Un laboratorio plurale: il nuovo Museo Spazio Pubblico apre a Bologna

di - 13 Maggio 2021

Venerdì, 14 maggio, alle ore 17, inaugura a Bologna, in via Curiel 13/D, Museo Spazio Pubblico, un luogo di cultura a carattere transdisciplinare, intergenerazionale e plurale. Da un’idea di Luisa Bravo, studiosa, imprenditrice sociale e attivista, Museo Spazio Pubblico è un progetto di City Space Architecture, associazione culturale senza scopo di lucro, e di Genius Saeculi, impresa operante nel campo delle Digital Humanities.

Museo Spazio Pubblico nasce con lo scopo di promuovere attività di ricerca, residenze, conferenze, mostre, workshop, dialoghi multiculturali, performance e si configurerà come laboratorio permanente di innovazione scientifica per attività di formazione e per l’ideazione di progetti e iniziative che sperimentano metodologie all’intersezione tra tecnologia, arte e architettura espressamente pensato per creare opportunità di incontro, studio e approfondimento, di condivisione e discussione.

Il Museo stesso si configura come un “intervento” atipico sul territorio, nato dalla volontà di porsi come possibile centro di aggregazione attiva per il quartiere Porto-Saragozza e non solo: uno spazio aperto, in dialogo con il mondo, capace di intercettare e interpretare i grandi temi della globalità. Esemplare, in tal senso, è la proposta del “parklet” esterno (inaugurato il 4 ottobre 2020), vale a dire uno spazio di sosta pedonale, senza scopo di lucro, ricavato in sostituzione di tre posti auto, arredato con sedute e immerso nel verde di piante e arbusti e dotato di wi-fi gratuito, in funzione della creazione di uno spazio pubblico temporaneo, a disposizione di tutti i cittadini per piccoli eventi e iniziative a carattere sociale.

Flavio Favelli, Raffaello 500, 2020, acrilici su muro, cm 362Ă—925. Foto Marco Pintacorona.

Con l’apertura del Museo, verrà presentata l’opera Raffaello 500 di Flavio Favelli (Firenze, 1967), un intervento pittorico su soffitto pensato per lo spazio che riproduce, a mano libera, l’immagine della celebre banconota da 500.000 lire dedicata a Raffaello. «Considerata dai numismatici un vero capolavoro, sia dal punto di vista artistico che da quello della sicurezza contro le contraffazioni, le 500mila lire è la banconota meno conosciuta e con la più bassa circolazione della storia della Repubblica, l’ultimo taglio prima dell’avvento dell’euro», ha spiegato Favelli.

«La banconota italiana col più alto valore, le 500mila lire, è quindi rappresentata da Raffaello Sanzio, generalmente identificato come l’artista più spirituale. Il denaro, con la sua realtà concreta, inconscia, simbolica e psichica, è, oltre che lo sterco del demonio, l’angelo custode del genere umano, proprio come quello che appare nell’opera», ha continuato l’artista. «Non è la prima volta che propongo una pittura su muro di banconote, ma in ambito pubblico ho spesso avuto contrasti e censure: l’ambiguità del denaro, il fare buoni affari, come sentenziava Andy Warhol, è tanto raccomandato e desiderato, quanto, se rappresentato, evitato come ambiguo e denso di ombre. Ma è proprio questo il terreno dell’artista, che tenta di dare, anche se contrastato e censurato dagli stessi adoratori del denaro, un differente punto di vista».

Alle 18 Favelli discuterà l’opera insieme a Lorenzo Balbi, direttore artistico MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Claudio Musso, docente dell’Accademia di Belle Arti di Bergamo e curatore indipendente. La conferenza si potrà seguire in presenza (ingresso libero fino a esaurimento posti) e in diretta streaming sulla pagina Facebook @museospaziopubblico.

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