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Dal furto alla mostra: il Groninger Museum celebra il ritorno di Van Gogh
Arte moderna
Si prospetta un 2024 lieto per l’istituto museale d’arte di Groningen, ravvivato da diverse ricorrenze da celebrare nel corso dell’anno. L’istituzione olandese si prepara a spegnere 150 candeline, insieme all’iconico edificio che la ospita, fiore all’occhiello dell’architettura “redesign” dell’architetto Alessandro Mendini, il quale quest’anno celebrerà 30 primavere dalla realizzazione del suo straordinario progetto. In concomitanza con le suddette ricorrenze, il Groninger Museum può finalmente condividere con il suo pubblico la gioia dell’inaspettato ritorno di un pezzo d’arte eccezionale: si tratta del dipinto Giardino della canonica a Nuenen in primavera di Vincent Van Gogh (1884), sottratto dal Singer Museum di Laren, dover era temporaneamente esposto, durante la pandemia da Covid nella notte del 30 marzo 2020, giorno del 167esimo compleanno del suo autore. Dell’opera – l’unica di Van Gogh di proprietà del Groninger Museum – si erano perse misteriosamente le tracce per oltre tre anni, finché una trattativa condotta dall’investigatore di crimini legati all’arte Arthur Brand ha permesso la restituzione dell’opera alle autorità.
I 150 anni del Groninger Museum: dietro le quinte
Il Groninger Museum ha voluto omaggiare tali ricorrenze redigendo un programma ricco di eventi, tutti focalizzati sul coinvolgimento del pubblico, il vero protagonista delle scene, al quale viene chiesto di interagire attivamente con l’arte e la cultura dominanti nel museo, rendendo le iniziative fortemente inclusive ed esperienziali.
L’essenza di questo concetto trova il suo compimento nella mostra Dietro le quinte, allestita dal 29 marzo 2024 all’1 giugno 2025. Il titolo allude alla partecipazione dello spettatore a tutte le fasi che sussistono all’interno di un istituto museale: il visitatore pone lo sguardo sul funzionamento interno del Groninger smantellando l’intransigente sipario atto a celare i retroscena. Dalla nascita di una collezione alla sua conservazione, dal trasporto di un’opera alla sua esposizione: “dietro le quinte” nessun segreto, nessun ozio. Lo spettatore potrà proiettare la propria creatività sulle opere, dalla scelta di una cornice alla decisione sull’illuminazione.
Mission della mostra è dunque consolidare il rapporto tra arte e pubblico, consentendo a quest’ultimo di intervenire nei meccanismi interni, prendendo parte alle esibizioni artistiche prima che possano considerarsi tali.
Un gradito ritorno: l’opera di Van Gogh in mostra
Per rendere omaggio all’inatteso e agognato ritorno dell’opera di Van Gogh, il museo ha riservato un posto d’onore all’esposizione del dipinto: esso, infatti, sarà il vero protagonista della mostra che lo esibirà al pubblico per la prima volta con gli evidenti danni provocati dal trafugamento, garantendo una visuale a 360°, frontalmente e posteriormente. Ad accompagnare il dipinto vi saranno i racconti sugli aspetti tecnici – com’è nato il lavoro, a quale fase artistica dell’autore corrisponde, quale simbologia si può identificare al suo interno –, ma emergeranno anche gli aneddoti collegati alla sua turbolenta storia – chi è il vero rapinatore e perché ha deciso di restituire il bottino, quale ruolo ha avuto “l’Indiana Jones dell’arte” nel recupero dell’opera, cosa svelano le lesioni determinate dalla latitanza del dipinto, cosa è emerso dall’accurata analisi di restauro dell’opera.
E se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere, è proprio dal restauro che sono emersi incredibili inediti sull’opera. Le meticolose indagini condotte dalla restauratrice Marjan de Visser hanno portato alla luce una tensione sulle estremità del tessuto, il che potrebbe indicare una successiva inchiodatura del lino dipinto ad una cornice di legno. Dalla radiografia è stata, inoltre, riscontrata la presenza di una macchia nera e ciò coincide indubbiamente con un danno alla tela: sarà questo il motivo per il quale il lino è stato attaccato al pannello? Per concludere, sulla parte anteriore si notano chiaramente un colore e una pennellata diversi nello stesso punto. Che si tratti di una sovraverniciatura è palese; ciò che bisogna chiedersi è se siano entrambe originali o se la seconda pennellata sia stata aggiunta successivamente da qualcun altro.
Sembra non esserci pace per il capolavoro di Van Gogh. Tra qualche tempo, quando la mostra sarà conclusa, i dati finali relativi alle analisi sul dipinto sveleranno i colori rimanenti e, chissà, il mistero sarà svelato.