Dopo la grande mostra di Marlene Dumas, nelle sale di Palazzo Grassi ha inaugurato CHRONORAMA. Tesori fotografici del 20° secolo, la prima mostra mondiale dedicata ai capolavori fotografici recentemente acquisiti dalla Pinault Collection e provenienti dagli archivi di Condé Nast. 407 opere realizzate tra il 1910 e il 1979, ordinate in un percorso cronologico, che mostrano donne, uomini, momenti storici, vita quotidiana, sogni e drammi del 20° secolo. Non meno d’impatto è Icônes presentata a Punta della Dogana, una mostra collettiva con opere dalla Pinault Collection, che invita a una riflessione sul tema dell’icona e dello statuto dell’immagine nella contemporaneità. Un programma, quello della Collezione Pinault che viene arricchito dalla programmazione del Teatrino di Palazzo Grassi. Dopo l’attesa conferenza di Judith Butler, il 17 maggio alle 18 presenta un dialogo tra gli artisti visivi Bêka & Lemoine, l’architetto Jacques Herzog, vincitore Pritzker Architecture Prize nel 2001, e Tatiana Bilbao, AW Architect of the Year 2022, in cui si parla del personale modo di percepire lo spazio.
Sono mesi di fermento per l’isola di San Giorgio, dove ha da poco inaugurato il centro espositivo Le Stanze della Fotografia con la mostra Ugo Mulas. L’operazione fotografica che espone più di 300 immagini, tra cui 30 foto inedite, documenti, libri, pubblicazioni, filmati, offrendo una sintesi in grado di restituire una lettura che si apre alle diverse esperienze affrontate da Ugo Mulas. I giorni dell’inaugurazione della Biennale di Architettura coincidono anche con l’apertura al pubblico di diverse mostre a Fondazione Cini. La prima è stata la mostra Vetro boemo: i grandi maestri, curata da Caterina Tognon e Sylva Petrová, che intende raccontare l’emancipazione, dopo la Seconda guerra mondiale, del vetro in Boemia. Il 18 maggio inaugurerà anche Sacred Landscapes, una mostra collettiva dai presupposti interessanti. La location è quella del bosco della Fondazione, vicino alle cappelle vaticane, dove le opere di cinque artisti ci invitano a riflettere sulla sacralità del luogo e sul ruolo dell’uomo quale artefice e custode.
Merita di certo un’attenzione particolare la programmazione del 2023 dei Musei Civici di Venezia, con un calendario fitto di mostre di respiro internazionale tra le sedi museali veneziane. Un esempio è Vittore Carpaccio. Paintings and drawings a Palazzo Ducale, frutto di un grande numero di prestiti e collaborazioni tra MUVE ed istituzioni internazionali. Ca’ Pesaro torna protagonista, dopo la generosa donazione di Gemma De Angelis Testa al museo di una grande sezione della sua collezione di arte contemporanea, con l’inaugurazione il 20 maggio della mostra Cinque artisti africani in dialogo con Ca’ Pesaro. Gli spazi del Museo si aprono alle creazioni di cinque autori della scena artistica africana, invitati in residenza a Venezia negli spazi della galleria AKKA Project, con il supporto di Africa First, che nella primavera 2023 hanno lavorato a contatto con la storia e le collezioni della Galleria. Spostandosi nel Sestiere di San Marco, il Museo Correr ospita la mostra Carla Accardi. Gli anni Settanta: i lenzuoli presenta, sotto forma di installazione, una ristretta selezione di lavori posti in dialogo con gli ambienti storici del museo, in particolare quelli della Sala Quattro Porte posta lungo il percorso della Quadreria allestita da Carlo Scarpa.
Una mostra che vede finalmente la luce dopo una lunga attesa, prevista per il 2020, Edmondo Bacci. L’energia della luce sarà visitabile fino al 18 settembre. Un focus sul momento più internazionale della sua carriera, quando già affermato negli ambienti espositivi legati allo Spazialismo viene notato da Peggy Guggenheim proprio per la forza e la novità dei suoi dipinti . Timidezza e un grande fuoco convivono nelle sue opere, animate da una personalità da scoprire e riscoprire attraversando il periodo più lirico del suo lavoro.
Dalla mostra di Matteo Vettorello da 10 & zero uno a Castello, fino a Stefan Krygier negli spazi di CREA in Giudecca, come sempre l’apertura della Biennale risveglia tutta Venezia. Il ventaglio di mostre degne di nota è ampio, partendo dalle gallerie di recente apertura come IN’EI, specializzata in arte e design di Cina, Corea e Giappone, che inaugura la mostra Jin Hee Park. Bearable Lightness of Being: Hanji Tables. La Fondazione Bevilacqua la Masa presenta invece la personale dell’artista svizzero Pascal Sender, Captcha 2826,dove lo spettatore attraverso un percorso di dipinti, sculture e installazioni in uno spazio da fruire come una smart home. Aldo Grazzi con la mostra Evanescenze sarà invece esposto a Spazio Berlendis, una reminiscenza dall’incontro in Africa con l’arte della popolazione Masai. Monilola Olayemi Ilupeju trasforma la Galleria A+A in un’arena con figure nude e sculture in ferro che fanno riferimento ad antichi e moderni attrezzi ginnici, in una metafora del mondo in cui i corpi emarginati devono trovare e forgiare modi creativi e agili per muoversi al suo interno e sopravvivere. Tra design, arti plastiche, architettura e tecnologia si inserisce François Dallegret nelle sale Spazio Punch fa crollare i confini disciplinari tra corpo umano e oggetto.
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