A Venezia, gli spazi settecenteschi di Palazzo Diedo si aprono all’arte contemporanea e lo fanno in grande stile, inaugurando proprio durante la 60ma Biennale d’Arte, il 20 aprile 2024, con 11 interventi originali e site specific di altrettanti artisti di grande spessore internazionale: Urs Fischer, Piero Golia, Carsten Höller, Ibrahim Mahama, Mariko Mori, Sterling Ruby, Jim Shaw, Hiroshi Sugimoto, Aya Takano, Lee Ufan e Liu Wei. La mostra, intitolata Janus, e due progetti speciali dedicati a Rhea Dillon e alla fotografia, organizzati rispettivamente in collaborazione con The Kitchen di New York e con la Polaroid Foundation, presenteranno i rinnovati ambienti del Palazzo dopo un importante restauro.
Attualmente sede di Berggruen Arts & Culture, polo culturale promosso dall’imprenditore e filantropo Nicolas Berggruen, Palazzo Diedo risale al XVIII secolo e si trova a Cannaregio, affacciato sul rio di Santa Fosca. Nel 2022, Sterling Ruby vi ha presentato il primo progetto, una scultura su facciata intitolata HEX, installata prima del completamento del restauro, grazie al quale sono stati completamente ripristinati due importanti cicli di affreschi di Francesco Fontebasso (1707-1769) e Costantino Cedini (1741-1811) al primo piano e sei capricci romani, scene che combinano elementi storici e di fantasia. La struttura sarà dedicata principalmente a residenze d’artista, oltre che a mostre, eventi, film e performance, su cinque diversi livelli con una superficie totale di 4mila metri quadrati.
«Venezia è storicamente un catalizzatore di creatività, idee, sperimentazioni e scambi. Con Berggruen Arts & Culture, ci proponiamo di far rivivere la produzione di opere d’arte, per animare lo straordinario tesoro di Palazzo Diedo», ha affermato Nicolas Berggruen, anche fondatore del Berggruen Institute, situato nella Casa dei Tre Oci, acquisita dal collezionista nel 2021. Il Berggruen Institute Europe e le Gallerie dell’Accademia presentano congiuntamente opere provenienti dal Berggruen Museum di Berlino, nella mostra che inaugura lo spazio dei Tre Oci, Affinità Elettive: Picasso, Matisse, Klee e Giacometti (in entrambe le sedi dal 24 marzo al 23 giugno 2024). «Insieme all’Istituto Berggruen, che ospita dibattiti e un programma di residenze alla Casa dei Tre Oci, vediamo Venezia come un generatore di cultura e di idee. Janus simboleggia il nostro impegno a costruire sul passato in modo contemporaneo».
La mostra che aprirà ad aprile prende il nome da Giano, il dio romano degli inizi, spesso raffigurato con due facce, una rivolta in avanti e l’altra all’indietro, «A indicare l’obiettivo della mostra di unire simbolicamente la storia con la contemporaneità», spiegano gli organizzatori.
«Gli interventi degli artisti sono stati concepiti in dialogo con l’architettura e le caratteristiche dell’edificio realizzato da Andrea Tirali, un tempo sede di una delle più potenti famiglie veneziane e successivamente utilizzato come scuola elementare e come tribunale. Le opere sono ispirate ai mestieri tradizionali legati a Venezia, come gli affreschi, il vetro di Murano, i tessuti preziosi e i pavimenti con il loro tipico design».
Tra le opere in mostra, in anteprima Peace Crystal: A Prayer for Peace di Mariko Mori, che dal 13 maggio sarà poi visibile al pubblico nei Giardini di Palazzo Corner della Ca’ Granda, a San Marco. L’opera è la terza di una serie realizzata con la Fondazione Faou e la mostra includerà un filmato delle precedenti installazioni in Giappone e Brasile, nonché un modello e un progetto di Peace Crystal per offrire al visitatore una comprensione più completa dell’opera.
«Venezia è famosa in tutto il mondo sia in quanto vetrina per l’arte contemporanea che naturalmente per la sua cultura di tradizioni storiche e artistiche», ha dichiarato Mario Codognato, direttore di Berggruen Arts & Culture e curatore della mostra insieme ad Adriana Rispoli, curatrice di Berggruen Arts & Culture. «Palazzo Diedo si aggiunge a questo già incredibile panorama con le sue sale espositive e con una novità: gli studi d’artista. Con un programma di residenze prolungate gli spazi consentiranno agli artisti di immergersi nelle tradizioni e nell’atmosfera di una città perennemente collocata in un’altra epoca. Sono davvero entusiasta di vedere cosa emergerà».
Parallelamente a Janus, la celebre istituzione culturale interdisciplinare The Kitchen porterà a Palazzo Diedo una mostra personale di Rhea Dillon. Il lavoro dell’artista e scrittrice londinese, classe 1996, esamina spesso i modi in cui la Blackness è concettualizzata nella pratica estetica e teorica. The Kitchen presenterà il film di Dillon dal titolo provvisorio Browning 2025. In questa occasione, il rapporto con l’opera di Dillon potrà essere approfondito anche in una mostra con sculture di grandi dimensioni.
La Polaroid Foundation inviterà gli artisti in mostra a creare un’opera originale utilizzando la camera istantanea più diffusa nel mondo, la Polaroid 20×24, usata, tra gli altri, anche da Andy Warhol, Jim Dine, Maria Magdalena Campos-Pons, Mary Ellen Mark, Robert Mapplethorpe, Robert Rauschenberg. John Reuter, che utilizza la Polaroid sin dal 1980, supporterà gli artisti nella produzione di immagini di 20 x 24 pollici (50 x 60 cm) per questa occasione.
Palazzo Diedo ospiterà al suo interno anche un piccolo cinema che proietterà tutti i giovedì, fino a novembre, OUSSS l’ultimo film di Koo Jeong A, artista che rappresenta la Corea del Sud alla Biennale Arte di quest’anno.
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