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Tra gli artisti più influenti del suo tempo, Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino per via dello strabismo, viaggiò molto per l’Italia, per conoscere la pittura dei Maestri suoi coevi. Andò a Venezia, svolse importantissime commissioni a Roma, come la decorazione del Casino del Monte, per il cardinale Ludovico Ludovisi, e poi fu invitato a Londra e a Parigi ma, nonostante le generose offerte economiche, preferì risiedere nel suo paese di origine. E oggi, Cento rende omaggio al Guercino, il suo cittadino più illustre, con “Emozione Barocca”, una mostra a cura di Daniele Benati, visitabile fino al 15 febbraio 2020, alla Pinacoteca San Lorenzo e alla Rocca, che documenta l’evoluzione stilistica del grande artista. Dagli anni di formazione, tra le influenze ferraresi e la resa cromatica del tardo Tiziano, fino alla maturità piena, quando la freschezza della “gran macchia” sembra lasciare il posto alla “maniera”.
La mostra a Cento è stata inaugurata l’8 novembre, giorno del compleanno di Sir Denis Mahon, storico d’arte che dedicò la vita al Barocco italiano e che, con le sue scoperte e i suoi studi, contribuì a rivalutare l’opera di artisti dimenticati nel corso del tempo, come Caravaggio e in particolare il Guercino, del quale stilò anche un preciso catalogo di opere.
Il Guercino ritorna a Cento: il percorso della mostra
«Guercino ha nutrito amore per il suo paese nativo…ha lasciato parecchi quadri, dei quali i cittadini ci tengono tanto ancora oggi ed a ragione. Guercino è il nome di un Santo che corre sulle labbra dei grandi come dei piccoli», scriveva Goethe che, durante il suo grand tour in Italia, decise di fare tappa a Cento, precisamente il 17 ottobre del 1786, per ammirare le opere del Guercino.
In mostra a Cento, 27 dipinti, 32 affreschi e 20 disegni, opere in gran parte appartenenti al patrimonio culturale cittadino e mai più esposte al pubblico dopo il terremoto del 2012, come le tele della Cappella Barbieri della Chiesa del Rosario, cappella di famiglia del pittore ricostruita all’interno del percorso espositivo, insieme ad altre opere della Pinacoteca Civica di Cento, attualmente inagibile. La mostra tiene conto anche dei suoi modelli e presenta anche opere di Ludovico Carracci, Carlo Bononi e dello Scarsellino.
Oltre al nucleo di opere di Cento, presentate anche altre tele provenienti da città vicine come l’Assunta con angeli e i santi Pietro e Girolamo proveniente dalla Cattedrale di Reggio Emilia, un’opera che per la prima volta esce dal duomo cittadino, il San Francesco con San Luigi di Francia oranti proveniente dalla Parrocchiale di Brisighella e la Madonna col Bambino dormiente proveniente dalla Collezione Salamon di Milano.
A chiusura del percorso, la prima opera di Guercino finora conosciuta, realizzata all’età di otto anni sul muro della casa paterna a Cento, che raffigura la Madonna della Ghiara.
Una mostra diffusa
Ma il percorso della mostra di Guercino si estende in tutta Cento, per un itinerario guerciniano che comprende le chiese di San Sebastiano, di Santa Maria Maddalena, di San Biagio, di Sant’Isidoro di Penzale, dei SS. Rocco e Sebastiano, depositarie di opere del Maestro e di seguaci della sua Scuola. Al “Centro Pandurera” della Fondazione Teatro Borgatti sono poi esposte 33 incisioni, provenienti dalla collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, realizzate sui modelli del Guercino da artisti del ‘600, ‘700 e ‘800, fondamentali per la diffusione del suo stile.
L’iniziativa coinvolgerà l’intera città, attraverso una serie di eventi collaterali, come i led wall a Palazzo del Governatore, affacciato sulla piazza dedicata al pittore centese.
Mostra molto bella belli i quadri molto interessante i affreschi mai visto prima d ora valeva la pena di andarci da Gorizia