Punti cardine di questa lunga
stagione di appuntamenti autunnali, dal 21 settembre al 2 dicembre, sono: decostruzione
narrativa, immaginari archetipici e ricerca tecnologica. Costruito con una
struttura a scatole cinesi per via della sua configurazione di più festival nel
festival – Sensoralia, Metamondi, ReW(f),
DNA danza nazionale autoriale – il fuoco dell’anniversario è quello di attivare
strategie comunicazionali tese ad avvicinare pubblico e creazioni. Il catalogo, costruito come una Realtà Aumentata, presenta
infatti nelle sue pagine dei codici per accedere, mediante cellulari e
computer, a speciali contenuti multimediali; inoltre sarà possibile seguire gli spettacoli on demand in
streaming sui siti www.telecomitalia.it e www.romaeuropa.net.
Altro tratto distintivo di REF è il dispiegamento degli
eventi a maglia nella città tale da coinvolgere spazi diversissimi: dall’Auditorium
Conciliazione al Teatro Eliseo, dal Palladium alle Officine Marconi, da Villa
Medici all’Auditorium, dal Centro Sociale Brancaleone all’Opificio Telecom.
Proprio dalla collaborazione con Telecom Italia nasce Metamondi, progetto dedicato ai rapporti
tra spettacolo contemporaneo e tecnologia.
teatro della meraviglia capace di abbracciare danza, teatro, musica, canto e
strumentazioni ipertecnologiche.
Apre il festival la Compagnie Montalvo-Hervieu con Orphèe, spettacolo imperniato sulle
stratificazioni del mito di Orfeo in
un intreccio musicale
che muove da
Claudio Monteverdi a Philip Glass. Ancora Monteverdi e i suoi splendidi
madrigali in Where is my soul? della regista belga Caroline
Petrick, che propone una raffinata
drammaturgia con un quintetto di voci soliste e l’Ensemble B’Rock. Kafka-Fragmente di György Kurtág, uno dei cicli
di musica vocale più intensi della seconda metà del Novecento, trova una
dimensione teatrale grazie alla messa in scena di Peter Sellars e all’incontro con il soprano
Dawn Upshaw e l’archetto di Geof Nuttall. Il regista e coreografo francese Aurélien
Bory, con Sans Objet, propone un teatro di figura teso a
problematizzare la relazione uomo-macchina. Teatro della percezione è la scena
performativa del collettivo romano Santasangre, che propone Bestiale improvviso, riflessione sugli effetti
dell’energia nucleare.
Torna a REF Romeo Castellucci con Sul
concetto di volto nel Figlio di Dio, prima fase di elaborazione del nuovo
progetto che debutterà in Francia la prossima primavera. Annullando ogni
decorativismo, Castellucci sfida la referenzialità immediata del linguaggio
scenico portando al centro dell’azione il volto come condensatore di
significanza, capace di attivare un ingaggio
empatico con lo spettatore. La performance breve, Storia dell’Africa
contemporanea Vol. III, è invece centrata sulla retorica gestuale
dell’inginocchiarsi. Chiude la presenza della Socìetas Raffaello Sanzio la proiezione del ciclo filmico
del trittico avignonese Inferno, Purgatorio, Paradiso, definito da Le Monde un’opera fondamentale del nuovo
millennio. Un melanconico
superamento delle barriere espressive per Jan
Fabre, che
per festeggiare la 25esima edizione del festival, ha ideato per la danzatrice-cannibale
Annabelle Chambon il
solo Preparatio Mortis, un ardente inno alla
vita.
Altro punto caldo del festival è la relazione fra
testualità drammaturgica e messa in scena. Frizioni,
slittamenti, soglie, cancellazioni dei piani narrativi attivano uno
spezzettamento del tempo nei debutti del
regista-scrittore Guy Cassiers e del canadese Wajdi Mouawad, che propongono teatri fatti di
storie attraverso narrazioni non sequenziali. Ancora un intreccio di piani
diegetici, tra oblio e possibilità della memorazione, si inscrive in Sogno
nella notte dell’estate, riscrittura minimalista di una delle più celebri commedie di
Shakespeare, portata in scena da Massimiliano Civica. Muta
Imago – con La rabbia rossa, prima tappa di un progetto
pluriennale Displace – analizza invece uno dei sentimenti protagonisti della cronaca.
Spazio ai giovani nei tre Cantieri Temps d’Images, che ospitano uno studio di Città di Ebla nato
a partire da I Morti di Joyce, una ricerca su Jeanne d’Arc di Sineglossa,
mentre triangolo scaleno
teatro mette in figura la simbologia del
minotauro.
Una forte componente ritmico-visuale abita la creazione di
Dewey Dell che, con
Cinquanta urlanti, Quaranta ruggenti, Sessanta, prende parte a DNA, rassegna dedicata alla nuova coreografia italiana.
Poetica delle antinomie per il coreografo israeliano Emanuel Gat in
scena con Roy Assaf, che con Winter Variations
mette in relazione i gradi che intercorrono tra buio e luce, silenzio e musica,
stasi e azione. Il principio femminile in lotta con quello maschile sono i
perni intorno ai quali ruota Glíma, della formazione Masbedo, che per l’occasione incontra la
danzatrice Erna Ómarsdóttir e l’attore Damir Todorovic.
The Irrepressibles, ensemble britannico guidato da Jamie
McDermott, presenta
Mirror Mirror Spectacle, show d’effetti speciali in cui strumenti del rock sono mescolati a
quelli classici come archi e fiati. Se Je danse et je vous en donne à
bouffer del coreografo tunisino Radhouane El Meddeb è un
solo vivace dedicato alla preparazione del couscous, le bizzarrie acrobatiche
ideate da Zimmermann & de Perrot per il Gruppo Acrobatico di Tangeri si mescolano alle ossessioni del
nostro tempo.
Ma è al Palladium – con Sensoralia, vetrina di punta della scena
elettronica – che REF si apre alla creazione indipendente. Laurent
Garnier, famosissimo dj francese, e Peter Hook,
bassista dei Joy Division, sono due degli ospiti di questa rassegna giunta alla
VIII edizione. Ancora sperimentazioni elettroniche con l’austriaco Christian
Fennesz e il videoartista Giuseppe La Spada, che animano la
comunità della Romaeuropa Webfactory con un concerto-performance in
cui si faranno affiancare dai vincitori del concorso indetto dalla ReW(f). La
compositrice finlandese Kaija Saariaho, in collaborazione con Jean-Baptiste Barrière e il Contempoartensemble, propone una
sorta di mise en espace musicale intitolata Visual Concert. Da un versante più
classico, ricordiamo la presenza di Kirill Petrenko che dirige l’Orchestra di Santa Cecilia per l’esecuzione della
Sinfonia n. 7 di Dmitrij Šostakovič.
Chiude il festival una storyteller d’eccezione come Laurie
Anderson che, con
Delusion,
performance a metà tra spoken poetry, performance, videoinstallazione e
concerto, dà origine a una combinazione, unica nel suo genere, di sofisticata
tecnologia, immaginativi mondi pittorici, musica innovativa e testi di grande
effetto.
Romaeuropa
2009, uno sguardo complessivo
Saburo
Teshigawara per l’edizione 2009 di Romaeuropa Festival
piersandra di matteo
dal 21 settembre al 2 dicembre 2010
Romaeuropa Festival 2010
direttore artistico: Fabrizio Grifasi
Sedi varie – 0100 Roma
Info: www.romaeuropa.net
[exibart]
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