Si chiama 2018 VG18 e ci guarda da oltre 100 UA, cioè da circa 1,496e+10 chilometri. Per gli amici Farout, un oggetto in orbita intorno al sole che potrebbe essere un pianeta nano. Un po’ più vicino ma ugualmente non convenzionale, FAROUT è il Live Arts Festival lanciato, pardon, promosso da BASE Milano, il project community di innovazione e contaminazione culturale, nel cuore di zona Tortona. Fino al 9 ottobre, performance, installazioni e talk con artisti e collettivi, sia italiani che internazionali, «Un incontro tra arte e pubblico, corpi e spazio, in un percorso esplorativo verso un rinnovato concetto di tempo». Anzi, precisamente, tre: un “Tempo SOSPESO”, con le azioni e gli spettacoli di lunga durata, le installazioni, i talk e le attività di approfondimento; un “Tempo PERFORMATIVO” dedicato agli spettacoli dai pochi minuti alle tre ore; Un “Tempo dedicato alla SCHOLÈ”, che in origine significava tempo libero e che in questo caso si manifesterà in una serie di laboratori e scuole temporanee.
Fra le proposte di FAROUT Live Arts Festival che riflettono su un rinnovato concetto di tempo, i lavori di Giorgia Ohanesian Nardin e Gianmaria Borzillo riscoprono la coreografia come rito di aggregazione e contemplazione, mentre gli armonografi giganti di Kaleider scandiscono la giornata disegnando. Belinda Annaloro, Antoine Defoort, Julien Fournet, Halory Goerger, Sébastien Vial / France Distraction e Nobodys ci accompagnano in una dimensione contemplativa e dilatata, Emke Idema apre la sua scuola dei mondi non vissuti e i DOM intervengono attraverso percorsi nello spazio pubblico per dilatare e dare durata allo spazio. Le opere di Lucia Palladino e di 6000 Highwayman / Teatro di Sardegna mettono il ritmo del gioco e la pratica della condivisione al centro del recupero del tempo sociale, i Muta Imago indagano il riverbero e l’eco dell’incontro tra suono e corpo, Fra de Isabella racconta il tempo come storia anagrafica dei suoi 18 anni.
Ancora, Emanuele Braga, Gabriella Riccio / Institute of Radical Imagination & Anna Rispoli esplorano nuove forme di vita post-capitalistiche attraverso una performance militante partecipativa e l’opera di Effetto Larsen celebra il tempo presente tramite la presa di coscienza della fugacità dell’esistenza. Il collettivo Extragarbo produce cortocircuiti temporali tramite dispositivi partecipativi e dissidenti, Maddalena Fragnito e Valeria Graziano riflettono sul tempo del lavoro che scandisce la vita e Milo Rau esplora il tempo della rivoluzione, mentre, scanditi in sera, notte e alba, gli eventi di Le Cannibale indagano la relazione tra suono e pubblico nei tre momenti.
Il programma si arricchisce grazie alla partecipazione delle Artiste e degli Artisti Associati di BASE Milano, tra i quali la compagnia teatrale Corps Citoyen, la coreografa e performer Elisabetta Consonni e il duo musicale MOMBAO. Per le informazioni sul programma completo, potete cliccare qui.
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