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13
luglio 2010
arteatro_festival Teatro a Corte 2010
arteatro
31 compagnie, 22 prime nazionali, 5 creazioni site specific, 11 location in 9 comuni piemontesi e 2 giorni di convegno. Il tutto unito dalla predilezione per la contaminazione dei linguaggi...
L’edizione 2010 di Teatro a Corte coincide con il decimo compleanno
del festival, dal 2007 accolto dal Mibac nell’ambito dei progetti cofinanziati
Stato-Regioni, e diretto da Beppe Navello, presidente della Fondazione Teatro
Piemonte Europa. Il dialogo con le istituzioni straniere, territoriali e
culturali, linea-guida del festival, va di pari passo con la necessità di
registrare i numerosi attraversamenti e rotture di confini della scena
artistica contemporanea, dal teatro di parola alla danza, al circo, fino alla
performance visivo-musicale.
Forte d’una serie di scelte di qualità effettuate nel
tempo, Teatro a Corte ha potuto negli anni diversificare l’offerta e ampliare
le sedi degli eventi. Di fatto, il calendario 2010 si presenta ricchissimo e
promettente: gli spettacoli, molti dei quali direttamente prodotti o in
coproduzione con altri festival e centri di cultura europei e nazionali,
toccano sedi suggestive a Torino e in regione (da Agliè a Pollenzo, da Druento
a Garessio, e poi Rivoli e Venaria Reale).
Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Olanda,
Danimarca e Regno Unito costituiscono il ventaglio dei paesi chiamati a
partecipare, dallo scorso 8 luglio al 25, con un focus particolare sul Belgio,
in collaborazione con Wallonie-Bruxelles International e il Ministero della
Cultura belga. Molto interessante, in questo caso, la scelta di affidare agli
scenografi Stuart & Siegman l’allestimento dello spazio del PuntoFestival, così come
lo è il progetto del collettivo fiammingo Berlin che, con le prime nazionali #2
Iqaluit e #3
Bonanza, dà l’avvio a un gran numero di
eventi più prettamente interdisciplinari.
Una folta schiera di artisti consente un approfondimento
sulle maggiori innovazioni della danza meticciata a circo, clownerie, mimo e vocalità
(da Karine Ponties
a José Besprosvany).
Il duo italiano Ambra Senatore e Ilaria Turba, con l’installazione interattiva Non
so fare maglie,
unisce il video e la fotografia alla danza; mentre l’inglese Billy Cowie presenta due dance-video in 3D,
tra cui The Revery Alone, una proiezione sul soffitto da guardare con appositi occhialini (il
labile confine con l’arte contemporanea è d’altronde confermato dalla scelta
del Castello di Rivoli come location per questi eventi). Oppure le eleganti e
ironiche creazioni visual theatre di Philippe Genty con Voyageurs immobiles e L’immédiat di Camille Boitel, in cui scope, lampade, scale,
porte e altri mille oggetti accatastati casualmente costituiscono la base di
partenza per una comicità surreale e barocca.
Le arti del circo, il nouveau cirque e l’acrobatica, il teatro di
strada, equestre e di oggetti convergono in una serie di rappresentazioni
raffinate e dal forte impatto visivo. Dal Teatro do Mar (per la prima volta in Italia),
che con Nusquam,
produzione
multimediale, ha
inaugurato il festival; ai francesi Les Colporteurs con Les Etoiles, al finlandese Jouni Ihalainen
con Black Pearl o al celebre Cirque Baroque che a Moncalieri presenta in
prima nazionale il Cirque des Gueux.
Ma anche il teatro di
parola viene onorato: fra gli altri, un testo inedito su Goldoni di Eugène
Durif (per la
regia di Beppe Navello), o la parola musicata di Elio Germano con il compositore Teho Teardo per una elaborazione del celiniano
Viaggio al termine della notte.
