29 aprile 2025

Una mostra in Umbria ricostruisce le tracce dell’Impressionismo in Italia

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La mostra di Terni offre un’ampia panoramica dell'influenza dello storico movimento artistico francese anche oltre i confini e verso i decenni successivi, dai Macchiaioli a Mario Schifano

Giovanni Boldini, Ragazza sulla spiaggia di Ostenda

Uno sguardo sull’Impressionismo. L’ennesimo, verrebbe da dire, tenendo a mente la lunghissima lista di mostre e iniziative varie che sono state realizzate nel corso del tempo per celebrare il movimento artistico tra i più noti a livello globale (e popolare) al punto da diventare quasi materia “commerciale”, nel panorama delle esposizioni di arte. Per questo, la nuova mostra presentata in Umbria dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, per proseguire l’impegno nella «Valorizzazione dell’arte attraverso le Grandi mostre», potrebbe creare un minimo di diffidenza tra i più navigati. Soprattutto perché il titolo, riportato nell’incipit di questo articolo, è anticipato da un’altra di quelle impostazioni che suscita a dir poco sospetto – Da Degas a Boldini – proponendo una di quelle tradizionali forzature mirate a richiamare l’attenzione degli utenti tramite il richiamo dei nomi di spicco.

A “salvare” il tutto, però, è la parte finale del titolo: perché a Uno sguardo sull’impressionismo si aggiunge tra Francia e Italia. Lasciando intendere che quella proposta è un’ampia rassegna per celebrare l’impressionismo francese ma anche e soprattutto la stagione impressionista in Italia, superati i 150 anni dalla prima mostra che ne ha sancito la nascita (il 15 aprile 1874 a Parigi). Non “la solita” mostra sull’impressionismo francese, dunque, e comunque offerta a titolo completamente gratuito, quindi a scopo puramente divulgativo, come tradizione della Fondazione promotrice.

Silvestro Lega, La lezione

In effetti, come spiegano i curatori Anna Ciccarelli e Pierluigi Carofano, «La mostra offre l’opportunità di esplorare le connessioni tra le diverse correnti artistiche dell’epoca e di apprezzare l’eredità duratura dell’Impressionismo. Un viaggio attraverso i maggiori rappresentanti della storia dell’arte a cavallo tra Ottocento e Novecento, dai maestri della Scuola di Barbizon, fondatori di una nuova visione della natura, agli Impressionisti e ai Macchiaioli che, pur ispirandosi ai principi del realismo francese, hanno esplorano la luce e il colore in modi innovativi e personali». Proponendo anche «Un singolare quanto originale dialogo tra artisti moderni e contemporanei: Édouard Manet / Tano Festa , Claude Monet /Mario Schifano. Un omaggio offerto dai maestri di primo piano della storia dell’arte italiana e internazionale del secondo Novecento agli Impressionisti».

Vittorio Matteo Corcos, L’inglesina

L’esposizione, in programma fino al 29 giugno 2025 a palazzo Montani Leoni, a Terni, offre 45 opere tra sculture, dipinti e scritti, provenienti da importanti Musei nazionali e internazionali, dalle Collezioni d’arte delle Fondazioni bancarie, degli Istituti di credito e dalle Gallerie d’Italia, la mostra di Terni intende celebrare prevalentemente gli artisti italiani che, dalla metà dell’Ottocento agli anni ’20 del Novecento, hanno dato lustro al nostro Paese e che non sempre sono stati adeguatamente onorati, in quanto la loro fama è stata oscurata dal successo dominante del movimento francese.

Jean Baptiste Camille Corot, Pescatore di gamberi – Nemi

L’obiettivo, quindi, è quello di offrire uno sguardo sull’Impressionismo ponendolo però in relazione con le altre correnti sviluppatesi nello stesso periodo in Italia. Le sue origini affondano nei principi della pittura en plein air animata da un gruppo di artisti che si allontana dalla brulicante moderni­tà della città di Parigi per dedicarsi a dipingere in mezzo alla natura nella foresta di Fontainebleau, nei pressi di Barbizon, da cui il nome della famosa corrente. Corot, tra i precursori del movimento, e Palizzi (Fondazione Cariplo) aprono quindi la mostra, mentre un raro disegno su carta di Manet (Collezione Banco BPM) introduce la sezione dell’Impressionismo francese, impreziosita da uno studio preparatorio per le Ninfee di Monet, considerato il padre del movimento.

Degas Edgar, Ballerina con tamburello

Tra gli artisti francesi presenti in mostra non poteva mancare Berthe Morisot, la Magicienne dell’Impressionismo, l’unica donna tra i fondatori del movimento francese. Morisot è presente alla mostra di palazzo Montani Leoni con tre opere provenienti da collezioni francesi e irlandesi ed esposte recentemente alla GAM di Torino. Edgar Degas, conosciuto come il pittore delle ballerine, è presente in mostra con due sculture e due incisioni concesse in prestito dalla GNAM di Roma.

Federico Zandomeneghi, Au théatre- nel palco

Nelle sale successive sono presentate le opere degli Italiens, De Nittis, Zandomeneghi, Boldini, Corcos (tra i prestatori, il Museo civico Giovanni Fattori di Livorno, Fondazioni Sicilia e Padova e Rovigo) e Medardo Rosso (dal Mart di Trento e Rovereto), al­cuni tra i più importanti artisti italiani che si trasferirono a Parigi per inseguire le novità artistiche europee presentate ai Salon annuali e alle varie edizioni dell’Exposition Universelle.

Luigi Gioli, Signore in riva al mare

Un’ampia sezione è dedicata ai Macchiaioli, movimento arti­stico tutto italiano, che si sviluppa a Firenze a partire dalla metà dell’Ottocento, particolarmente apprezzato in Francia. Tra i rappresentanti più noti, Fattori, Lega, Signorini e Banti, ai quali i curatori della mostra hanno dato ampio spazio soprattutto con opere rappresentative della loro esperienza francese. La forte tempra artistica di questi ultimi artisti avrà poi un notevole ascendente sulla nuova generazione dei pittori toscani che, formatisi a fianco dei Macchiaioli, si segnalerà alle mostre a cavallo degli anni Settanta e Ottanta. Francesco e Luigi Gioli, sono rappresentanti autorevoli di questa corrente tardo macchiaiola presenti in mostra con opere provenienti dalle collezioni artistiche delle Fondazioni Cariplo e Firenze.

Giovanni Fattori, Sosta di cavalleggeri

Per poi culminare con una sezione tutta contemporanea, un originale quanto unico “omaggio all’Impressionismo” offerto da Mario Schifano e Tano Festa, artisti contemporanei le cui tele celebrano la fortuna di questa grande innovazione pittorica, messa agli atti dalla mostra di Terni, accompagnata anche da un video messo a disposizione dalle Teche della Rai che completa il percorso espositivo.

Il risultato complessivo, dunque, è di una mostra che rende giusto omaggio a quel movimento artistico ormai noto alla massa, valutandone anche gli impatti e le manifestazioni che vanno oltre lo stesso periodo storico e la storia parigina.

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