Questo avrei saputo farlo anche io, anche senza sapere di averlo fatto. Per esempio, tagliare una tela, salire su un piedistallo oppure saltare nel vuoto (però non dal terzo piano, meglio un fotomontaggio). Ma attaccare una fetta di cetriolino sul soffitto mica è semplice. Soprattutto se il soffitto è quello bianchissimo di una galleria d’arte, spazio nel quale le regole del mondo “normale” non dovrebbero esistere, anzi esistono ma tutte insieme: vale tudo, vale tutto, e se i colpi sono proibiti tanto meglio. E così, i visitatori della Michael Lett Gallery, Auckland, Nuova Zelanda, alzando gli occhi al cielo vedranno proprio una fetta di cetriolino, opera di Matthew Griffin in esposizione nella collettiva “Hosting Fine Arts, Sydney”. Pickle, per l’appunto, è l’opera che sfida le leggi della gravità e ci osserva e ci giudica severamente dall’alto dei suoi metri e del suo prezzo. 6.200 dollari, non male.
Nato nel 1976, a Bendigo, Victoria, Matthew Griffin attualmente vive e lavora a Sydney e in Australia – e poco oltre, almeno per il momento – è conosciuto per le sue opere sovraccariche di ironia, tra sculture, fotografie, video e installazioni, un po’ ready-made un po’ fai-da-te. Politica e società sono i suoi bersagli ma il target prediletto è il mondo dell’arte contemporanea, del quale Griffin critica le ipocrisie e le presunzioni. Il suo account Instagram, @contemporaryary, pubblica e cancella continuamente post, i cui contenuti sono spesso frammenti di video e di immagini ritrovate sulle più disparate fonti online. Tra gli altri lavori recenti, una serie di mash-up, tra cui uno del suo volto con quello dell’attore Russel Crowe, e un altro della testa e del busto di Donald Trump con le mani di un musicista che suona Smells Like Teen Spirit dei Nirvana su una batteria in miniatura in equilibrio su un water. Insomma, la strada verso il cetriolino era già segnata.
Pickle sta infatti facendo il giro del mondo, ne ha scritto anche il Guardian, non proprio come la banana Comedian di Maurizio Cattelan, che sicuramente è stata di ispirazione, insieme alle varie altre opere che, nella storia dell’arte contemporanea, hanno coinvolto frutta, verdura e ortaggi deperibili. Opere peraltro quasi sempre indovinatissime, evidentemente c’è qualcosa di profondo e di sfuggente nei fiori, nelle lattughe e nelle banane, che d’altra parte sono tutti soggetti molto rappresentati, dai mosaici delle domus dell’antica Roma alle nature morte del ‘600.
In questo caso, non c’è artificio: il sottaceto, che proviene da un panino del McDonald’s, è attaccato al soffitto in virtù della sua salsa. Per rendere chiaro il concetto, è indispensabile fare riferimento alla didascalia dell’opera, che riportiamo per intero per dovere di cronaca: Matthew Griffin, Pickle, 2022. Regular Bun: Wheat Flour (Enzymes), Water, Sugar, Canola Oil, Wheat Gluten, Glaze, Iodised Salt, Yeast, Improver (Wheat Flour, Malted Wheat Flour, Antioxidant (300), Enzymes (Contain Wheat)), Emulsifiers (472e, 471), Preservative (262). Beef Patty: Beef. Cheese: Milk, Salt, Starter Cultures, Enzyme (Rennet – Calves &/or Vegetarian), Water, Milk Solids, Non Fat Milk Solids, Emulsifiers (331, 332), Cheese Flavour, Salt, Acidity Regulators (260, 330), Emulsifier (322 – Soy), Colours (160a). Ketchup: Water, Tomato Paste, High Fructose Corn Syrup, Corn Syrup, Distilled Vinegar, Salt, Natural Flavour (Soybean Oil). Pickles: Gherkins, Water, Acidity Regulator,(260), Salt, Flavour, Firming Agent (509), Preservative (211). Onion: Water, Dehydrated White Onions. Mustard: Water, Distilled Vinegar, Mustard Seed, Salt, Colour (100), Paprika, Natural Flavouring. Beef Patty Seasoning: Salt, Pepper and Sunflower Oil.
Una lunga lista di ingredienti del vostro hamburger ma attenzione, «Per quanto assomigli a un sottaceto attaccato al soffitto, c’è qualcosa nell’incontro tra il sottaceto e il soffitto, come una scultura o un gesto scultoreo», ha spiegato Ryan Moore, direttore di Fine Arts Sydney, galleria invitata dalla Michael Lett Gallery a esporre nei suoi spazi. In mostra, anche le opere di Juliette Blightman, una pianta in vaso con un suono riprodotto da un piccolo altoparlante, di Prudence Flint, un disegno a matita su carta di una donna seduta che mangia una banana, e di Yona Lee, una scultura composta da una struttura tubolare di acciaio inossidabile saldata a parete, con lampadina e paralume.
«I temi della mostra che mettono in relazione le opere selezionate includono la transitorietà, la distanza e il tempo», si legge nel comunicato stampa che accompagna l’esposizione ed effettivamente la caducità dell’esperienza umana è proprio la prima cosa che viene in mente vedendo il cetriolino sul soffitto. Il fortunato acquirente dell’opera di Griffin non riceverà proprio quel sottaceto ma le istruzioni dettagliate su come ricreare Pickle a casa propria o in qualche altro luogo, magari proprio un McDonald’s. In effetti, il passaggio al fast food è parte fondamentale dell’opera: ai 6.200 vanno infatti aggiunti almeno altri 5 dollari circa, il prezzo necessario per acquistare un cheesburger.
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