Categorie: arteatro

arteatro_reportage | Internationale TanzMesse NRW

di - 4 Novembre 2008
Ogni due anni Düsseldorf, una delle città del bacino della Ruhr, sede di antiche acciaierie e miniere, ma anche fucina di grandi talenti – uno per tutti, la madre del tanz-teather Pina Bausch – diventa crocevia di incontri e scambi sotto il segno della coreografia internazionale. Nel Paese dei grandi nomi della coreografia internazionale (Joos, Linke, Hoffmann e la più giovane Sasha Waltz), la danza viene considerata al pari delle altre attività culturali ed economiche e, per questa ragione, posta al centro di un vero evento fieristico, in cui gli operatori del settore (coreografi, danzatori, organizzatori, giornalisti) hanno l’opportunità di conoscersi e creare contatti.
Ben cinque le sedi coinvolte. Un intero palazzo della cultura è dedicato ai padiglioni in cui sono rappresentate quasi tutte le nazioni del globo, tranne l’Italia, se non fosse per un piccolo spazio occupato dall’italiano Luciano Padovani con la sua compagnia Naturalis Labor. Ogni Stato rappresentato da una o più compagnie di bandiera è presente con dépliant, brochure, dvd promo, piccoli televisori o computer portatili che trasmettono video, interviste, backstage e foto di scena.
Performance quotidiane nell’ampio cortile esterno del NRW Forum Kultur und Wirtschaft accolgono i visitatori fino al pomeriggio, ora di chiusura degli stand e di partenza dei vari bus navetta che accompagnano gli spettatori verso le sedi degli spettacoli in vari punti della città e non solo. Inaugurazione in grande stile alla presenza dei più importanti esponenti politici della Nordrhein-Westfalen nell’imponente Capitol Theater, con l’esibizione di una rappresentativa delegazione olandese – Galili Dance Company e Krisztina de Châtel Company – e la compagnia americana ODC di San Francisco, che in RingRoundRozi prende a prestito i giochi d’infanzia per sperimentare cadute e rischiosi out of balance e per disegnare un gioioso romp-of-a-dance.

Un antico stabilimento industriale, la Fabrik Heeder, ospita l’essenziale performance della compagnia franco-elvetica CIE 7273, interpretata da un giovane danzatore francese, Nicolas Cantillon, che traccia, a palcoscenico nudo e senza supporto musicale, un’iperbole coreografica (Climax): 45 minuti di assolo in cui la danza appare come una secrezione organica e naturale del corpo senza orpelli.
Di natura diversa la coreografia Broken Chords della compagnia inglese Vincent Dance Theatre nell’austera cornice della Dusseldorfer Schauspielhaus: palcoscenico ingombro di 120 sedie, strumenti musicali e un imponente candeliere sospeso su una pièce in bilico tra comicità triste e tragica allegria, in cui i performer si destreggiano tra danza pura, intrattenimento e canto, definito migliore spettacolo dell’anno secondo il New York Times Critics’ Pick 2007.
Nello stesso teatro, il coreografo rumeno Edward Clug, dopo l’acclamato Radio & Juliet, in Sacre du Temps traccia per la compagnia olandese Danshuis Station Zuid un percorso sul filo dei ricordi musicali di Stravinsky, riprodotti dal musicista serbo Borut Kržišnik, intraprendendo un viaggio coreografico nella memoria e nel vissuto dei suoi danzatori.

Tra show case, open studio (in cui i giovani coreografi danno una lezione dimostrativa del loro modo di coreografare nella prestigiosa e moderna TanzHaus NRW), special performance di giovani emergenti coreografi, conferenze e una mostra fotografica che festeggia il centesimo compleanno di Kazuo Ohno, padre della danza Butoh, emerge un dato desolante: a fronte di una scarsa rappresentanza italiana alla fiera spicca una massiccia presenza di danzatori italiani sparsi nelle innumerevoli compagnie di tutto il mondo. Nemo propheta in patria.

link correlati
www.tanzmesse-nrw.com

costantino pirolo
spettacoli visti il 27-30 agosto 2008

arteatro è una rubrica diretta da piersandra di matteo

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