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arteatro_teatro Fly Butterfly Milano, Teatro del Buratto
arteatro
Al Buratto il merito di svelare e tramandare i riti del teatro di animazione giapponese Bunraku. In nome delle ferree gerarchie del Sol Levante. Una tipologia di rappresentazione che dal tardo XVI secolo continua ad incantare. Nonostante la non immediata comprensione…
di Elena Bari
Durante lo spettacolo Fly Butterlfy (Premio Biglietto d’Oro AGIS 1995), ideato per un pubblico dagli 11 anni in su, animatori perfettamente sincronizzati fra loro e mimetizzati, attraverso pesanti costumi neri, nel buio della scenografia danno vita ad oggetti inermi trasformando il proscenio in un pirotecnico apparire di fascinevoli evocazioni esotiche.
Maschere guru dal sapore coloniale, delicati ombrelli, ventagli-farfalle, enormi e minacciosi drappi – vessilli, fluttuano nel vuoto creando un caleidoscopico e suggestivo universo del quale B, una bambola di pezza, è protagonista inerme.
Dalla trama tortuosa, e quanto mai criptica, Fly Butterfly è il viaggio iniziatico di B, che ha il suo acme nello scontro fra il fantoccio e i maestri che la animano. Durante questa lotta esistenziale verso l’indipendenza, la scena si ribalta e gli animatori, sino ad allora protetti dall’oscurità, diventano protagonisti in piena luce svelando, con fare didattico-didascalico, le gerarchie feudali del teatro Bunraku e della società nipponica: ogni uomo ha una suo ruolo preciso, ogni uomo ha una parte specifica da animare: il capo gestisce il busto e il braccio destro, il secondo ed il terzo animano rispettivamente il braccio sinistro e le gambe.
Le stecche usate per muovere gli arti si trasformano in simboliche spade, si assiste ad una mattanza che avrà il suo epilogo nella pinocchiesca metamorfosi di B in un essere umano.
Allo spettatore conviene lasciarsi andare alla contemplazione estetica, seguire la narrazione richiederebbe uno sforzo eccessivo, la storia è stentata, avanza per singulti, incede per piani paralleli che sgretolando la possibilità di una facile comprensione, su un livello procede la tensione all’antinarrativo, all’astratto, all’onirico (oggetti), sull’altro il dovere all’affabulazione, al didascalico (B), alla morale spesso soffocata dall’uso eccessivo di simbologie che rendono ancora più mediata l’interpretazione.
bio
Nato nel 1975 Teatro del Buratto indirizza la sua produzione nella direzione di un “teatro totale”, alle consuete tecniche d’attore accompagna una ricerca nel teatro d’animazione secondo le tecniche più diverse.
Fra le produzioni più significative l’Historie du Soldat, (in scena al Teatro Scala), Il viaggio di Astolfo vincitore nel del premio ETI Stregagatto come migliore spettacolo (1983), Cappuccetto Bianco da Burno Munari, Sotto la Tavola vincitore del Biglietto d’Oro Agis e premio ETI Stregagatto (1991).
elena bari
spettacolo visto il 7 giungo 2003
Teatro del Buratto – Fly Butterfly
Regia: Stefano Monti
In scena: Sergio Mussida, Daniela Dazzi, Cristina Discacciati, Ornella Vancheri, Fausto Bernardinello.
Luci: Marco Zennaro
Scene e costumi: Gian Luca Massiotta
www.teatrodelburatto.it
[exibart]