o attivo in Gran Bretagna, per una mostra eccellente o una presentazione delle sue opere tenutasi nel corso dell’anno precedente. La rosa dei finalisti di quest’anno rifletteva la crescente rappresentanza di artisti BAME (Black, Asian and minority ethnic) nelle mostre di musei e gallerie. Gli altri candidati selezionati erano Claudette Johnson, 65 anni, una delle ultime artiste emerse nel Black Art Movement degli anni ’80, Pio Abad, 41 anni, artista filippino residente a Londra, e Delaine Le Bas, 59 anni, artista di origine rom. I finalisti riceveranno 10mila sterline ciascuno, mentre Jasleen Kaur, come vincitrice del Turner Prize 2024, riceverà 25mila sterline.
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