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arteatro_compagnie di ricerca Edgarluve – Felicità Castiglioncello (li), Inequilibrio
arteatro
Una delle realtà più vivaci sulla scena teatrale italiana. Edgarluve alle prese con il terzo atto della Trilogia dell’Io di Camus. Con Felicità il gruppo teatrale livornese mette in campo la lucida follia dei personaggi dell’autore francese. Con una surreale parlata toscana...
Un percorso, quello del gruppo livornese Edgarluve (Alessio Traversi e Valerio Michelucci), che va letto nella continuità e nella coerente conclusione di un articolato progetto teatrale pluriannuale.
Felicità, molto liberamente tratto da La morte felice di Albert Camus, presentato al Festival di Castiglioncello e all’interno di Effetto Venezia a Livorno, conclude infatti il trittico dedicato a Camus su estraneità, conflitto e società, iniziato con Ambalaze e La peste. La ri-scrittura di Alessio Traversi individua in tre stazioni (uccisione, fuga, morte felice) il percorso della follìa omicida del personaggio-campione di infelicità, e traduce così le due parti di cui si compone il romanzo: Morte naturale e Morte cosciente.
La morte felice è il primissimo romanzo dell’autore francese, mai pubblicato durante la vita dello stesso. Fu forse un’opera abiurata o abbandonata, secondo alcuni per lasciare spazio al disegno de Lo straniero.
La rincorsa verso una felicità godibile solo attraverso la ricchezza, induce il protagonista del romanzo, l’impiegato Mersault all’omicidio. Estraneo al mondo, fuori dai comportamenti della vita normale, e infine fuori dalla legge, persegue con convinzione una sua propria morale che si riduce al “paradosso della felicità”: per ottenerla è lecito compiere un atto scandaloso, un omicidio. Morirà felice poiché “la felicità implica una scelta e all’interno di questa scelta, una volontà cosciente. Non la volontà della rinuncia, ma la volontà della felicità”.
La scena gioca sulla lucida follia del personaggio che si fissa su un modello di vita felice a cui si dedica con totale dedizione: un’eleganza ricercata fino allo spasimo accompagnato da un rigetto dei dolori del mondo e da un pensiero costante: cancellare le orme del padre che non portano in nessun posto felice e fuggire dalla famiglia. Una volta che non esistono più regole, si uccide il padre per un mucchio di contanti. Si uccide comunque, per essere liberi. Tolto il dente, al suo posto cresce una banconota.
Il dialetto livornese vivacizza alcune parti dello spettacolo e questa concessione al parlato toscano diventa una delle felici (è il caso di dirlo) invenzioni che aumentano l’atmosfera di follia dello spettacolo. Valerio Michelucci, credibilissimo e affascinante Mersault, si muove con ironia in questi tormenti dell’essere smettendo i panni del lucido parricida per indossare un attimo dopo quelli di Icaro che vola verso un sogno impossibile. O ancora infilandosi i guanti di plastica della massaia che vive per il sogno da commedia americana di una casa con piscina dove invitare le amiche. Così tutto ruota intorno al sogno di una felicità impressa come un marchio nella pelle, che ognuno deve obbligatoriamente cercare. E che altro non appare se non un’ossessione che vanifica ogni altra cosa.
anna maria monteverdi
Edgarluve – Felicità
regia: edgarluve
drammaturgia: Alessio Traversi
con Valerio Michelucci
organizzazione Anna Chiara Altieri
foto Chiara Sbrana
www.edgarluve.it
edgarluve@yahoo.it
0586884423
328 3818469 – 349 1379830
Inequilibrio 7-18 luglio 2004, VII edizione
Castiglioncello (LI) Castello Pasquini
Piazza della Vittoria, 1 tel 0586 754202/759021- cell. 348 8879840 – fax 0586 754198
www.armunia.it
armunia@armunia.it , press@armunia.it
[exibart]
Grande Valerio!
BRAVI BIMBIIIIII!!!!!!!
dipsiaciutissima di non averlo visto, ma felicissima per valerio e alessio