Categorie: arteatro

arteatro_contaminazioni | Ted Stoffer & Sayaka Kaiwa

di - 2 Marzo 2010
Under
Erasure
, lo spettacolo creato per
il Festival Equilibrio di Roma
dai coreografi Ted Stoffer e Sayaka Kaiwa, interroga il concetto di identità. Possediamo davvero un’identità o
siamo piuttosto posseduti dai fattori che la governano? Intorno a questa
domanda si interrogano i due artisti, che per dare risposta attingono dalle
teorie di Stuart Hall, teorico della cultura e professore di Sociologia alla
Open University di Birmingham, secondo il quale il concetto di identità
andrebbe visto alla luce di un processo di cancellazione, risolvendosi nel “rapporto
tra emersione e capovolgimento
”.
Nello
scarto costante tra fattori esterni e fattori interni (all’io e al corpo) sta
la danza di Stoffer e Kaiwa. Il movimento corporeo è già scrittura di
un’identità: plasma spazio e tempo, agisce in queste due dimensioni, poi, in un
immediato ribaltamento dei ruoli, ne soccombe. Dunque, in un processo di
emissione il movimento scrive le dimensioni in cui il corpo andrà ad agire e in
un processo di immissione assorbe le caratteristiche del luogo spazio/temporale
da esso stesso creato. Per sottolineare tale processo di scrittura i due
danzatori scelgono uno spazio totalmente spoglio e bianco, reso etereo
attraverso l’utilizzo di luci pallide e “dilatato” tramite l’intrusione del
fattore sonoro/musicale.
Sul
lato sinistro della scena il musicista Johan Van Krej campiona ed elabora suoni elettro-acustici, prima
riverbero del movimento corporeo, poi causa di esso. Una sottile linea ironica
attraversa l’intera coreografia spezzandola in tre quadri. C’è, sullo sfondo,
la dolcezza di un incontro – quello tra i due coreografi, impegnati nella loro
prima collaborazione, che deflagra in frammenti di intimità, scomposti e stilizzati
all’interno dello spettacolo.

Ted
Stoffer entra in scena, al buio. Illuminato da un rettangolo di luce gelida,
compie gesti minimi, impercettibili. Scrive il suo corpo sulla scena bianca
come in un processo di nascita: il corpo rannicchiato si annoda, piano si
espande, si tiene in piedi, allarga gli arti superiori fino a raggiungere una
posizione statica, rigida. Sayaka Kaiwa entra in scena dalla platea, guarda il
“suo uomo”, sorride, quindi gli corre incontro scaraventandosi contro il suo
petto più volte, fino a penetrare il suo equilibrio, fino a piegarlo, gettarlo
a terra. Quindi utilizza il corpo di Stoffer come quello di un manichino al
quale dettare posizioni e movimenti. Il danzatore reagisce ai vari input del
partner, li asseconda, contorce il suo corpo in gesti minimi, come scariche
elettriche che d’improvviso attraversano i suoi arti. È una danza che ha
l’istintività dell’animale e la freddezza gelida del robotico, ancora una volta
suggerita dallo sfondo sonoro. Come se i danzatori in scena fossero animali
intenti ad imitare i movimenti di una macchina artificiale che a sua volta
tenta di essere umana.
Un
processo di cancellazione e scarti, appunto, in cui l’identità passa tra
l’artificio (culturale, sociale e antropologico) e l’istintività primitiva
rinchiusa nell’uomo. Istintività che è parte dello scomporsi di quello sfondo
descritto precedentemente: in un secondo momento dello spettacolo i performer
cercano un contatto più caldo, Kaiwa tocca i genitali di Stoffer mentre il
danzatore appoggia una mano sul deretano di lei. Ma quel toccare diventa,
ancora una volta, una forma di controllo di un corpo sull’altro. Infine,
l’ultimo quadro termina nell’incompiutezza del movimento, cancellato dallo
spegnersi delle luci, e di un’identità che si sottrae insieme al terminare
dello sfondo sonoro.

Paradossalmente
la principale problematica che affiora osservando Under Erasure è quella di una mancanza di identità del lavoro
stesso. Si apprezzano le capacità tecniche dei danzatori, ma rimane più labile il
carattere dello spettacolo che si spinge oltremodo in un’estetica gelida, quasi
minimale, pretendendo di risolversi attraverso esplosioni ironiche. In questo
passaggio Stoffer e Kaiwa finiscono per non mettere a fuoco il loro bersaglio e
i tre i quadri prima descritti appaiono come performance isolate e frammentate,
gelide e distaccate. Che sia una scelta poetica quella di negare identità ad un
lavoro focalizzato su tale concetto? Ciò che rimane è la dolcezza di quello
sfondo, di due anime artistiche che si sono incontrare e che hanno deciso di
mostrarsi unite.

matteo
antonaci

spettacolo
visto il 13 febbraio 2010

la rubrica arteatro è diretta da piersandra di matteo


dal 12 al 13 febbraio 2010
Ted
Stoffer & Sayaka Kaiwa – Under Erasure
Equilibrio 2010 – Festival della nuova danza

Teatro
Studio
Info: www.auditorium.com

[exibart]


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