Categorie: Arte moderna

Espressioni e verità. Il gruppo Die Brücke e oltre, all’Imago Museum

di - 11 Luglio 2022

Un protagonista del gruppo Die Brücke, due appassionati collezionisti di espressionismo e una fondazione privata lungimirante. Sono, rispettivamente, Karl Schmidt-Rottluff, Rocco e Laura Familiari e la Fondazione Pescarabruzzo, guidata dal Presidente Nicola Mattoscio. Dall’amicizia fra il grande espressionista tedesco e lo scrittore e drammaturgo Rocco Familiari è nata nel corso di alcuni decenni una delle più importanti raccolte italiane di espressionismo storico mentre lo scrivente, come membro del Comitato scientifico dell’Imago Museum di Pescara, ha creato il contatto, poi concretizzatosi in stima reciproca, fra i due collezionisti e il Presidente Mattoscio, che ha portato all’acquisizione dell’intero corpus di opere da parte della Fondazione per l’Imago Museum. Il frutto di questa operazione dal grande valore culturale è ora visibile nella mostra “Espressioni e verità. Il gruppo Die Brücke e oltre”, appena aperta all’Imago Museum e che poi assumerà una connotazione stabile in altri spazi destinati dal Museo alle collezioni permanenti. Nella seconda metà di luglio, in occasione della presentazione ufficiale dell’acquisizione, sarà disponibile il catalogo nel quale racconto la genesi affascinante e assolutamente particolare della raccolta in rapporto alla storia dell’espressionismo.

Heckel, Autoritratto

Nel complesso sono esposte 66 opere fra acquarelli, inchiostri di china, xilografie e litografie. Il nucleo più cospicuo e significativo della “Collezione Familiari” acquisita dalla Fondazione Pescarabruzzo è senza dubbio quello con le opere del gruppo Die Brücke, nato a Dresda nel 1905, vale a dire il cuore più puro, radicale ed appassionato dell’importante movimento novecentesco. Insomma, il vero e proprio espressionismo, quello che ha cambiato tutta l’arte successiva. Più che nella pittura e nel disegno, le più autentiche, innovative e potenti caratteristiche della Brücke si esprimono pienamente nella grafica a stampa e nella xilografia in particolare, soprattutto per Kirchner, Schmidt-Rottluff e Heckel. E ciò ribadisce, fra l’altro, il valore della “Collezione Familiari”, il cui nucleo essenziale è fondato proprio su questo strumento espressivo.

Heckel, Donna raccolta, 1913, xilografia

A fare la parte del leone è Schmidt-Rottluff, rappresentato da 12 opere, oltre che da una maschera in osso. L’amicizia fra il geniale espressionista (il suo autoritratto del 1962 è il primo quadro della raccolta, come regalo di nozze del pittore al collezionista) e Familiari, che ebbe il primo incontro con il pittore a Berlino nel 1964, durò fino alla scomparsa dell’artista, nel 1976 e fu talmente stretta che l’ultima opera del maestro, un autoritratto a inchiostro di china del 1972, fu donata all’amico italiano. Un’altra particolarità di questa collezione, pertanto, che sancisce pure l’assoluta qualità e rilevanza delle singole opere, sta nel fatto di essere nata e cresciuta sotto gli auspici e grazie anche ai consigli di uno dei protagonisti storici della Brücke.

Schmidt Rottluff, Testa di donna, 1915, xilografia

E poi va segnalato con particolare rilievo il nucleo di ben sei autoritratti di Erich Heckel: osservati in sequenza diventano potenti cartografie di un mutamento fisico e di un’evoluzione spirituale in cui i segni si fanno letteralmente tracce del tempo. Inoltre le xilografie di Schmidt-Rottluff, Donna con i capelli sciolti (1913) e di Heckel, Donna raccolta (1914), sono tra le prove più alte e potenti dei due artisti in campo grafico per sintesi formale ed intensità espressiva.

Schmidt Rottluff, Grosse Prophetin, xilografia, 1919

Di Ernst Ludwig Kirchner non si possono dimenticare il Ritratto di David Muller, xilografia del 1919, labirintico e quasi allucinato, e la xilografia Vecchia e giovane (1921). Intenso e potente è poi il Ritratto di pescatore di Pechstein, xilografia del 1921. All’ambito del Blaue Reiter appartiene invece un altro artista significativo presente nella “Collezione Familiari” con la litografia La tomba di mia madre (1919), Alfred Kubin. La raccolta abbraccia anche opere importanti del “realismo espressionistico” (per dirla con Mario De Micheli), nato subito dopo la prima guerra mondiale con George Grosz, Käthe Kollwitz, Otto Dix, Max Beckmann, questi ultimi tre ben rappresentati nella “Collezione Familiari”, così come quel grande e solitario visionario che fu Oskar Kokoschka.

Kirchner, David Muller, 1919, xilografia

La raccolta comprende altre opere, anche di autori non tedeschi, che rivelano una temperie di origine espressionista distesa nel tempo, fino ad oggi. Ecco allora uno scultore, ceramista ed incisore tedesco come Gerhard Marcks, il fiammingo Frans Masereel, il cecoslovacco Karel Černý, solo per dirne alcuni. La linea espressionista della “Collezione Familiari” viene traghettata negli anni sessanta del XX secolo soprattutto da un pregevole gruppo di 5 inchiostri di china e gesso colorato e un acquarello di Schmidt-Rottluff, con nature morte ed un paesaggio alpino, caratterizzati da un’ulteriore semplificazione delle forme e da una notevole sensibilità coloristica. Il cerchio si chiude ancora una volta sotto il segno di Schmidt-Rottluff, il grande solitario del Die Brücke, definito dal suo biografo Will Grohmann “il più duro e il più taciturno” ma forse anche il più generoso.

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