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arteatro_interviste | Tutti in ecoscena

di - 3 Novembre 2009
Si
è svolta in ottobre la 16esima edizione di Crisalide, festival organizzato da Masque Teatro di Forlì, che muove in
netta contrapposizione con le strategie che danno corso a festival-cartelloni
privi di traiettorie curatoriali, improntati a un principio di pluralismo che
livella differenti espressioni artistiche e le colloca sullo stesso piano. Il
festival forlivese si configura, al contrario, come uno spazio di osservazione
e progettazione del fare artistico e, a un tempo, come luogo d’elaborazione di campi
di sapere capaci di coniugarsi al mutare delle esistenze-mondo che animano lo
scenario umano.
Con
la presenza costante di critici, pensatori e filosofi – nella nuova edizione,
fra gli altri, Tiziana Villani,
Ubaldo Fadini,
Florinda Cambria – Crisalide conferma un orientamento teso a produrre uno spostamento
di paradigma essenziale: non tanto dar corso a una riflessione sull’arte, ma prestare attenzione alla
riflessione dell’arte
,
ovvero a come le forme d’arte riescano a pensare, con modi e mezzi propri, il
loro fare. Questo significa rapportarsi alle performing arts come modalità del
pensare. Ecco il nodo cruciale.
In
questo senso, per il curatore Lorenzo Bazzocchi, “l’azione intrapresa nei
confronti del contemporaneo passa attraverso un istinto tellurico, o meglio
‘sub-tellurico’. Non parto mai dagli artisti: do per scontato che esistano
figure che disegnano un sentire diffuso, percepibile. Cerco disperatamente il
concetto cardine, la parola chiave che mi permetta di inscrivere varie traiettorie
all’interno di una griglia circoscritta, in un luogo sufficientemente definito.
Già nel 2007 Tiziana Villani, nostra ospite in occasione del progetto Zebra,
aveva dato una spallata a quel concetto di comunità intesa come allaccio di
esperienze comuni, per delineare un mondo i cui atti di resistenza potessero
passare attraverso un’azione diretta verso l’alterità, attraverso la
costruzione di relazioni binarie molteplici
”.

Anche
il titolo di Crisalide 09, Ecosofia. Per una
ecologia politica
,
marca un discrimine
concettuale. Definisce un gesto curatoriale che postula l’esigenza di creare
un’ecosofia
intesa come campo di rinnovamento di saperi impegnati in una reinvenzione del
mondo-ambiente, visto come un piano di relazioni, affetti e desideri capaci di
attivare modi antagonistici con i processi di omologazione dell’esistente.
Al
di là del termine ecologia, che trovo corroso dalle manipolazioni di politici e
burocrati
”,
chiarisce Bazzocchi, “quello che l’ecosofia designa è un sentimento di
ribellione alla consueta affermazione che nulla si possa fare per arginare l’imperio
dell’economicismo. Nell’ecosofia, Félix Guattari intravede la possibilità di
sfatare la favola della redditività dell’investimento, della necessità della
progettazione pluriennale, della strisciante convinzione che l’urgenza
creatrice sia la necessità di frange marginali dell’umanità. Ma la decisione di
procedere in modo così deciso verso l’ecosofia passa anche attraverso un’altra
passione che sta tutta in una locuzione di Deleuze presente in
Differenza e ripetizione’, laddove parla diDark Precursor’”.
Il
‘precursore oscuro’”
,
prosegue Bazzocchi, “è una sorta di vaccino contro quei processi di
omologazione che conducono allo svilimento delle esistenze, alla mancata
aderenza dell’umano al proprio essere, e che, in fin dei conti, giustificano
quell’‘allontanamento dalla specie originaria’ che sembra la vera causa dello
scontro ‘natura-cultura’, scontro che non si può mai smettere di condannare. È
su questi presupposti che Guattari fonda l’ecosofia e i suoi registri
(ambientale, sociale, esistenziale). Se l’ecosofia resta tutta da inventare, è
pur vero che indica chiaramente entro quali margini il sistema-mondo deve
muoversi per tentare un riscatto, indicando la strada di un pre-sentire che
intensifichi l’atto di creazione capace di produrre ambiente
”.

In questa direzione è possibile riconoscere la cornice
dentro la quale si inscrivono le scelte curatoriali, vale a dire l’attenzione
rivolta a espressioni d’arte che pensano lo spazio scenico, il corpo e le sue
relazioni con l’Altro in stretta connessione con le nozioni di città, contesto
urbano, dinamiche dell’abitare.
In questo rapporto si muove esplicitamente il lavoro di Alessandro
Carboni
che,
attraverso la partitura coreografica, interroga i complessi flussi di relazioni
tra corpi, infrastrutture, tecnologie ed edifici, laddove i sistemi di
misurazione della densità sono intesi come strumenti per comprendere il corpo. MK, in particolare con i progetti Happened
(esperimento
abitativo inteso come habitat precario) e Comfort (pensato come “uno
spettacolo ‘geografico’ che attraversa dei territori senza mappa
”),
investiga la nozione di abitare.
Per Bazzocchi “certi artisti cercano luoghi del fare
consoni alla loro natura, al loro istinto e, a ogni loro passo, delineano un
esterno/interno, un corpo schizofrenico, da abitare, in altre parole creano
mondo. Le ragioni delle scelte artistiche di questa nuova ‘ecoscena’, e quindi
l’nteresse per le traiettorie di Carboni e Michele Di Stefano, sta proprio
nella loro tensione a mettere in campo una sorta di presentimento
dell’avvenire.
Ma,
come il precursore oscuro, vanno oltre la capacità di discernimento anticipato
sulla realtà a venire. Si collocano tra le armi di cui ci si può dotare per il
ripristino del passato, una sorta di attrezzo arcaico e nel contempo un blocco
di silicio monocristallino. Occorre mescolare gli oggetti tecnici e filosofici
se si vuol percepire il senso di questo operare
”.

articoli correlati
Carboni a Cagliari
MK a Danae

piersandra di matteo

*articolo pubblicato su Exibart.onpaper n. 60. Te l’eri perso? Abbonati!


dal primo all’undici ottobre 2009
Crisalide
2009 – Ecosofia. Per una nuova ecologia politica
Ex Filanda
Via Orto del Fuoco, 3 – 47100 Forlì
Info: tel. +39 0543370506; masque@masque.it; www.crisalidefestival.it

[exibart]


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