Si è conclusa a metà settembre a Ravenna la V edizione del
Concorso GD’A – Giovane Danza d’Autore, che ha proclamato vincitrice
Simona Bertozzi, danzatrice formatasi alla scuola di Virgilio Sieni, alla sua prima prova di scrittura autoriale con
L’endroit 2e; e segnalato con una menzione speciale la giovanissima
Teodora Castellucci con il dittico animalesco dai toni fauvistico-espressionisti
à elle vide. Due lavori notevolmente diversi per sintassi, vocabolario di riferimento e anche per un’opposta modalità di sentire e concepire la danza.
L’endroit 2e è, in effetti, un lavoro rarefatto e puntuale che cerca di incidere il linguaggio coreografico sentito come legge, attraverso modalità compositive di tipo dis-armonico. Il profondo senso di solitudine di un corpo gettato in scena è dato visivamente dal confronto-scontro di un ammasso organico che tenta, invano, attraverso la progressiva assunzione di pose umane, animalesche e robotiche, di acquisire la propria messa in forma davanti a una X di luce bianca. Che pesa, come un destino damocleo, sul fondale di uno spazio siderale permeato dalle musiche distillate di Roberto Passuti.
à elle vide è, invece, una partitura che assume a principio guida la variazione dei ritmi, ritrovando così il segno di un vitalismo energico da opporre alla tristezza melliflua nella battaglia a distanza che si scatena, paradigmaticamente, sul finale, tra un gallo e uno scorpione e in cui l’unica variazione tonale concessa è quella creata dal contrasto di colori del dittico rosso-bianco di costumi e gesti.
La crescita del concorso, testimoniata dalla qualità sempre più alta dei lavori selezionati – la vincitrice della scorsa edizione,
Sonia Brunelli, è oggi considerata una delle punte più interessanti di una nuova scrittura coreografica- chiede di tracciare brevemente le tappe evolutive di uno strumento rivelatosi vincente nell’attraversare quel tessuto instabile e magmatico di pratiche autoriali che faticano ancora a trovare palcoscenici e occasioni di confronto. GD’A nasce, dopo tentativi implosi, come appuntamento urbano nel 2002-2003 grazie alla lungimiranza dell’Associazione Cantieri Danza. Nel giro di pochi anni il concorso diventa il catalizzatore di una nuova categoria di artista: il Danz’Autore, che per le ideatrici del concorso, Monica Francia e Selina Bassini,
“è una figura che scrive con il corpo come uno scrittore scrive con la penna”. Dal 2004, GD’A ha assunto una veste a tappe, tre performative e una di formazione, con interessanti momenti di feedback con commissioni scientifiche di valutazione e una serie di lezioni-incontri per fornire gli elementi basilari di una
techné legale, organizzativa e amministrativa legata al fare teatrale.
Sempre per garantire sostegno e promozione alla giovane danza d’autore, Cantieri Danza ha deciso di fare sistema promuovendo la creazione della rete
Anticorpi. I soggetti che ne fanno parte mettono a disposizione strumenti e strutture per favorire il lavoro di creazione degli artisti, inserendoli nei programmi delle proprie manifestazioni. Il premio finale del concorso, consistente in un contributo economico di tremila euro, riconosce non tanto la solidità di un prodotto finale quanto la crescita di un percorso d’artista capace di farsi fecondare, contaminare, scardinare e puntellare da un confronto programmato con l’occhio dell’Altro e dagli stimoli e vie di fuga suggerite da un’allerta critica sapientemente coinvolta nelle tappe intermedie.
Tappa finale del concorso è l’appuntamento con
Ammutinamenti – Festival di Visioni di Danza Urbana e d’Autore che, da nove anni, accende il settembre ravennate con sezioni coreografiche provenienti dalle migliori produzioni nazionali e internazionali. Tra i nomi ospitati nell’ultima edizione basterà ricordare la danzatrice e coreografa svizzera
Nicole Seiler e la compagnia newyorkese
Mei Be Whatever – Mei Yin Ng che, sotto la guida della coreografa malinese
Mei Yin Ng, esplora i canali di fusione tra danza contemporanea e tecnologie, giungendo a stilizzare una proposta estrema di perfezione corporea.