Dall’8
settembre al 9 ottobre, diciassette eventi per un mese di musica, danza, concerti,
videoconferenze, performance letterarie e spettacoli multimediali. Se la prima
edizione nel 2001 era collocata nella nuova area industriale di Bolzano,
comprendendo un deposito degli autobus, un’officina metallurgica, uno spazio
deputato al noleggio di macchine edili, Transart 2010, sotto la guida di Peter Paul
Kainrath, estende i suoi confini coinvolgendo inedite location con un carattere mosso che
investe tutta la regione, sulla linea Museion di Bolzano/Mart di Rovereto, in
perfetto stile Manifesta7.
Apre il festival, negli spazi dell’ex Alumix, il
collettivo giapponese Dumb-Type con True,
performance multimediale ideata dal light designer Takayuki Fujimoto, dal performer Takao Kawaguchi e dal videoartista Tsuyoshi
Shirai. Le
sofisticate tecnologie digitali del suono e dell’immagine generano in True un mondo alla rovescia,
capace di interrogare la nozioni di gravità
configurando trasfigurazioni della realtà e del corpo.
Pioggia, cartoni e grammatica corporea all’insegna di un’estetica della distruzione sono
gli elementi essenziali di Blessed della coreografa americana Meg Stuart e della sua compagnia Damaged
Goods. Ospite al
Teatro Comunale di Bolzano, Blessed è un’opera cupa, un
pezzo di danza toccante, disegnato per il
danzatore portoghese Francisco Camacho, anni dopo quel Disfigure
Study, che aveva segnato la loro prima collaborazione. Chiude la
serata un incontro con Abraham Hurtado, assistente alla coreografia
presso la Casa Atelier del Museion, dove, per tutta la durata del festival, è
possibile vedere il video The Only Possible City ideato da Stuart in occasione di
Manifesta7, focalizzato, sul “primo piano come mezzo per affilare
l’inconscio ottico e le memorie involontarie del comportamento di ogni giorno,
singolare e collettivo, fabbricato e spaccato allo stesso momento”.
Un focus è dedicato
alla cultura russa. Prima italiana per il compositore Sergej Newski
e alla sua opera da camera Franziskus, ispirata appunto a San
Francesco e interpretata dall’ensemble Windkraft. Il Moscow Contemporary Music Ensemble, diretto
da Feder Lednov, presenta RE-CONSTRUCTION, percorso musicale
che ricostruisce in musica l’avanguardia russa, partendo dai compositori degli
anni ’20 e ’30 per arrivare ai giorni nostri.
Sorokin, autore del famoso romanzo La coda, insignito del premio della
Repubblica Federale tedesca, presenta Sugar Cremlin, nuovo libro tradotto in tedesco.
Completa il reading, la proiezione del film futurista russo AELITA,
rimusicato dall’Ensemble 2e2m.
Da Mosca a New York. Ma la vera novità di Transart è la
collaborazione transatlantica con Performa,
biennale newyorchese dedicata alle “new visual art performances”, ideata da
Roselee Goldberg, giunta lo scorso novembre alla sua terza edizione. Arriva presso i nuovi laboratori della Libera Università di Bolzano
il Futurist Variety Theater firmato dal collettivo The Prompt –
composto tra gli altri da Aki Sasamoto, Sylvie Fleury, Kalup Linzy,Ian Monk, Adam Pendleton, Reggie Watt, Alterazioni Video, Danai Anesiadou, Falke Pisano – nato
per una commissione della biennale newyorchese. Se i loro Tableaux Vivants
tendono a riscrivere il genere performativo proponendo al pubblico una serie di
mini-universi fatti di personaggi e ambienti minimalisti e iperbolici, negli
spazi dell’Hotel Greif di Bolzano presentano una
miscellanea di conversazioni, tra momenti cabarettistici, azioni sintetiche e musica.
Un salto al Mart
di Rovereto per il concerto Intonarumori, ideato dal musicologo Luciano
Chessa, che, in occasione del centenario del Futurismo, ha ricostruito gli
strumenti musicali inventati nel 1913 da Luigi Russolo, con tanto di generatori di suoni
acustici capaci di controllare dinamica, volume e lunghezza d’onda. 16
musicisti del territorio, diretti dal maestro Chessa, eseguono i brani
commissionati a compositori del calibro di Margareth Kammerer, Sylvano Bussotti, Teho Teardo e Blixa Bargeld. Segue una cena di gala
dall’allure decisamente neo-futurista presso La Casa d’Arte Futurista Fortunato
Depero, dove i “paradossi gastronomici” fatti di “bocconi simultaneisti e cangianti”, ideati dallo chef Marco Brink,
incontrano profumi, musiche e parole orchestrate da Silvano Faggioni e Sergio
Coletti.
Molto lo spazio
dedicato alla musica elettronica. Koudlam, Fritz Orlowski, Extrawelt e T.
Raumschmire danno vita a sonorità per un
ultimo ballo prima della fine del mondo, mentre Claudio Sinatti e Giuseppe Ielasi dialogano attraverso un
ensemble di dieci vj. Prima italiana per l’arpista e percussionista
statunitense Zeena Parkins e per l’irriverente forza sonora
della vocalist norvegese Maja Ratkje. Ma ancora musica con due voci
radicali del panorama internazionale. L’oscura sacerdotessa e pasionaria
del rock Patti Smith accompagnata dalla sua band italiana, La casa del Vento, presenta un’inedita performance di
violino, fisarmonica, banjo e chitarre acustiche.
Chiudono il festival le disparate
disfunzioni vocali di Diamanda
Galás, con un inventario delle sue elaborazione vocalico-sonore,
sorprendente concertazione dall’urlo all’acuto sopranile, dalla declamazione
psicotica al silenzio.
Sonic Youth a Museion
piersandra di matteo
dall’otto
settembre al 9 ottobre 2010
Transart 2010 – The Power of Contemporary
Sedi vari, Bolzano e Rovereto
Info: www.transart.it
[exibart]
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