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17
novembre 2009
arteatro_festival Romaeuropa Festival 2009
arteatro
Per ora tutto bene. Arte, danza, musica e teatro s’incontrano ancora una volta nella capitale e ravvivano l’autunno romano. Per i ritardatari, ancora quasi un mese di tempo. E molti eventi imperdibili...
“Chi meglio di Jan Fabre può rappresentare l’opera d’arte
totale che il Romaeuropa Festival da venticinque anni si propone di incarnare?”. Così l’assessore alle politiche
culturali e alla comunicazione del Comune di Roma, Umberto Croppi. L’artista
belga, già presente al Festival nel 1987, torna in Italia e arriva a Roma dopo
il successo della sua personale a Venezia.
All’interno del festival ha un ruolo di primo piano perché
la sua presenza passa come un filo rosso all’interno del calendario. Tra gli
eventi conclusi segnaliamo (se ne potrebbero citare molti altri) la rilettura
del Flauto Magico
di Mozart da parte di Mario Tronco attraverso la collaborazione con l’Orchestra
di Piazza Vittorio, il concerto Not For Piano di Francesco Tristano Schlimé: laptop per la musica elettronica e
pianoforte a coda hanno riempito l’intimità degli spazi al Palladium. Anche lo
spettacolo di William Kentridge e la Handspring Puppett Company, Woyzeck on the
Highweld
all’Eliseo e la danza di Saburo Teshigawara all’Auditorium.
Il sodalizio tra Romaeuropa e le arti figurative si è
ulteriormente stretto in quest’edizione, anche attraverso la collaborazione
con due importanti sedi museali: il Museo Bilotti a Villa Borghese e la
Galleria d’arte moderna. Alla Gnam, Peter Welz ha presentato una videoperformance
di William Forstythe che, ispirandosi a un ritratto incompiuto, omaggia Francis Bacon, altro artista a cui Roma sta
volgendo l’attenzione con la mostra Bacon/Caravaggio alla Galleria Borghese.
Jan Fabre presenta invece al museo Bilotti Le temps emprunté, che Achille Bonito Oliva,
curatore della mostra, ha definito “azione contro l’inarrestabilità del
tempo”. Si tratta
di un percorso espositivo in cui si toccano le tappe salienti degli spettacoli
teatrali di Fabre riletti attraverso gli scatti di fotografi come Robert
Mapplethorpe, Helmut
Newton o Carl
De Keyzer.
Ma Jan Fabre, unico artista del festival a esporre in più
sedi e con diversi media espressivi, è anche atteso al Teatro Olimpico per Orgy
of Tolerance con
la sua compagnia Troubleyn. Si cimenta inoltre in una collettiva con Alberto
Garutti e Hidetoshi
Nagasawa a RadioArteMobile
e al Magazzino d’Arte Moderna con la mostra Metamorfosi dell’artista, un omaggio a Jacques Mesrine.
Insomma, complice la città, Fabre trionfa sulla scena romana.
Come in tutti i festival che si sviluppano in più sedi,
anche Romaeuropa crea un atto performativo ulteriore, fatto dal correre di
spettatori alla ricerca dei biglietti, degli indirizzi o degli appuntamenti
imperdibili. Interessati a nuovi nomi? Solo un consiglio: se non avete visto le
compagnie che si sono esibite al Circolo degli Artisti, all’interno della
sezione Cantieri,
cercate nuove date. Ne vale la pena.
totale che il Romaeuropa Festival da venticinque anni si propone di incarnare?”. Così l’assessore alle politiche
culturali e alla comunicazione del Comune di Roma, Umberto Croppi. L’artista
belga, già presente al Festival nel 1987, torna in Italia e arriva a Roma dopo
il successo della sua personale a Venezia.
All’interno del festival ha un ruolo di primo piano perché
la sua presenza passa come un filo rosso all’interno del calendario. Tra gli
eventi conclusi segnaliamo (se ne potrebbero citare molti altri) la rilettura
del Flauto Magico
di Mozart da parte di Mario Tronco attraverso la collaborazione con l’Orchestra
di Piazza Vittorio, il concerto Not For Piano di Francesco Tristano Schlimé: laptop per la musica elettronica e
pianoforte a coda hanno riempito l’intimità degli spazi al Palladium. Anche lo
spettacolo di William Kentridge e la Handspring Puppett Company, Woyzeck on the
Highweld
all’Eliseo e la danza di Saburo Teshigawara all’Auditorium.
Il sodalizio tra Romaeuropa e le arti figurative si è
ulteriormente stretto in quest’edizione, anche attraverso la collaborazione
con due importanti sedi museali: il Museo Bilotti a Villa Borghese e la
Galleria d’arte moderna. Alla Gnam, Peter Welz ha presentato una videoperformance
di William Forstythe che, ispirandosi a un ritratto incompiuto, omaggia Francis Bacon, altro artista a cui Roma sta
volgendo l’attenzione con la mostra Bacon/Caravaggio alla Galleria Borghese.
Jan Fabre presenta invece al museo Bilotti Le temps emprunté, che Achille Bonito Oliva,
curatore della mostra, ha definito “azione contro l’inarrestabilità del
tempo”. Si tratta
di un percorso espositivo in cui si toccano le tappe salienti degli spettacoli
teatrali di Fabre riletti attraverso gli scatti di fotografi come Robert
Mapplethorpe, Helmut
Newton o Carl
De Keyzer.
Ma Jan Fabre, unico artista del festival a esporre in più
sedi e con diversi media espressivi, è anche atteso al Teatro Olimpico per Orgy
of Tolerance con
la sua compagnia Troubleyn. Si cimenta inoltre in una collettiva con Alberto
Garutti e Hidetoshi
Nagasawa a RadioArteMobile
e al Magazzino d’Arte Moderna con la mostra Metamorfosi dell’artista, un omaggio a Jacques Mesrine.
Insomma, complice la città, Fabre trionfa sulla scena romana.
Come in tutti i festival che si sviluppano in più sedi,
anche Romaeuropa crea un atto performativo ulteriore, fatto dal correre di
spettatori alla ricerca dei biglietti, degli indirizzi o degli appuntamenti
imperdibili. Interessati a nuovi nomi? Solo un consiglio: se non avete visto le
compagnie che si sono esibite al Circolo degli Artisti, all’interno della
sezione Cantieri,
cercate nuove date. Ne vale la pena.
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Fabre
a Roma
federica forti
la rubrica arteatro è diretta da piersandra di matteo
dal 23 settembre al 2 dicembre 2009
Romaeuropa Festival 2009
direzione artistica: Giovanni Pieraccini
Sedi varie – Roma
Info: www.romaeuropa.net
[exibart]