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L’ultimo van Gogh nella grande mostra al Musée d’Orsay di Parigi
Arte moderna
È l’ultimo atto. L’epilogo di una carriera breve ma più che intensa, che ha consegnato la sua opera alla storia. Se Vincent Van Gogh (1853-1890) è stato uno degli artisti più prolifici nel mondo dell’arte e della pittura (in termini di numero di opere realizzate nel periodo di attività), oltre a essere uno dei massimi artisti di tutti i tempi, alcune delle sue opere più celebri e di valore sono state realizzate negli ultimi mesi della sua esistenza. Ed è proprio a questo preciso momento che guarda la mostra del Museo d’Orsay di Parigi, Van Gogh a Auvers-sur-Oise, fino al 4 febbraio 2024, dedicata alle opere prodotte durante i due ultimi mesi della vita di Van Gogh, a Auvers-sur-Oise, vicino alla capitale francese. La mostra costituisce il culmine di anni di ricerche su questa fase cruciale della vita dell’artista, e permette al pubblico di apprezzarlo pienamente, nella giusta dimensione.
Giunto à Auvers-sur-Oise il 20 maggio 1890, Vincent Van Gogh vi muore il 29 luglio dopo un tentativo di suicidio. Benché il pittore abbia trascorso poco più di due mesi ad Auvers, questo periodo vede un rinnovo artistico, con un proprio stile e un proprio sviluppo, segnati dalla tensione psichica nata dalla nuova situazione ma anche dalla creazione di alcuni dei suoi più grandi capolavori. Duramente provato dalle varie crisi subite ad Arles e poi nel manicomio di Saint-Rémy, Van Gogh si avvicina a Parigi e al fratello Theo per trovare un nuovo slancio creativo.
La scelta di Auvers è stata dettata dalla presenza del Dottor Gachet, medico specializzato nel trattamento della depressione, tra l’altro amico degli impressionisti, collezionista e pittore dilettante. Van Gogh si installa nel centro del villaggio, nella locanda Ravoux, ed esplora tutti gli aspetti del nuovo mondo che gli si sta aprendo, mentre lotta con molteplici preoccupazioni legate alle sue crisi, alla sua salute, al suo rapporto con il fratello e al suo posto nel mondo dell’arte.
Nessuna mostra è mai stata finora dedicata esclusivamente a questo stadio finale, eppure cruciale, della sua carriera. In due mesi, il pittore ha prodotto 74 dipinti e 33 disegni, tra cui opere iconiche: Il Dottor Paul Gachet, La chiesa di Auvers-sur-Oise, oppure Campo di grano con volo di corvi, con cui l’artista si congeda dall’arte e dalla sua esistenza. Ricca di una quarantina di dipinti e di una ventina di disegni, la mostra punta i riflettori su questo periodo con una finalità tematica: primi paesaggi che raffigurano il villaggio, ritratti, nature morte, paesaggio della campagna circostante. Non solo. La mostra di Parigi propone anche una serie, unica nel lavoro di Van Gogh, di dipinti aventi un formato allungato a doppio quadrato.
La mostra, il cui prestigio è fin troppo evidente, scaturisce dall’impegno e collaborazione dell’Ente pubblico dei musei d’Orsay con il museo dell’Orangerie di Parigi e il museo Van Gogh di Amsterdam, dove ha transitato dal 12 maggio al 3 settembre 2023, per le celebrazioni del suo 50° anniversario.
E per chi vuole trascendere dalla vera opera di Van Gogh, espandendo l’esperienza attraverso altri sensi e mezzi, la mostra offre anche una dimensione interattiva che permette di «Immergersi nella tavolozza di Van Gogh come se steste camminando in un paesaggio, per scoprire le opere e le tecniche dell’artista». Un qualcosa in più, se vogliamo, da aggiungere alla fin troppa bellezza di cui si può godere all’interno della “vera” esposizione.
Bellissima grazie per questo scorcio meraviglioso!