Da oggi sino al prossimo 13 giugno, si svolgerà la prima edizione di “Volcanic Attitude”, Festival di cultura contemporanea, che attraverserà i territori dell’arcipelago delle isole Eolie. Il festival prende forma da un’idea del collettivo Cose Cosmiche, formato da Helga Franza e Silvia Hell, mentre la direzione artistica del progetto è sviluppata con la collaborazione di Giulia Restifo e Susanna Ravelli.
Il programma del festival è davvero fitto e coinvolge artisti e scienziati. Da una parte, Fabrizio Perghem, con un’installazione sul processo di distillazione dei fumi vulcanici, Fabrizio Vatieri, con una performance sonora in tre atti, e il collettivo Zapruder, che proporrà esercizi di combattimento scenico sulla spiaggia. Dall’altra, gli esperti scientifici Chiara Boschi, Prima Ricercatrice, Istituto di Geoscienze e Georisorse – CNR, Andrea Dini, Primo Ricercatore, Istituto di Geoscienze e Georisorse – CNR, Andrea Orlando, Archeoastronomo – IAS Istituto di Archeoastronomia Siciliana, Salvatore Passaro, Geologo marino, Istituto per le scienze marine – CNR.
Con ciclicità annuale, il Festival si sviluppa in due momenti: la già avvenuta Volcanic Attitude. Approach / Avvicinamento (28 settembre – 2 ottobre 2021), fase di ricerca e residenza artistica; e la prossima Volcanic Attitude. Landing / Atterraggio, momento di restituzione al pubblico delle esperienze e dei risultati emersi durante la residenza, in presentazione a Napoli, con l’inaugurazione presso la Fondazione Morra Greco, il 10 giugno 2022, ore 16. Si proseguirà quindi a bordo della nave Laurana, Mar Tirreno, e sull’isola di Vulcano, alle Eolie, con un programma di workshop, conferenze e performance.
Per saperne di più su questo affascinante e innovativo festival, abbiamo intervistato Helga Franza e Silvia Hell di curatrici del festival.
Quando e come nasce l’idea del festival Volcanic Attitude? quali sono i suoi obbiettivi?
«L’idea del festival nasce da un desiderio di qualche anno fa, da una visione: portare gli artisti sul cratere del Vulcano. Spostare gli argomenti di Cose Cosmiche, in altre parole il confronto e l’aggiornamento sugli studi e le ricerche di artisti, scienziati, filosofi, economisti, ingegneri…sull’isola, al mare, in mezzo alle forze della natura di cui parliamo (a tratti) senza “sentirle”. Trovare una prospettiva cosmica affondando i piedi nel calore e nei fumi del Vulcano. Insieme alla disponibilità dell’hotel Les Sables Noirs di ospitarci, nel settembre del 2021 siamo andati a Vulcano nelle Eolie per un primo sopralluogo e un’esplorazione informale con un gruppo di artisti e persone che ritenevamo interessanti per realizzare e dare forma al progetto in futuro (Giulia Restifo, Susanna Ravelli, Vanessa Saraceno, Davide Pompejano). Ha funzionato. Non è stato semplice perché Iddu (Iddu o La Montagna, sono alcuni dei nomi personali che i siciliani danno ai vulcani, Iddu è solitamente chiamato lo Stromboli mentre La Montagna è L’Etna) ci ha dimostrato che non si possono fare piani senza considerare l’ambiente in cui viviamo, e uno degli obiettivi del festival è anche questo: tentare di comprendere le forze che ci governano e apprezzarne la meraviglia».
In che maniera si sviluppa e come è organizzato il festival?
«È un festival itinerante, un viaggio di quattro giorni nei territori vulcanici. Il programma segue la rotta della nave che ci traghetta da Napoli alle Eolie fino ad approdare a Vulcano. Il sopralluogo di ottobre è servito a delineare questa prima edizione aperta al pubblico, sia per quanto riguarda i luoghi che andremo a visitare, sia per i temi, sviluppati attraverso performance, happening, installazione e talk degli artisti e dei ricercatori. L’idea del festival, infatti, è quella di svilupparsi in due appuntamenti, uno di ricerca e di residenza e il secondo, aperto al pubblico, di esposizione delle esperienze elaborate nel tempo».
Chi saranno i suoi protagonisti?
«I protagonisti di questa prima edizione sono i tre artisti invitati con il gruppo di ottobre, tre nuovi ricercatori del CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche e un archeoastronomo.
L’artista Fabrizio Perghem, che ha già lavorato sui vulcani con interventi fotografici e audio in passato, svilupperà per il festival un progetto sulla particolare luce dell’isola che l’ha colpito e sul processo di distillazione dei fumi vulcanici attraverso una scultura disegnata allo scopo.
L’artista Fabrizio Vatieri porterà Pensavo fosse amore, un progetto che riflette sul concetto di misurazione e controllo da parte dell’uomo sulla natura, intrecciando il linguaggio fotografico e musicale con la disciplina scientifica. Dal dato del 30 settembre 2021, data in cui i valori di CO2 rilevati presso il cratere del vulcano hanno superato il limite di convivenza tra l’uomo e il vulcano stesso, Pensavo fosse amore si sviluppa attraverso una performance in tre atti e un libro che fa da appendice visiva alla performance stessa.
Il progetto di Zapruder, The go-between nasce dall’idea del collettivo di lavorare sull’epifania di un’immagine attraverso il coinvolgimento di una medium. Nel corso dei due appuntamenti, i partecipanti al festival potranno esercitarsi ad entrare in contatto con un repertorio mnemonico di immagini e visioni che nel percorso di riconoscimento diventano serbatoio di narrazioni possibili.
Con Chiara Boschi e Andrea Dini, primi ricercatori del CNR, indagheremo la struttura e le risorse della terra, dalle profondità alla superficie, scopriremo quali sono le attuali ricerche per tutelare e interagire con il nostro ambiente. Boschi è esperta in processi di interazione acqua-roccia in ambienti marini e continentali, nella serpentinizzazione oceanica e la carbonatazione delle serpentiniti legate al sequestro mineralogico di CO2 (mineral CCS) e alle tecnologie negative per la mitigazione dei cambiamenti climatici. Dini esplora e investiga i sistemi magmatico-idrotermali con applicazioni alla geotermia e ai giacimenti minerari. Affascinato dalla diversità geo-mineralogica del pianeta Terra, ha studiato rocce e minerali di tutti i continenti.
Il geologo marino Salvatore Passaro del CNR realizza un video della batimetria del Mar Tirreno della tratta in nave, rendendo visibile in nave ciò che l’acqua sommerge. L’archeoastronomo Andrea Orlando, laureato in Fisica e dottore di ricerca internazionale in astrofisica nucleare e particellare, cultore di storia medievale, antiche civiltà e astronomia culturale, membro dal 2012 della Società Italiana di Archeoastronomia (SIA), ci introdurrà all’archeoastronomia e condurrà in una passeggiata ad orientarci nel cielo, nella sua mitologia, in connessione tra terra e cosmo».
Tre motivi per cui non possiamo mancare?
«Il mare, il cielo e il vulcano. Il quarto motivo è che “Volcanic Attitude” è un festival sperimentale e in movimento e quello che nascerà dall’interazione dei partecipanti con questi tre elementi produrrà sicuramente esperienze inaspettate e intense».
Per il programma completo del Festival, clicca qui.
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