Categorie: arteatro

arteatro_danza | Les Ballets C. de la B./Alain Platel

di - 15 Gennaio 2007

L’aveva fischiettata da piccolo, Alain Platel, la musica de Il Vespro della Beata Vergine, a sedici anni in una chiesa di Gand. E quella partitura così insolita per essere sacra, caposaldo della storia della musica barocca, gli sarebbe tornata in mente per contrappuntare le evoluzioni “isteriche” della sua compagnia, perché solo una ritmica possente che sorregge le vocalità raffinate dei cantanti di musica sacra poteva sostenere al meglio la sua drammaturgia coreografica.
Scritto a quattro mani con il compositore e direttore musicale Fabrizio Cassol, lo spettacolo VSPRS affronta una rilettura filologica, ma in chiave contemporanea, dell’opera di Monteverdi, arricchendola con la tematica dell’isteria e dell’instabilità psichica. Sormontati da una montagna fatta di cenci, dieci danzatori si inerpicano sui valichi scoscesi della mente e delle sue psicosi, riprendendo le evoluzioni tipiche di chi cade in trance come nei filmati che Jean Rouche girò negli anni Cinquanta in Africa o le trasfigurazioni schizofreniche dei cortometraggi girati dal dottor Van Gehuchten con i suoi pazienti psichiatrici. L’abilità registica sta nell’algida alternanza tra musica, testo recitato, canto, danza e nell’intrecciare assoli, duetti e ensemble in modo da rendere tutto riconducibile all’obiettivo ultimo: partire dall’Io e arrivare al Noi. Dall’individualismo auto-referenziale allo spazio collettivo.
In simbiosi con la musica, che attribuisce all’opera una stridente connotazione metafisica, Platel costruisce un’iperbole coreografica con il meccanismo dell’accumulo. Dieci musicisti incastonati tra le pareti di stracci (il trio d’improvvisazione Aka Moon, un duo zigano e un gruppo di musica barocca), i contorsionismi esasperati di Iona Kewney, le note tenere e strazianti incastrate nella gola di Rosalba Torres Guerriero, tempestivamente soccorsa dalla voce struggente del soprano Claron Mc Fadden, l’Uomo in Giacca e Cravatta (Ross McCormack) che amplifica le nostre ansie quotidiane e le schizofrenie moderne, il duetto a distanza tra l’Uomo Moderno sul proscenio e l’Orientale sull’apice del monte.
Individui diversi tra loro nella vita, ma tessere in/consapevoli di un mosaico scenico centrifugo, in cui si condivide e si ruba spazio agli altri, ai musicisti, persino al pubblico, prendendo posto in platea quando non si è sotto i riflettori.
Tutti appaiono catturati dal vortice della trance e, nel loro affannoso inerpicarsi su e giù per la montagna, come scalatori dell’impossibile, ne sfondano le alte pareti, come un coltello rovente taglia il burro. Fino a quando un brusco cambio di luci lascia intravedere l’interno del monte: allora il tremore che all’inizio dell’opera era apparso accennato si fa invadente e scuote i corpi in un sorta di delirium tremens collettivo che porta tutti alla catarsi. I musicisti finiscono la loro virgiliana missione-guida delle anime squassate e lentamente defluiscono nel ventre della montagna. Un danzatore comincia a parlare con voce metallica, come un personaggio di videogame, e i superstiti, rassegnati, raccolgono le vittime e le trascinano verso un “finale in moto perpetuo”, che si manifesta come una tavola di un novello Dorè, intento ad illustrare i gironi infernali di una divina commedia contemporanea. Á la Platel.

link correlati
www.teatrogrande.it
www.viefestivalmodena.com
www.auditorium.com
www.romaeuropa.net
www.kfda.be

costantino pirolo
spettacolo visto il 2 dicembre 2006

arteatro è una rubrica a cura di piersandra di matteo

bio:

