Categorie: Arte moderna

È Michelangelo l’autore dell’incisione sul muro di Palazzo Vecchio?

di - 23 Novembre 2020

Per anni è stata una leggenda ma forse oggi siamo più vicini all’attribuzione ufficiale. Il curatore Adriano Marinazzo, in un articolo recentemente pubblicato da Art e Dossier, ha spiegato come la nota incisione sulla destra del portone di ingresso di Palazzo Vecchio, a Firenze, che la vox populi attribuisce a Michelangelo, sia incredibilmente simile a un disegno conservato al Louvre, raffigurante un viso di profilo. Marinazzo, docente al Muscarelle Museum of Art e al College of William and Mary a Williamsburg, ha avuto un’epifania durante le ricerche per il suo ultimo libro.

Nel disegno del Louvre preso in esame da Marinazzo, è possibile riconoscere il profilo di un uomo con un pronunciato pomo d’adamo, labbra carnose, un grande naso e, infine, con capelli ricci e castani. Nonostante le somiglianze con l’incisione di Palazzo Vecchio, questo disegno è stato ignorato dagli studiosi di Michelangelo per molti anni, nascosto fra immagini di nudi maschili e di una Vergine Maria che allatta Gesù insieme a Sant’Anna.

Un close-up dell’incisione su Palazzo Vecchio
Questo, invece, è il disegno del profilo conservato al Louvre

Secondo la leggenda popolare, l’incisione potrebbe rappresentare uno dei questuanti che assillavano quotidianamente Michelangelo, che si “vendicò” in questo modo. A Firenze, infatti, l’incisione è conosciuta anche come “l’importuno di Michelangelo”. Marinazzo invece propone un’ipotesi diversa sull’identità dell’uomo il cui profilo è inciso su Palazzo Vecchio. Potrebbe infatti trattarsi di Francesco Granacci, un amico di Michelangelo che partecipò attivamente alle discussioni sul posizionamento del David. Proprio il Vasari, nelle sue celberrime Vite, scrive di Granacci come del più caro amico del grande artista originario di Caprese, in provincia di Arezzo. In più, alcune ricostruzioni del viso di Granacci confermerebbero le somiglianze.

Chi dire mai chella f[osse] di mia mano

“Chi dire mai chella f[osse] di mia mano”: la frase scritta accanto al disegno conservato al Louvre sembra farci capire come sia stato possibile che queste due opere, seppur lontane, non siano mai state associate l’una all’altra. Oltretutto, le date riportate sul disegno corrispondono al periodo in cui l’artista si è dedicato al David. Infine, solo un’esperto come Michelangelo sarebbe stato in grado di incidere con tanta maestria un ritratto così naturale nella dura pietra di Palazzo Vecchio.

Visualizza commenti

Articoli recenti

  • Premi

Sensing Beyond Human: il Premio Lydia 2024 va alla ricerca di Giulia Deval

Promosso dalla Fondazione Lazzaretto di Milano, il Premio Lydia 2024 è stato vinto da Giulia Deval, per la sua ricerca…

26 Luglio 2024 14:35
  • Progetti e iniziative

Caloma Festival porta l’arte contemporanea in un borgo del Salento

Partendo dalla tradizione della tessitura, il festival Caloma rilegge il territorio di Casamassella e del Salento attraverso i linguaggi della…

26 Luglio 2024 11:25
  • Arte contemporanea

40 progetti per il PAC 2024: 3,5 milioni di Euro per l’arte contemporanea

Annunciati i vincitori del PAC 2024, il Piano per l’Arte Contemporanea per incrementare le collezioni pubbliche italiane: ecco i 40…

26 Luglio 2024 9:29
  • Danza

We Humans: la Biennale Danza di Venezia, tra corpi e tecnologie

Tra corpi sofferenti o ironici, fantasmatici o immersi nella realtà, entra in gioco la nuova dimensione della tecnologia: reportage da…

26 Luglio 2024 9:01
  • Mostre

Love Dart: l’universo sensuale di Wang Haiyang inaugura a Venezia

Love Dart, la mostra personale di Wang Haiyang aperta fino all'8 settembre, fa parte di una serie di tre personali…

26 Luglio 2024 0:03
  • Musei

La casa di Pasolini in via Tagliere a Roma diventerà un museo pubblico

Donata allo Stato la casa di Roma in cui Pier Paolo Pasolini visse tra il 1951 e il 1954: qui…

25 Luglio 2024 18:59