I sette progetti e gli incontri di
Deus ex Machina, organizzati presso Kollatino Underground di Roma, ruotano intorno all’esplorazione dell’interazione corpo-macchina. Quali sono le modalità di fare spettacolo e quali i luoghi deputati in questo diaframma concettuale e operativo?
090109 del gruppo
Teatrino Elettrico presenta un live show che si rifà tecnicamente ai grandi fondatori dell’installazione video-live (
Acconci,
Nauman…), smagliato però in una drammaturgia non chiaramente strutturata; il
Collettivo Almagesto propone lo spettacolo
In promptu#02, mentre
Teatro Deluxe presenta un evento dal titolo
Femminea-I animazione?.
Se i primi gruppi ospiti si concentrano sulla rivelazione dei dispositivi utilizzati e sulla designazione di una dimensione intertestuale, inserendo citazioni provenienti dalla storia dell’arte (Op art) e del teatro-cinema (Beckett), le ultime due rappresentazioni (messe in scena dai
Caosmos/cia Gabriella Riccio e dall’
Estroteatro)
propongono un progetto site specific dal titolo
Tutto sia calmo, che tenta una ridefinizione della compononente spaziale.
Lo spettacolo di teatro-danza
Noli Me Tangere mescola e sovrappone differenti dispositivi: illuminazione e parola (estratti da Nancy, Murakami, Mishima, Dante, Bergson), con gesti e suono legati grazie a un software che converte il rumore del movimento dei due ballerini in una sonorità “altra”. Diversamente dalle rappresentazioni precedenti, qui le citazioni diventano espliciti riferimenti alle opere di
Francis Bacon e
Bill Viola, in particolare in
Body of light, così da stratificare i rimandi e allargare i piani di lettura dell’oggetto.
Lo spazio scenico è un cubo trasparente di plastica in
4.48. Il pubblico è disposto intorno alla scena, che consente di seguire le azioni della figura centrale (
Cinzia Scotton), dai quattro diversi punti di vista. Le parole del monologo, tratto da
Psicosi alle 4. 48 di
Sarah Kane, denunciano insieme ai gesti e ai rumori delle mani che scivolano sulle pareti in plastica l’universo claustrofobico in cui prende corpo l’azione.
Su ogni parete sono proiettate le immagini del volto dell’attrice, una bocca, alcune lettere, poche frasi. A
lcuni numeri vengono scritti sulla superficie trasparente, mentre elementi materiali (pillole e acqua) entrano in scena attraverso l’uso di robot meccanici disposti sul soffitto della vetrina. La malattia è tangibile attraverso gli sputi indirizzati al pubblico e il registro sonoro composto da musiche chillout.
Contrariamente ai progetti suddetti, è solo con
Tutto sia calmo che il registro sonoro (musica elettronica composta da
Iqbit) viene investito di pari dignità rispetto all’immagine. Improvvisamente, su due pannelli in plastica, appaiono fasci luminosi prodotti dai movimenti dei performer. I
Keramik Papier non tradiscono la natura installativa del progetto, ambientandolo in un corridoio molto stretto; suono e immagine si compenetrano, rispondendo alle domande iniziali che questa piattaforma culturale si era posta: qual è lo scopo della sperimentazione artistica, se non la de-gerarchizzazione dei diversi dispositivi e dei diversi linguaggi?