Untitled Association lancia un’edizione speciale di Venezia Art to Date, in occasione della 59ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Ogni giorno, una serie di itinerari per suggerire progetti e iniziative da non perdere, a professionisti del settore, appassionati d’arte o semplici curiosi, tra mostre nel circuito off, eventi collaterali, Padiglioni esterni ai Giardini e all’Arsenale, spazi indipendenti, gallerie private. In attesa dell’apertura al pubblico della Biennale, prevista per il prossimo 23 aprile, in questa prima giornata di vernice dedichiamo il secondo itinerario a un’area che dal cuore del sestiere Cannaregio arriva fino a Rialto, passando nuovamente per Castello.
Il nostro itinerario odierno offre ben quattro opening. A partire dal Complesso dell’Ospedaletto a Barbaria de le Tole (da Venezia S. Lucia: Vaporetto n. 5.2 da Guglie – fermata Ospedale, poi circa 400m a piedi), dove sono in programma due aperture: PENUMBRA, presentata dalla Fondazione In Between Art Film (Roma) e ALLUVIUM, mostra di Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh, Hesam Rahmanian prodotta da OGR – Officine Grandi Riparazioni (Torino).
PENUMBRA è una mostra collettiva a cura di Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi che presenta otto nuove installazioni video commissionate dalla Fondazione In Between Art Film a Karimah Ashadu, Jonathas de Andrade, Aziz Hazara, He Xiangyu, Masbedo, James Richards, Emilija Škarnulytė e Ana Vaz. Prendendo ispirazione dall’atmosfera rarefatta di Venezia e dall’architettura ibrida dell’Ospedaletto e della Chiesa di Santa Maria dei Derelitti, PENUMBRA è pensata come un dispositivo scenico in cui l’architettura e la sua storia, il suono, le immagini e gli interventi spaziali temporanei sono in dialogo reciproco. Le opere sono presentate secondo una sequenza di zone buie e squarci di luce e fanno eco alle trasformazioni che il Complesso dell’Ospedaletto ha subito nel corso dei secoli. L’allestimento della mostra rimanda alla storia del luogo e al tempo stesso spazializza il concept della mostra riflettendo sulle nozioni interconnesse di anatomia umana e architettonica.
Nello stesso Complesso dell’Ospedaletto, la mostra ALLUVIUM del trio di artisti iraniani Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh, Hesam Rahmanian a cura di Samuele Piazza. I lavori dei tre artisti nascono da un costante processo di rielaborazione e di negoziazione: in ogni mostra assumono un temporaneo equilibrio, per poi essere potenzialmente modificati, con nuove formalizzazioni, graduali e costanti. La mostra all’Ospedaletto è composta da una serie di strutture in ferro che reggono vari piatti in terracotta, prodotti da artigiani locali, secondo la tradizione mediorientale, frutto di una riscrittura delle immagini provenienti dalle news. Al flusso di immagini a cui siamo esposti e che va a comporre la narrazione ufficiale, si contrappone una riscrittura che traccia una registrazione alternativa dei nostri tempi. Creando un nuovo immaginario alternativo, sovrapponendosi alle immagini per modificarle, replicandole e ridisegnandole secondo nuovi assi geometrici come nelle ceramiche islamiche, astraendole con fondi piatti come nelle miniature persiane, le opere tracciano un ritratto inedito del presente.
Proseguendo nel nostro itinerario, ci dirigiamo a piedi alla volta di Spazio Berlendis per l’opening della mostra To where the flowers are blooming, prodotta da Gwangju Biennale Foundation e della Città di Gwangju (Corea del Sud).  Il titolo della mostra è tratto dal titolo del capitolo finale del romanzo di Han Kang, “Atti umani”, il quale si interroga su quali ricordi storici debbano essere trattenuti. La mostra esplora la volontà delle comunità di elevarsi al di sopra dei ricordi ancora vividi e dei sentimenti di angoscia causati dalle tragedie storiche, per procedere verso un mondo migliore. Curata dal dipartimento espositivo della Gwangju Biennale Foundation, To where the flowers are blooming è formata da tre sezioni: una sezione d’archivio, curata da Yoo Kyoungnam, che delinea il Movimento di Democratizzazione 5.18 e la storia della democrazia in Corea, una sezione di opere commissionate dalla Biennale di Gwangju, che esamina la storia e i ricordi del patrimonio spirituale della città , e una sezione sullo spirito e sul contributo di Gwangju alla democratizzazione della Corea, che riflette anche sull’attivismo dei giorni nostri.
A conclusione dell’itinerario odierno, ci dirigiamo a piedi verso il cuore di Venezia, a Rialto, più precisamente al Fondaco dei Tedeschi, dove si svolgerà l’opening della mostra Unseen Stories di Leila Alaoui, prodotta in collaborazione con Galleria Continua e Fondazione Leila Alaoui. L’installazione dell’artista franco marocchina si compone di due parti: Les Marocains e Crossings. La prima propone una serie di gigantografie, di grande impatto visivo, tratte dall’esperienza personale dell’artista in un viaggio che ha intrapreso nel suo Paese, che permeeranno la corte interna dell’edificio. La seconda presenta un insieme di video e immagini e sarà ospitata al quarto piano. Si prova a ricostruire il vissuto dei migranti, incorporando frammenti di realtà e immagini fittizie con effetti sonori derivati dalla registrazione di narrazioni vere.
Fondazione In Between Art Film
inbetweenartfilm@gmail.com
inbetweenartfilm.com
presso Complesso dell’Ospedaletto
Barbaria de le Tole
Castello, 6691
PENUMBRA
Group show
20.04 > 27.11.2022
OGR – Officine Grandi Riparazioni
ogrtorino.it
info@ogrtorino.it
presso Complesso dell’Ospedaletto
Barbaria de le Tole
Castello, 6691
ALLUVIUM
Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh, Hesam Rahmanian
20.04 > 27.11.2022
Spazio Berlendis
Cannaregio, 6301
info@spazioberlendis.it
spazioberlendis.it
presentato da Gwangju Biennale Foundation e la CittĂ di Gwangju
To Where the Flowers Are Blooming
Group show
20.04 > 27.11.2022
opening 20.04.2022, H 16:00, su invito
T Fondaco dei Tedeschi
Calle del Fontego dei Tedeschi, Rialto
dfs.com
in collaborazione con Galleria Continua
Unseen Stories
Leila Alaoui
20.04 > 27.11.2022
opening 20.04.2022, H 18:30, su invito
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