Per concludere e sottolineare
la varietà e novità di Teatro a corte 2010, il tentativo di aprire le porte
all’immaginazione tramite nuove forme di coinvolgimento, indichiamo l’evento Tomorrow
everything will be different: edition Torino dei danesi hello!earth, che propongono una passeggiata
interattiva via SMS a tutti coloro che vogliono seguirli.
del festival, dal 2007 accolto dal Mibac nell’ambito dei progetti cofinanziati
Stato-Regioni, e diretto da Beppe Navello, presidente della Fondazione Teatro
Piemonte Europa. Il dialogo con le istituzioni straniere, territoriali e
culturali, linea-guida del festival, va di pari passo con la necessità di
registrare i numerosi attraversamenti e rotture di confini della scena
artistica contemporanea, dal teatro di parola alla danza, al circo, fino alla
performance visivo-musicale.
Forte d’una serie di scelte di qualità effettuate nel
tempo, Teatro a Corte ha potuto negli anni diversificare l’offerta e ampliare
le sedi degli eventi. Di fatto, il calendario 2010 si presenta ricchissimo e
promettente: gli spettacoli, molti dei quali direttamente prodotti o in
coproduzione con altri festival e centri di cultura europei e nazionali,
toccano sedi suggestive a Torino e in regione (da Agliè a Pollenzo, da Druento
a Garessio, e poi Rivoli e Venaria Reale).
Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Olanda,
Danimarca e Regno Unito costituiscono il ventaglio dei paesi chiamati a
partecipare, dallo scorso 8 luglio al 25, con un focus particolare sul Belgio,
in collaborazione con Wallonie-Bruxelles International e il Ministero della
Cultura belga. Molto interessante, in questo caso, la scelta di affidare agli
scenografi Stuart & Siegman l’allestimento dello spazio del PuntoFestival, così come
lo è il progetto del collettivo fiammingo Berlin che, con le prime nazionali #2
Iqaluit e #3
Bonanza, dà l’avvio a un gran numero di
eventi più prettamente interdisciplinari.
Una folta schiera di artisti consente un approfondimento
sulle maggiori innovazioni della danza meticciata a circo, clownerie, mimo e vocalità
(da Karine Ponties
a José Besprosvany).
Il duo italiano Ambra Senatore e Ilaria Turba, con l’installazione interattiva Non
so fare maglie,
unisce il video e la fotografia alla danza; mentre l’inglese Billy Cowie presenta due dance-video in 3D,
tra cui The Revery Alone, una proiezione sul soffitto da guardare con appositi occhialini (il
labile confine con l’arte contemporanea è d’altronde confermato dalla scelta
del Castello di Rivoli come location per questi eventi). Oppure le eleganti e
ironiche creazioni visual theatre di Philippe Genty con Voyageurs immobiles e L’immédiat di Camille Boitel, in cui scope, lampade, scale,
porte e altri mille oggetti accatastati casualmente costituiscono la base di
partenza per una comicità surreale e barocca.
Le arti del circo, il nouveau cirque e l’acrobatica, il teatro di
strada, equestre e di oggetti convergono in una serie di rappresentazioni
raffinate e dal forte impatto visivo. Dal Teatro do Mar (per la prima volta in Italia),
che con Nusquam,
produzione
multimediale, ha
inaugurato il festival; ai francesi Les Colporteurs con Les Etoiles, al finlandese Jouni Ihalainen
con Black Pearl o al celebre Cirque Baroque che a Moncalieri presenta in
prima nazionale il Cirque des Gueux.
Ma anche il teatro di
parola viene onorato: fra gli altri, un testo inedito su Goldoni di Eugène
Durif (per la
regia di Beppe Navello), o la parola musicata di Elio Germano con il compositore Teho Teardo per una elaborazione del celiniano
Viaggio al termine della notte.
Per concludere e sottolineare
la varietà e novità di Teatro a corte 2010, il tentativo di aprire le porte
all’immaginazione tramite nuove forme di coinvolgimento, indichiamo l’evento Tomorrow
everything will be different: edition Torino dei danesi hello!earth, che propongono una passeggiata
interattiva via SMS a tutti coloro che vogliono seguirli.
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L’edizione 2008 del Festival
emanuela genesio
la rubrica arteatro è diretta da piersandra di matteo
Info: www.teatroacorte.it
[exibart]