La natura, il suo rapporto con l’uomo, la reciproca interazione, il legame intrinseco tra dimensione interna ed esterna, l’ambiente, lo spazio, gli oggetti, sono al centro della mostra “Renato Guttuso, Antonio Ligabue, Fausto Pirandello. Arte Fiera arriva in Galleria. Uomo, natura e ambiente nella storia dell’arte“, organizzata dalla galleria De’ Bonis a Reggio Emilia, in corso fino al 27 febbraio. È stato proprio durante il lockdown che è nata la selezione delle opere firmate da grandi pittori del ‘900, quali Guttuso, Ligabue, Pirandello, destinate in prima battuta ad “Arte Fiera”, rimandata a causa della pandemia. La mancanza del contatto con natura imposta dal COVID-19, avvertita dai galleristi, ha dato vita a un percorso espositivo in cui si alternano rappresentazioni di spazi aperti, di interni, di nudi ritratti in tutto il loro realismo, sulla scia della scuola delle Avanguardie. I tre artisti presenti in mostra, sebbene diversi per personalità e tecnica, esprimono se stessi e il loro rapporto con la vegetazione, la natura, le attività dell’uomo. Tre persone che guardano l’eruzione dell’Etna (1983), è una delle opere di Guttuso esposte in mostra. Il rosso incandescente della lava si muove, con un moto vorticoso, lungo le pendici del vulcano, mentre tre spettatori, dalla fiera postura, ammirano il magnifico evento naturale. La lava viene rappresentata con un rosso vivo, acceso da luminescenze dorate, che ne conferiscono un singolare scintillio. Il rosso, colore che caratterizza molta della produzione dell’artista siciliano, esprime tutto il vigore, l’irruenza non solo dell’evento, ma anche della sua personalità. La natura vibra nelle foglie accartocciate della pannocchia di mais, nel groviglio dell’edera da tagliare, nella Passeggiata nel parco (1948), dove gli alberi, dai tratti simbolisti, aprono la prospettiva ad un sentiero, lungo il quale lo spettatore è invitato a perdersi con lo sguardo e la vegetazione sembra emanare i profumi, gli aromi dei frutti ritratti nell’Agrumeto del 1975.
L’elogio alla natura è anche presente nello opere di Antonio Ligabue, da cui emerge un’attenta analisi non solo verso i dettagli, ma verso le attività dell’uomo, quali ad esempio nel dipinto Semina con cavalli (1953). Il verde vibrante della vegetazione, color smeraldo vivo, si contrappone ai colori brunastri della terra e degli animali, come nel piccolo dipinto che rappresenta una lumachina totalmente immersa nella folta vegetazione.
La natura quale mondo circostante, è ambiente da vivere, denso di vita vissuta, mezzo per rappresentare l’allegoria dell’esistenza, delle circostanze, dell’aggressività dei suoi abitanti, dell’armonia delle sue componenti e dei colori che, se da un alto si contrappongono, dall’altro coesistono con armonia, unendo la terra e il cielo dalle delicate campiture, dai toni del rosa, del celeste, del bianco. Ma se nelle opere presenti di Guttuso e Ligabue viene rappresentata la natura, quale Madre Terra, accogliente, forza generatrice e feconda, la riflessione di Pirandello si basa sull’ambiente interno, quale spazio naturale in cui rifugiarsi, vivere il proprio io, l’intimità con se stesso. In un ambiente dalle linee cubiste vibra la lezione di Cezanne. Diversi oggetti, dalla funzione più disparata tra loro convivono sul tavolo dello studio, svelando con forte realismo i gusti, le abitudini dell’inquilino. In Nudo Pensoso una donna, in posa come Paolina Bonaparte o la Venere di Tiziano, viene ritratta in modo vero, spietato, mettendo in evidenza i dettagli del suo corpo, i volumi esaltati attraverso la contrapposizione dei colori dell’incarnato, dei capelli, degli occhi.
Il richiamo alle avanguardie, al primivitismo, emerge con forza dai dipinti di Pirandello dalle linee marcate, dai profili definiti, come nell’opera Bagnanti del 1972, in cui la composizione grafica delle figure dona all’opera un senso di staticità solenne, una processione simbolica, in cui le donne, una di seguito all’altra si accingono ad immergersi nell’acqua. I colori dominanti, quali il rosa e il verde ricordano la bellezza naturale delle donne rappresentate, umanizzando i profili scultorei di ispirazione “Sironiana” e dal respiro di primo Novecento.
La riflessione sull’uomo e della sua relazione con la natura, resta dunque fulcro di espressione nella storia nell’arte e la sua universalità ritorna a essere musa ispiratrice per diversi artisti in differenti epoche storiche.
Il momento attuale, ora più che mai, riporta a meditare sulla necessita di restare in dialogo con essa tutelandone le infinte e meravigliose potenzialità.
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