L’Associazione Astratti Contatti, attiva da sette anni sulla scena milanese e da sempre interessata alle nuove declinazioni delle arti sceniche contemporanee, quest’anno, nel corso della rassegna ConsensoeContatto ha proposto una novità. Accanto ai workshop e agli spettacoli dei coreografi ospiti, è stato dedicato uno spazio ai giovani autori, che nel panorama (asfittico) della danza italiana non hanno spesso spazi di rodaggio creativo.
Durante la serata, in collaborazione con la neonata Accademia Danza diretta da Susanna Beltrami, gli autori esordienti hanno proposto quattro coreografie in versione-estratto. Una Pentesilea, messa in scena dalla giovane coreografa/danzatrice Lara Guidetti, che, ispirandosi al testo di Heinrich Von Kleist, interpreta l’androgina regina delle amazzoni. In uno spazio circondato da scarpe con tacchi alti, la sequenza coreografica si dis-articola, densa di cadute, attutite da maschie ginocchiere. Più intimista il lavoro presentato come Studio dalla giovane Flora Vannini, che esprime profondo disagio nell’affrontare la scena e così si ritrova arrotolata e rinchiusa dai tecnici nel tappeto danza su cui balla. Per poi uscirne rinnovata nell’espressività e nel movimento: come una “crisalide contemporanea” si libera dal guscio del rigore accademico.
Nel divertissement coreutico-letterario (Short Cut), gli allievi dell’Accademia Danza, sotto la guida sapiente di Giorgia Maretta, rispolverano le figure retoriche del lessico erudito (sineddoche, allitterazione, dittologia…) trasponendole in danza, in modo spiritoso e ironico. E per finire con un Fellini. In punta di piedi. Il mondo onirico del cineasta romagnolo, i suoi personaggi e le sue atmosfere surreali nella pirotecnica giostra coreografica di Sabrina Camera, che in bilico tra danza e recitazione ci porta nei territori tormentati di Cabiria, dell’Anitona e del giovane Federico.
In Disparitions le due danzatrici/coreografe, alla consolle, ricostruiscono un loro precedente lavoro con l’ausilio di “reperti archeologici”: brani musicali, filmati, fotografie, un carteggio delle due autrici sulla genesi dell’opera, fino ad un evanescente finale di ombre danzanti. Ermetico il Soliloquio di Luisa Cortesi che, in una performance volutamente asettica, striscia e perimetra lo spazio scenico, eseguendo posture dettate da una voce registrata.
Per concludere. La rassegna ha ospitato una produzione di Dance Screen On Tour, iniziativa dell’IMZ di Vienna e della SK Cultural Foundation di Colonia, il video Blush, trasposizione integrale dell’omonimo spettacolo del coreografo e regista belga Wim Vandekeybus, in cui lo sperimentatore fiammingo esplora l’archetipo letterario più affascinante e misterioso: le metamorfosi dell’uomo. Girato tra i paesaggi naturali della Corsica e le profondità metropolitane di Bruxelles, Vandekeybus, con un uso del mezzo filmico troppo estetizzante, affronta i topoi del mutamento: dal Principe Ranocchio dei fratelli Grimm ai grandi banchetti che provocano le istintualità più ferali, dalla suggestione omerica uomo/maiale alla metamorfosi esiziale di un funerale borghese ambientato in un teatro suburbano.
Ma tra civiltà sotterranee e sottomarine e lotte intestine familiari, il regista appare più preoccupato ad indugiare sulla bellezza dei luoghi visitati e dei paesaggi mozzafiato, piuttosto che sviluppare il tema in funzione di una orditura coreografica.
costantino pirolo
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