Il Collegio Artistico Venturoli è uno spazio culturale fondato nel 1822 con il lascito dell’architetto bolognese Angelo Venturoli (1749-1821) e che, a oggi, continua la sua missione sostenendo i giovani artisti con l’attribuzione, tramite concorso, di borse di studio e spazi adibiti a studi d’artista. Lo scorso 20 ottobre è stata inaugurata la mostra NEW SPACES | NEW ENTRIES, con le opere di Barbara Baroncini, Irene Fenara, Giacomo Gresleri, Simona Paladino, Davide Trabucco. L’artista Sissi, già borsista presso il l’istituzione e oggi parte del consiglio di amministrazione dello stesso, ci racconta la realtà atipica sul territorio di Bologna e non solo.
Qual è la storia della Fondazione?
«La Fondazione Collegio Artistico Venturoli è uno spazio culturale privato che nel 2026 compirà 200 anni. Nel 1822, i tre esecutori testamentari di Venturoli, Antonio Bolognini Amorini, Luigi Salina e Carlo Savini, acquistarono l’attuale palazzo. Questi uomini fondarono un’istituzione basandosi sul desiderio di Venturoli di aiutare chi non poteva permettersi un’istruzione, e utilizzarono le risorse economiche da lui specificamente destinate per questa missione, consolidando il legame con l’arte. Una caratteristica distintiva del Collegio è stata la permanenza degli artisti in residenza, poiché il palazzo fungeva sia da scuola artistica che da alloggio. A partire dalla metà del ‘900, i giovani hanno smesso di alloggiare all’interno del palazzo, tuttavia, l’essenza originaria del Collegio è ancora presente nella volontà di offrire ai giovani artisti una lunga residenza artistica, fornendo studi gratuiti».
Come è stata la tua esperienza all’interno del Collegio Venturoli?
«Nel 1998, a soli 18 anni e già iscritta all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ho partecipato al concorso del Collegio Venturoli. A quei tempi lavoravo nella mia camera da letto e vincendo la borsa di studio ho trasferito il mio mondo in un vero atelier e questo rappresentava per me il primo riconoscimento nel mondo dell’arte. Citando il titolo del libro di Virginia Woolf, mi piace pensare a questo momento come “Una stanza tutta per me”. L’architettura del palazzo ha esercitato un profondo impatto sulla mia creatività. Ancora oggi ritrovo nei muri rossi scrostati una fonte di ispirazione per il mio interesse verso muscoli e pelli sottili, mentre le infinite scale elicoidali si riflettono nelle mie visioni vertebrali. Attraverso il bando, la fondazione offre circa sei borse di studio».
Chi sono le new entries? In cosa consiste la collezione del Collegio?
«Al termine della residenza, gli artisti hanno sempre donato un’opera al Collegio, costituendo così una collezione peculiare di opere d’arte che testimoniano due secoli di storia. Con questo ultimo concorso il Consiglio d’Amministrazione, di cui faccio parte insieme all’architetto Andrea Zandi e al Presidente Dante Mazza, ha deliberato l’inaugurazione della nuova galleria espositiva a piano terra con le opere donate dai borsisti uscenti con l’intenzione di ripetere questa operazione al termine di ogni residenza. Nella primavera del 2023 è stato pubblicato il nuovo bando di concorso e i nuovi borsisti sono: Nicola Bizzarri (Bologna, 1996), Aurora Vinci (Bologna, 1997), Federico Falanga (Bologna, 1995), appena laureati presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, Chiara Innocenti Sedili (Bologna, 2001) e Elena Vignoli (Bologna, 1998), attualmente iscritte in Accademia».
La Fondazione è stata oggetto di ripristino dello spazio mostre e del giardino interno. Di che cosa si tratta? E quali sono i progetti futuri della Fondazione?
«Ho invitato l’artista Nicola Melinelli a far parte attiva dei lavori e del cantiere, coinvolgendolo in modo attivo al fine di influenzare e accompagnare chi avrebbe potuto considerare il Collegio soltanto come un luogo storico da ristrutturare. Per noi, lo stesso luogo deve esprimere il valore del suo contenuto, ovvero arte e sperimentazione, come un alveare che si distingue nell’espressione di un’arte espansa. Questo si riflette nelle installazioni luminose degli spazi, nei decori pittorici e soprattutto nel giardino intitolato Un altro giardino».
A marzo 2024, negli spazi espositivi, verrà inaugurata la mostra Lo sviluppo dei talenti, a cura del presidente della Fondazione, Dante Mazza, all’interno di un interessante percorso espositivo e museale della città di Bologna dedicato alla pittura dell’Ottocento.
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