Un ottimo esempio di collaborazione tra pubblico e privato? Questa volta siamo in Piemonte, dove Consulta di Torino, assieme a un nutrito gruppo di partner, composto da Compagnia di San Paolo, Intesa Sanpaolo, Reale Mutua e Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, AVTA-Associazione Venariese Tutela Ambiente – Amici della Reggia di Venaria, restituirà alla fruizione l’ultimo tassello dei Giardini della Reggia di Venaria, a poco più di dodici anni dalla sua riapertura. I lavori, che si concluderanno nell’autunno del 2020 e sono stati sviluppati sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città di Torino, si muoveranno sui tre binari paralleli del restauro, del recupero e della valorizzazione del Complesso monumentale della Fontana d’Ercole, smantellato a partire dagli inizi del Settecento.
Il progetto, realizzato dalla Consulta di Torino, è inserito negli interventi che possono beneficiare dell’Art Bonus e delle relative agevolazioni fiscali. L’investimento in campo è pari a tre milioni di euro, uno dei cantieri di restauro dei beni artistici e culturali più importanti d’Italia, e le spese saranno coperte al 90% da privati.
La Fontana dell’Ercole fu progettata dall’architetto ducale Amedeo di Castellamonte nel 1679, per il duca Carlo Emanuele II di Savoia. In linea con lo spirito tardo barocco del tempo, la fontana non rappresentava solo un elemento architettonico ma una sorta di palcoscenico in grado di suscitare stupore e meraviglia. Per evocare le atmosfere che ancora animano il luogo, verranno riproposti anche i giochi d’acqua seicenteschi che, attraverso una complessa serie di impianti idraulici, costituivano la principale attrattiva della fontana.
L’apogeo sarà il grande bacino centrale, in cui verrà collocata la statua dell’Ercole Colosso, già restaurata dalla Consulta nel 2015, accompagnata da otto nuove fontane, trenta scherzi d’acqua e 14 grandiosi calchi di statue, bassorilievi e decorazioni che, dopo il 1751, sono stati dispersi per il Piemonte, rintracciati da Paolo Cornaglia, docente di storia dell’architettura al Politecnico di Torino, i cui studi risalgono ai primi anni ’90.
Saranno riproposte anche le volte perdute della copertura del Ninfeo centrale, realizzate mediante centine in legno di okumè, sorrette da quattro giganteschi telamoni, copie di quelli marmorei originali, oggi collocati nel Castello di Govone. La passeggiata si concluderà all’esterno, percorrendo i lati delle gallerie coperte, dove si potrà visitare una raccolta di frammenti marmorei ritrovati nei giardini della Venaria, un antiquarium allestito con i criteri di un museo all’aperto. E con un cuore tecnologico, visto che una serie di animazioni tridimensionali permetteranno di ripercorrere gli antichi scenari seicenteschi.
«Questo progetto di restauro esplora strade nuove, che intendono riproporre frammenti di immagini architettoniche perdute seguendo con coerenza un percorso di ricerca scientifica basato sulla presa di coscienza dello spirito del luogo, che ci è dato di conoscere se si sa interpretare la memoria dei frammenti dispersi dalla storia», ha spiegato l’architetto Gianfranco Gritella, che ha elaborato le linee progettuali dei lavori.
Tutto ciò è stato reso possibile anche grazie alla cooperazione, «Una sfida alta e bellissima per Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino», ha dichiarato la Presidente Adriana Acutis. «La ristrutturazione e valorizzazione del Complesso monumentale della Fontana dell’Ercole è resa possibile dall’impegno strategico e concreto delle Imprese presenti a Torino a favore del territorio. Questo importante e innovativo intervento, progettato e orchestrato da Consulta al cuore dei giardini della Reggia di Venaria è frutto e dimostrazione della capacità del tessuto imprenditoriale di Torino di investire e collaborare assieme ad Enti pubblici e Soprintendenza per lo sviluppo, la salvaguardia e la vitalità del patrimonio culturale».
E di sfida affascinante ha parlato anche Francesco Profumo, presidente di Compagnia di San Paolo: «Il sostegno dell’ambizioso progetto di ristrutturazione del Complesso dell’Ercole, che comprende la riqualificazione dell’intera area archeologica della fontana, rappresenta per la Compagnia un intervento particolarmente ragguardevole poiché consiste nell’ultimo rilevante cantiere di restauro da attuarsi presso la Reggia di Venaria. Tale recupero, insieme al progetto paesaggistico del Tempio di Diana, perfezionerà il percorso di visita dei Giardini, realtà a favore della quale la nostra Fondazione destina contributi significativi, contemporaneamente ai sostegni riconosciuti al Consorzio delle Residenze anche in qualità di ente partecipato».
«Il sostegno di Intesa Sanpaolo per il restauro e la valorizzazione della Fontana dell’Ercole alla Reggia di Venaria è in piena sintonia con l’impegno che la nostra Banca si è assunta in tema di tutela e promozione del patrimonio d’arte italiano, dimostrato attraverso le attività del Progetto Cultura. Nella primavera del 2018, abbiamo scelto proprio la Reggia di Venaria, luogo simbolo dell’identità, della storia e della bellezza del Paese, per ospitare le oltre 200 opere restaurate in occasione della XVIII edizione di Restituzioni, una delle principali e più ambiziose iniziative del Progetto Cultura curata da Intesa Sanpaolo fin dal 1989», ha commentato Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo.
In alto: Bernardo Falconi, Ercole, 1670, allestimento temporaneo, foto Davide Zannotti