Dopo aver attraversato i giardini delle Tuileries, sotto l’incombente mole della ruota panoramica che, miracolosamente scomparsa da Place de la Concorde, è purtroppo riapparsa – anche se meno invasiva – lungo Rue de Rivoli, si raggiunge il cuore pulsante della rive droite. Qui, nel ritrovare la frenesia della vita parigina ante-Covid, si percepisce una chiara propensione a riprendere da dove si era stati interrotti. E nel mondo dell’attività espositiva e del mercato dell’arte, questa pulsione appare molto forte ma anche più attenta e cauta. L’atmosfera culturale nell’VIII arrondissement sta diventando sempre più dinamica e internazionale, in particolare grazie all’arrivo di importanti gallerie d’arte contemporanea che si sono unite alle gallerie storiche già presenti.
A testimonianza del processo riavviato, alcuni casi sembrano particolarmente significativi. Al 16 di Avenue Matignon, la Galleria Tornabuoni Paris ha inaugurato la mostra “Alighiero Boetti – Pensando all’Afghanistan” (ne scrivevamo più approfonditamente qui). Invece, la Galerie de la Présidence a Rue du Faubourg saint Honorè, per il 50mo anniversario, il 22 novembre ha aperto la mostra “Marquet: Paris, mon amour”, che riunisce un insieme di 26 tele e alcuni acquarelli, dal 1898 al 1941, di cui la metà sono vedute di Parigi. Un corpus degno di un’esposizione museale. Albert Marquet (1875-1947) è un autore che da molti anni la galleria ha promosso, valorizzato e fatto conoscere.
Il valore dell’artista, considerato nel passato minore, è ormai riconosciuto, come dimostra il successo della vasta mostra del 2016 “Albert Marquet Peintre du temps suspendu al Musée d’Art moderne” e l’esposizione di queste vedute della capitale francese risulta un complemento importante alla conoscenza della sua opera, soprattutto affiancandole alle altre sue tele visibili ora nella mostra della Collection Morozov Icônes de l’Art moderne alla Fondazione Louis Vuitton. Si può così mettere in luce e delineare l’evoluzione del percorso dell’artista nel rappresentare quei paesaggi che amava, attraversando le diverse tendenze pittoriche che ha avvicinato.
Dal 1890 al 1947, la capitale francese è stata infatti il centro del mondo di Albert Marquet. Dipinse le rive della Senna, il suo soggetto preferito, dalle finestre dei suoi vari appartamenti al Quai des Grands Augustins poi al Quai du Louvre e infine dal Quai Saint-Michel nello studio che l’amico Matisse, aveva appena lasciato. Come lui stesso affermò «Dal 1898 noi, Matisse ed io, lavoriamo in quello che in seguito chiameremo il modo fauvista. I Salons des Indépendants, dove credo fossimo gli unici due pittori ad esprimersi in toni puri, risalgono al 1901». Successivamente Marquet lasciò andare la vivacità coloristica fauve attenuando la sua tavolozza nelle tonalità dal nero al bianco, dal marrone all’ocra e utilizzando prospettive audaci delle rive della Senna, animandole di piccoli figure. A questo corpus si affiancano alcuni paesaggi di città marine e di porti mediterranei altro soggetto molto presente soprattutto nella sua ultima produzione.
Cogliere questa occasione di “gemellaggio” fra diverse iniziative costituisce un interessante tentativo di creare rete e quindi rafforzare la proposta culturale e l’impatto sul mercato.
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