Alain Platel
Nato a Gand nel 1956, Alain Platel è psicologo di formazione e coreografo per passione. La sua carriera inizia nel 1984 quando con amici e membri della sua famiglia forma il collettivo di danza Les Ballets C. de la B., sperimentando la regia già nel 1988 con lo spettacolo Emma e conquistando fama internazionale con Bonjour Madame (‘93), La Tristeza Complice (‘95) e Iets op Bach (‘98), opere che hanno ricevuto i più prestigiosi premi europei e hanno viaggiato in tutto il mondo, da Israele al Giappone, da Honk Kong al Brasile, dall’Australia agli Stati Uniti. Dopo Allemaal Indiaan del 1999, decide di non produrre più nuovi spettacoli, ed è solo grazie a Gérard Mortier, direttore della Triennale della Ruhr, che nel 2003 prende vita il suo nuovo lavoro Wolf, riadattato anche per la tv nazionale tedesca ZDF.
All’inizio creativo di ogni spettacolo sono pochi gli elementi che vengono determinati da Platel, né esiste un vero e proprio schema. Il punto di partenza di Bonjour Madame erano ad esempio nove uomini e una donna, quello de La Tristeza Complice l’adattamento musicale da Henry Purcell. Per Iets op Bach, tutto è iniziato semplicemente da Bach, cosí come per Wolf da Mozart. In vsprs le fonti di ispirazione sono Monteverdi e alcuni filmati di repertorio sull’isteria.

Les ballets c. De la b.
Les Ballets C. de la B. (l’abbreviazione sta per Les Ballets Contemporains de la Belgique, ironico richiamo alle storiche compagnie di balletti del Novecento) è una compagnia di danza contemporanea indissolubilmente legata al nome di Alain Platel. La compagnia nasce ufficialmente nel 1984 dal gruppo di amici e artisti con cui Platel aveva cominciato a lavorare applicando sistemi pedagogici allo spettacolo.
Les Ballets C. de la B. si configurano come una compagnia multicoreografica, operante in progetti a cast variabili. Tra questi anche il danzatore e coreografo belga di origini marocchine Sidi Larbi Cherkaoui che, dopo aver lavorato in compagnie di danza jazz e hip-pop, viene invitato nel 1997 da Alain Platel a prendere parte alla sua creazione Iets op Bach. La diversità e l’originalità di ogni singolo artista è proprio ciò che arricchisce il buon funzionamento dell’intera organizzazione cha lascia percepire all’esterno una sorta di stile omogeneo: uno stile popolare, anarchico, eclettico e impegnato che risponde ad un comune imperativo: “Il genere di danza che noi facciamo appartiene al mondo contemporaneo, e questo mondo appartiene a tutti”.


Teatro Grande, Brescia
Les Ballets C. de la B.
vsprs (2006)
Ideazione e regia Alain Platel
Musiche originali di Fabrizio Cassol da I Vespri della Beata Vergine di Claudio Monteverdi con la collaborazione di Wim Becu e Tcha Limberger
Danzato e creato da Quan Bui Ngoc, Mathieu Desseigne Ravel, Lisi Estàras, Emile Josse, Iona Kewney, Samuel Lefeuvre, Mélanie Lomoff, Ross McCormack, Elie Tass, Rosalba Torres Guerrero, Hyo Seung Ye
Soprano Maribeth Diggle
Musica dal vivo eseguita da
Tcha Limberger (violino, flauto), Vilmos Csikos (contrabbasso)
Ensemble Oltremontano (direttore Wim Becu) Joost Swinkels e Adam Woolf (tromboni), Fiona Russell e Marleen Leicher (cornette)
Aka Moon Fabrizio Cassol (sassofono), Stéphane Galland (percussioni), Michel Hatzigeorgiou (basso, bouzouki)
Co-produzione KunstenFESTIVALdesArts-La Monnaie/De Munt (Brussels), Le Grand Théâtre de Luxembourg, RUHRTriennale/Kunststiftung NRW, Staatsoper Unter den Linden (Berlino), Torinodanza (Italia), Holland Festival (Amsterdam), Sadler’s Wells (Londra)
In collaborazione con Théâtre de la Ville (Parigi), KVS (Brussels)
vsprs is an official element of the artistic and cultural programme to the 2006 FIFA World Cup TM
Les Ballets C. de la B. is Cultural Ambassador of Unesco-IHE, Institute for Water Education.
vsprs è stato presentato in prima nazionale l’8 settembre a Torinodanza. Al debutto ha fatto seguito una serie di date italiane (Modena, Ferrara, Roma e ora Brescia) che si aggiungono a una lunga tournée iniziata con Parigi, Berlino e Bruxelles e proseguita a Londra, Amsterdam, Lisbona, Avignone e Stoccolma.


[exibart]

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