Corpi convulsi che trovano permanenza solo nello sguardo di chi osserva. Gesti privi di senso che tracciano punti precisi nello spazio. Destabilizzazione percettiva prodotta dalle rifrazioni elettriche di installazioni video. Davanti agli occhi dello spettatore figure si avvicinano e allontanano creando una vertigine sensoriale. È quello che accade in Esatto. Continuum audiovisivo in movimento delle sorelle Alessandra e Antonella Sini, fondatrici della la formazione romana Sistemi Dinamici Altamente Instabili, che dal 1994, attraverso un percorso ritmico-motorio ed espressivo, delineano una modalità autonoma e originale di legare la specificità linguistica della danza con suono, animazioni grafica e tecniche filmiche.
Esatto investe il pubblico. Lo spettatore fin dall’inizio è catapultato in scena, si trova ad interagire obbligatoriamente con lo spazio e le persone circostanti. Ancora una volta si assiste alla violazione della linea che separa attore-osservatore. In un primo momento, dunque, lo spettacolo è indotto alla con-fusione con chi agisce e tende a perdere il suo senso originario, il suo essere un processo in costruzione per un pubblico osservante.
Fortunatamente, però, la struttura del teatro Furio Camillo offre la possibilità di operare su diversi piani. Partendo dal palco, si accede, tramite alcune scalette in una nuova sala. Qui i muri producono una separazione definitiva. Da un lato i performer danzano e continuano a muoversi, dall’altro gli spettatori spiano la scena da piccole aperture quadrate, simili a finestre. Qualcuno si accalca a guardare, qualcun altro preferisce vedere tutto attraverso la duplicazione schermata posizionata su parete. In questa ridondanza visiva e gestuale, le azioni perdono qualunque significato, sembrano non governate da alcun pensiero organizzatore. Piuttosto ricercano, seguendo i suoni, nuove geometrie che possano catturare l’attenzione.
Disegni non costruiti, ma improvvisi e inaspettati, al punto tale da creare grande stupore. Dallo sconcerto nasce l’analisi, la voglia di scrutare e capire, per essere preparati alla sorpresa, all’imprevisto.
Esatto tenta di mostrare, non sempre in maniera efficace, attraverso questa continua sollecitazione percettiva, il gesto fulmineo, che è difficile da fotografare perché fugace e irrepetibile, soggetto a un cambiamento senza ritorno. Tenta di circoscrivere l’istante, di trovare al suo interno un punto esatto, appunto, in cui l’azione manifesti una sua urgenza. E se questo risulta impossibile da raggiungere, la tensione verso questa meta implica il muoversi in quella direzione, senza mai fermarsi. Allora continuare a danzare.
link correlati
www.sistemidinamici.it
www.369gradi.it
www.teatrofuriocamillo.it
paola delfino
spettacolo visto il 12 febbraio 2006
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