Strutturato come uno spettacolo circolare, Coppelia – Based on a true story inizia e finisce nello stesso punto dopo un percorso che si snoda nel tempo attraverso sezioni definite che lo scandiscono come i capitoli di un racconto (la città, l’atelier, la festa, la fine ed ancora la città…), seguendo un ritmo serrato che tiene incollato lo spettatore ad una forma di fruizione che può essere consumata solo in modo frenetico.
Liberamente tratto da L’uomo della sabbia di E. T. A. Hoffmann ed ispirato al balletto tardoromantico di Leo Dèlibes, lo spettacolo (secondo appuntamento della rassegna La danza italiana organizzata dal Teatro Stabile di Innovazione La Fabbrica dell’Attore), proposto dalla Compagnia CMP di Paolo Demitry, Federica Mastrangeli e Michele Pogliani – si definisce il varietà del Nuovo Millennio.
Tratto caratterizzante ed insolito della rivisitazione è la consonanza di tutti gli elementi chiamati in causa. Creati appositamente per essere in relazione tra loro, coreografia, luci e scenografia si muovono in perfetta simbiosi con una partitura musicale originale composta da Paolo Demitry. L’azione è calata in una atmosfera glamour anni ‘70 cui dà corpo una scenografia minima ma efficace che ha il suo punto di forza nella luce. I protagonisti si proiettano infatti per tutta la durata dello spettacolo contro uno sfondo variamente illuminato nei toni di colori forti ed acidi, dal blu al rosso al fucsia. L’insieme ricorda certe immagini patinate di riviste di moda, ulteriormente rinforzata dagli abiti di scena.
I movimenti dei sette ballerini sono perfettamente sincronizzati. La coreografia si basa su gesti essenzialmente meccanici e robotici. Le movenze trasmettono un’idea di rigidità e freddezza legata a certi scatti singhiozzanti, che tuttavia non inficiano l’eleganza complessiva del movimento, la cui voluta artificiosità, poco umana, ben risponde alla natura della protagonista, Coppelia, provocante bambola automa nata dalla mente del creatore Coppelius, qui rappresentato nella versione di uno stilista haute couture. Accanto ad accenti ironici, costanti negli spettacoli della compagnia e nati per esorcizzare le contraddizioni del rapporto tra attore e spettatore nel teatro contemporaneo, non manca qualche spunto più drammatico e riflessivo, benché il ritmo serrato che procede più o meno costantemente dall’inizio alla fine dello spettacolo lasci poco spazio alla meditazione. Ed altrettanto serrati e poco canonici i saluti al pubblico, per lasciarci senza il gusto di un distacco mediato.
bio
La compagnia CMP è nata cinque anni fa con l’intento di avvicinare il pubblico alla danza contemporanea, cercando di superare il distacco tra palcoscenico e spettatore attraverso la focalizzazione dell’attenzione su aspetti ironici che stupiscono e divertono, in modo da restituire alla danza il valore di intrattenimento. Le creazioni della CMP danno vita a forme di spettacolo innovative, in cui le partiture musicali originali accompagnano di pari passo le coreografie verso una nuova formula di spettacolo, definibile come varietà del Nuovo Millennio.
matilde martinetti
spettacolo visto l’8 giugno 2003
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