18 settembre 2024

Un’alchimia di psiche e vandalismo: il progetto di Lorenzo Senni arriva in Italia

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Dopo le tappe a Parigi, Porto e Oslo, Lorenzo Senni presenta il suo progetto, vincitore dell’Italian Council, al MAXXI L’Aquila e all’ICA di Milano: un'esplorazione totale delle nostre pulsioni più oscure

Lorenzo Senni, Windows to look in
Lorenzo Senni, Windows to look in

Una realtà poliedrica costituita da molteplici occhi perversi. Un’esplorazione concettuale oltre i limiti del visibile e dell’invisibile. Una riflessione sul vandalismo come sguardo profondo sulla realtà degli oggetti. Il progetto di Lorenzo Senni, Windows to look in, ci impone di osservarci e ripensare a quale sia, profondamente, il significato delle nostre azioni.

Spettatori non paganti di fronte a una contemporaneità che, a tratti, appare come lo specchio delle nostre più oscure pulsioni, agiamo nel principio, egoistico ed egomaniaco, di compiere il nostro più crudo e spietato interesse. Se, nella teoria di Adam Smith, il perseguire l’interesse personale costituisce – per utilizzare un termine molto in voga – un balance tra l’interesse pubblico e privato, oggi la prospettiva sembra mutata radicalmente. Per riprendere Byung-Chul Han, la violenza, in un mondo di infinite concatenazioni e di connessioni rizomatiche, si espande capillarmente attraverso i canali di comunicazione per arrivare a un certo principio egoistico: se non posso ottenere ciò che voglio, farò di tutto per averlo (Topologia della Violenza, Nottetempo, 2020).

live Fundacao de Serralves

La prospettiva di Senni indaga questa natura aperta e penetrabile della nostra psiche insistendo su alcune prospettive che chiaramente richiamano ad altri esempi espliciti della storia dell’arte.

Uno tra tutti, Sophie Calle. Per il ciclo The Hotel, l’artista francese si è fatta assumere come addetta alla pulizia delle camere in un noto albergo parigino. Avendo la possibilità di entrare, senza vincoli, all’interno delle camere degli ospiti, Calle ha fotografato e raccolto informazioni su ciascun ospite delle stanze, collezionando piccoli oggetti rubati alle vite di questi individui e ricostruendone l’identità dal punto di vista esclusivo dell’artista.

E ancora, Stalker di Andrej Tarkovskij: solo lo Stalker conosce quegli spazi sterminati della Zona in cui lo Scrittore e il Professore si avventurano, ignari delle scene surreali che vivranno e dell’esito della loro spedizione. Un viaggio spirituale all’interno degli spazi sconfinati della mente in cui l’ossessione psicanalitica si ripete logorroica.

Lorenzo Senni, Windows to look in
Lorenzo Senni, Windows to look in

Arriviamo ora a Senni. Forme vagamente accennate si stagliano nella rappresentazione di varchi grafici ancestrali che si aprono sulle prospettive infinite del tempo. Un abisso vorticoso, oscuro, che sembra attrarre l’osservatore. Come nella massima nietzschiana, l’abisso ci osserva nello stesso istante in cui noi lo osserviamo: osservare e osservarsi, un profondo rimando alla figura dello specchio (o del black mirror, attualizzandolo con DeLillo e Baudrillard) e a una pratica ascetica ormai scomparsa.

Noto per combinare alchemicamente arti visive e musica –  è musicologo di formazione -, in questo esperimento l’artista unisce suggestioni proprie della sua biografia (il periodo di ricerca da John Divola e l’ispirazione proveniente dalle Dead Mirrors degli anni ’70) e stimoli esterni ed eterogenei della contemporaneità (temi discussi quanto l’occupazione e la trasparenza, interessanti se si osserva il carosello politico delle ultime settimane). Senni espleta lo spirito del suo tempo, quel famoso zeitgeist generazionale imperante, in forme al limite dello psicotropo per trascendere il concetto di contemporaneità e trasformarlo in una certa pratica rituale estrema. Le sue musiche, calmi riti iniziatici alla comprensione degli stimoli sopiti della realtà, superano l’essenza stessa della quotidianità per modificare gli stessi stimoli percettivi.

Lorenzo Senni, Windows to look in
Lorenzo Senni, Windows to look in

Il progetto Windows to look in, realizzato con il sostegno di Residenza 725 (un’evoluzione di Coltorti) e dell’Italian Council della DGCC – Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, ha visto un susseguirsi di esperienze itineranti in un nomadismo che è, infondo, proprio della pratica di Senni: attraverso Porto, Parigi e Oslo, il progetto è arrivato, il 12 settembre 2024, al MAXXI L’Aquila, che ha acquisito permanentemente un’opera dell’artista.

Il 18 settembre 2024 sarà presentato, infine, negli spazi di Fondazione ICA a Milano in un’occasione che permetterà l’approfondimento sia sul progetto specifico che sulla pratica dell’artista. Durante l’evento, curato da Threes (un’associazione dedicata alla sostenibilità culturale che cura, dal 2014, Terraforma ed eventi nelle più importanti istituzioni), verrà proiettato in esclusiva il documentario, con la curatela di Courtney Harrenberg, che fornirà uno spaccato specifico sulla biografia e sullo sviluppo della sua poetica – attanagliata dallo stimolo sensoriale e dalla percezione concettuale. Attorno, l’allestimento prevederà l’inserimento dei lavori preparatori che hanno dato origine all’opera dell’artista, di cui sarà presentato il catalogo.

live Fundacao de Serralves

Un progetto completo che mira alla costruzione (più o meno wagneriana) di un’opera d’arte totale in cui la sinestesia non appare solo come stimolo esperienziale ma come approfondimento olistico sul ruolo dell’arte, dell’artista e dello spettatore. Nella sua diffusione, assume la sua importanza considerando quanto la sound art faccia fatica a emerge all’interno di determinate cornici istituzionali – e, ancora più raramente, all’interno di situazioni commerciali.

L’opera non si può in alcun modo porre come esaustiva. Si arricchisce di esperienza e di significato attraverso il suo spostamento: ogni installazione site-specific ne aumenta la valenza concettuale nel rapportarsi ad uno spazio eternamente differente. Mutaforma ossessionato dalla ricerca di confini precisi in cui essere rinchiuso oppure voyeur che ricerca la propria incompletezza, il progetto è una perfetta metafora della frammentazione dell’individuo contemporaneo: una forma fluida e indefinita (liquida per fare da eco a Bauman) che cerca di occupare il contenitore della realtà che si è costruito e che cerca di identificarsi, maniacale, attraverso le proprie azioni. Dance tonight, revolution tomorrow – per citare uno dei brani dell’artista.

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