Categorie: arteatro

Teatro | Santarcangelo Festival

di - 13 Giugno 2018
Fra meno di un mese inizia la 48ma edizione di Santarcangelo Festival, la seconda diretta da Eva Neklyaeva con la condirezione di Lisa Gilardino (qui la nostra intervista): dal 6 al 15 luglio 2018 il piccolo borgo romagnolo diventa palcoscenico internazionale della performing arts contemporanea, con un programma all’insegna della liquidità e dell’interdisciplinarietà. Oltre 150 appuntamenti per 10 giorni di azioni, teatro, danza, concerti, cinema, dj set, escursioni e pratiche sportive, tutte volte alla riscoperta di uno stretto legame con la natura e il suo lato magico e rituale.
Attraverso la voce di artisti poco noti sulla scena artistica italiana, con il claim Cuore in gola il festival vuole evidenziare l’urgenza di un dibattito artistico e politico contemporaneo, rievocando la sensazione viscerale che attraversa il corpo quando viene attraversato dalle emozioni. Al centro della riflessione c’è la paura, oggi strumento di manipolazione politica ed economica di cui riappropriarsi come comunità e come individui.
Si inizia il 6 luglio, quando sulla riviera adriatica si celebra la Notte Rosa, con l’artista e coreografa uruguaiana Tamara Cubas che porta a Santarcangelo Multitud, performance che coinvolge 70 volontari (tutti possono fare domanda online) e riflette sulla condizione sociale dell’essere umano e sulla nozione di eterogeneità all’interno di un collettivo, partendo dall’idea di altro. Sempre nel primo weekend il tema dell’etnia è affrontato sia da Alessandro Sciarroni con Don’t be frightened of turning the page, che prende spunto dal movimento migratorio di alcuni animali che al termine della loro vita tornano a riprodursi e a morire nel luogo dove sono nati, sia dalla coreografa dominicana Ligia Lewis, che con minor matter affronta il concetto di etnia partendo da emozioni di vita vissuta e combinando danze e musiche popolari di generi ed epoche.

Alessandro Sciarroni, Don’t be frightened of turning the page

Anche gli artisti associati al festival si sono concentrati sul tema dell’accettazione del diverso, aprendo lo sguardo dello spettatore e dando nuove possibilità di visione. Francesca Grilli con Gold si relaziona con il mondo animale invitando gli spettatori a condividere lo spazio con tre falchi. Lo svedese Markus Öhrn con The Unknown crea una cornice per otto artisti, quattro svedesi e quattro italiani (Linnea Carlsson, Makode Linde, Oskar Nilsson, Linnea Sjöberg, Damiano Bagli, Mara Oscar Cassiani, Federica Dauri e Maurizio Rippa), che presenteranno ogni sera, per soli 30 minuti, un progetto diverso in un palco improvvisato nel bosco. I Motus portano in scena Panorama, spettacolo coprodotto dal festival (qui la nostra recensione), una autobiografia plurale e visionaria della Great Jones Repertory Company, un gruppo di performer interetnico che lavora al Café La MaMa storico teatro dell’East Village di New York. Sempre dei Motus anche Chroma Keys, “un’immersione dal sapore cinematografico sui bordi della visione e negli angoli inquieti di noi stessi dove predominano le inquadrature sull’elemento umano”.
Il dopo festival è uno degli elementi cardine di Santarcangelo: da mezzanotte fino all’alba sotto il tendone da circo di Imbosco, nascosto tra gli alberi ai piedi del Parco Cappuccini, il programma musicale fortemente sperimentale a cura di Stefania Pedretti e Francesca Morello si dipana tra concerti e dj set italiani e internazionali.
Come ci aveva anticipato Eva Neklyaeva, quest’anno il festival avrà la propria criptomoneta, Santa Coin (con il supporto tecnico di dyne.org e commonfare.net), nata dalla collaborazione con Macao, centro per le arti milanese, che quest’anno ha proposto Crypto Rituals progetto per incrociare l’economia circolare con la costruzione di comunità, prima di tutto affettiva, coinvolgendo alcuni professionisti del territorio che si occupano di benessere e cura del corpo.
Il ricco programma trasforma Santarcangelo nei 10 giorni di festival nel palcoscenico dell’arte performativa internazionale, prendendo una forte posizione contro la chiusura politica e culturale in cui il nostro Paese sta scivolando.
Giulia Alonzo

Dopo gli studi al Politecnico di Milano e all'Accademia di Belle Arti di Brera, collabora con diverse testate di teatro e arte. Studiosa di arti visive, design e spettacolo dal vivo, è particolarmente interessata alla ricezione e alla simbologia delle opere d'arte nella società contemporanea. Attualmente impegnata nello sviluppo del portale trovafestival.com, la cultura in movimento.

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