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Il Festival Gender Bender di Bologna entra nel vivo, con alcune novità post Covid
Arti performative
Al via Gender Bender, il festival promosso dal centro culturale Il Cassero che porta a Bologna le avanguardie e le sperimentazioni performative internazionali sulle tematiche dell’identità di genere e orientamento sessuale. Arrivato alla 18ma edizione, GenderBender affronta la sfida della maggiore età in un momento strano, cambiando periodo e formato. Solitamente si svolge in autunno inoltrato, tra ottobre e novembre, invece quest’anno, causa Covid, i direttori Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli hanno deciso di anticipare la manifestazione a settembre, dal 7 al 18, per sfruttare le serate di fine estate e poter stare all’aperto.
E non è l’unica novità: per la prima volta il Gender Bender non è disperso in diverse sale di Bologna ma è tutto concentrato attorno al Parco del Cavaticcio, cuore del distretto felsineo della Manifattura delle Arti, con gli incontri che si tengono al MAMbo e gli spettacoli nel giardino a ridosso del vecchio attracco, con l’acqua che riflette le luci del palcoscenico allestito ad hoc.
AutOut, questo il titolo dell’edizione 2020, prevede due settimane di focus tematici: la prima dedicata alla danza, che si è conclusa questo weekend con In a Landscape, nuovo lavoro di CollettivO CineticO (qui il focus dedicato alla compagnia) in collaborazione con il Leone d’Oro Alessandro Sciarroni, e la seconda, che partirà da oggi fino al 18 settembre, che sarà concentrata sul cinema. Per tutte le informazioni sul programma, potete dare un’occhiata qui.