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Tutte le “non figurazioni” della pittura del secolo scorso
Arte contemporanea
Pam Evelyn, Gunther Forg, Giorgio Griffa, Mike Henderson, Spencer Lewis, Betty Parsons, Tariku Shiferaw, Lily Stockman, Xiyao Wang, Austin Weiner espongono per la prima volta insieme a casa Corbellini-Wasserman a Milano (fino al 29 luglio) e a Parigi nella galleria MASSIMODECARLO Pièce Unique (fino al 30 luglio), una serie di opere che aprono a riflessioni sulle ambiguità, ambivalenze ed estensioni dell’arte astratta.
“What you See Is What You Get”, è il titolo del terzo capitolo delle mostre investigative intorno ai linguaggi dell’arte proposte dalla galleria. Questa collettiva accomuna artisti nati dal 1900 al 1996, dimostrano le evoluzioni segniche, materiali, gestuali e cromatiche e l’autonomia dell’astrattismo, volto da una parte ad astrarci dalla realtà, dall’altra ad aprirci ad altre dimensioni, campiture, slittamenti a-formali originali, che liberano la pittura da definizioni di genere.
Gli artisti in mostra meglio dire “non figurativi”, ognuno a suo modo, dimostrano che non c’è nulla di più concreto di un dipinto e rivelano complessità sorprendenti in cui il colore traccia mondi sottesi.
Attirano lo sguardo le opere in mostra di Spencer Lewis (Hartford, 1979) capaci di condurci oltre la bidimensionalità della tela, dentro in composizioni viscerali e rigorose insieme, in cui ogni pennellata, come una nota musicale sembra inserirsi in un ideale spartito da “ascoltare” con gli occhi. Non passano inosservate le opere di Betty Parsons (New York, 1900-1982), artista, gallerista e collezionista d’arte statunitense, tra le promotrici dell’Espressionismo Astratto, combinazioni geometriche, tutt’altro che rigide dai colori vivaci.
La più giovane del gruppo degli astrattisti sui generis è la londinese Pam Evelyn (Guilford, 1996) con opere dipinte su lino che incorporano in vibranti pennellate evocazioni figurative e paesaggistiche. Giorgio Griffa (Torino, 1936), è l’unico artista italiano in mostra, tra i primi esponenti dell’arte povera che dal 1968 ha sviluppato un proprio linguaggio, quando comincia a dipingere su tela grezza su pavimento ed espone le opere senza cornice, dall’alfabeto visivo composto da segni pittorici ripetitivi. Tariku Shiferaw (Abbis Abeba, 1983), artista di origine etiope che vive a New York, esplora potenziali segnici complessi, da non sottovalutare che indagando significati culturali legati alla diaspora nera in rigide composizione astratte –geometriche. Le sue opere prendono i titoli delle canzoni Hip-Hop, R&B, Jazz, Blues e Reagge, riferite alle esperienze dei loro compositori e alle lotte dei loro autori.
Lily Stockman (Providence, Rhode Island, 1982) vive e lavora tra Los Angeles e la Yucca Valley in California, si distingue per una spiccata componente naturalistica dalle forme biomorfiche di impatto decorativo, ammiccante ma non fazioso. Xiyao Wang (Chongqing, 1992) vive e lavora a Berlino, le sue opere non passano inosservate per cifra cromatica, volume e un personale astrattismo lirico che trasuda poesia.
In questa comitiva non poteva mancare Gunter Forg (Fussen 1952 -Friburgo 2013), noto per dipinti grigi o “Gitter”, monocromi che rispecchiano le sue ossessioni e indagini intorno a elementi materiali, spaziali e concettuali anche nelle opere più mature dalle composizioni multiformi. Austyn Weiner (Miami, 1989), vive e lavora a Los Angeles, propone dalle piccole opere su carta alle tele di grandi dimensioni, in cui tutto è movimento, dualità ordine e disordine, e le forze che agiscono sulla mente si fanno segno pittorico performante. Mike Henderson (Marchall, 1944), artista, regista e musicista afroamericano conosciuto a livello internazionale per dipinti astratti e fortemente gestuali in cui istinto, improvvisazione e astrazione sono convergenti . Cosa c’è di nuovo in questa singolare collettiva? La volontà di attraversamenti, di infrangere pregiudizi intorno a schemi figurativi, formali o geometrici dell’astrazione sempre imprevedibile, in cui si evince l’urgenza espressiva di ogni singolo artista di andare oltre modelli programmatici preesistenti all’insegna di una pittura dalla morfologia differenziata affascinante per vitalistica originalità.