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Una megascultura di Damien Hirst per la collezione di Château la Coste
Arte contemporanea
di redazione
Per il momento, ci sono solo due falangi, che sono grandi letteralmente quanto una persona. E quindi figuriamoci come sarà tutto il braccio. Del resto, quando si parla di Damien Hirst le proporzioni devono per forza di cose essere spettacolari. Insomma, dopo il Demon with a Bowl esposto alla Fondazione Pinault di Venezia e poi finito in un casinò di Las Vegas, l’artista inglese ci ha preso gusto e ha fatto sapere di star lavorando a un’altra impresa colossale. Sull’account Instagram di Damien Hirst è infatti stata pubblicata una fotografia in cui si annuncia l’inizio dei lavori a Château la Coste, il vigneto a 16 chilometri da Aix en Provence, acquistato da Paddy McKillen.
Il businessman irlandese, con partecipazioni in importanti catene di alberghi, ha deciso di coniugare le moderne tecniche di coltura biodinamica e l’arte contemporanea, avviando il progetto di una sede espositiva in continua espansione. In questo angolo di paradiso ad alta gradazione, la cantina è stata progettata da Jean Nouvel. Poi c’è anche uno spazio espositivo, firmato da Tadao Ando. E in mezzo ai vigneti e tra le colline ondulate del sud della Francia, anche il grande ragno di Louise Bourgeois, le meccaniche in bilico di Alexander Calder, i grandi frammenti di corten fissati nel fertile terreno da Richard Serra. Nel 2017 fu Renzo Piano a costruire il nuovo Padiglione della Fotografia, una struttura di 285 metri quadrati che entra nel terreno per sei metri, integrandosi nell’ambiente circostante e lasciando in evidenza il tetto.
Nel post su Instagram, Damien Hirst non rivela molti particolari. Scrive di aver dato il via alla costruzione di una cappella che conterrà un grande braccio in bronzo, teso verso il cielo. Nella fotografia, si vede solo la punta delle due dita, trasportate da un gruppo di operai su un carrello e la sproporzione tra gli ordini di grandezza risulta piuttosto divertente. Chissà che effetto farà il braccio, quando sarà tutto al suo posto. Sperando che non faccia la stessa fine del mazzo di Tulips di Jeff Koons.