Tra main projects del programma di ART CITY Bologna 2023, Xing ha presentato la performance “BSTRD” della coreografa di origine greca e residente in Francia Katerina Andreou. Il lavoro si sviluppava in un doppio intervento a distanza di una settimana: la performance di sabato, 28 gennaio 2023, veniva riattivata nello stesso luogo il sabato successivo, tramite la video installazione “I need silence (BSTRD)”, a opera del video-maker Lino Greco e prodotta da Xing.
I curatori avevano situato la performance al quinto e ultimo piano del Nuovo Parcheggio Stazione, tra via Carracci e via Fioravanti, a pochi passi dalla stazione centrale di Bologna. Il parcheggio si staglia nella zona iniziale della Bolognina, un quartiere vitale, multietnico e controculturale – si ricordano le esperienze di Link Project e di XM24 consumatesi nella stessa via Fioravanti –, divenuto in territorio bolognese emblema dei processi di trasformazione e di gentrificazione.
Come in precedenti occasioni, il luogo della performance era stato convertito in una delle zone temporanee di Hole, il formato di Xing che sperimenta modalitĂ di attivazione di differenti spazi pubblici, atte a una loro ridefinizione momentanea. Una forma di programmazione che contestualizza e intensifica la caratteristica transitoria degli interventi performativi proposti. Il suggestivo ultimo piano attico del parcheggio, con le sue colonne di metallo, neon e cartelli stradali, rinforza e amplifica la scenografia della performance, composta da un palco, una colonna di casse, una luce stroboscopica e una macchina per il fumo.
Side A. Andreou prende un disco, lo inserisce nel giradischi e, non appena la puntina tocca la superficie, comincia una danza solitaria. La traccia, ispirata alla musica clubbing e da lei composta utilizzando frammenti di diversa provenienza disposti su una linea di basso continuo, agita movimenti energetici e spossanti presi in prestito da molteplici influenze tecniche e culturali. Nel corso della performance agisce quindi un corpo solitario ma costantemente modellato da influssi che temporaneamente lo ridefiniscono.
La pratica della performer e coreografa viene descritta come fondata «su tecniche ibride che indagano i confini tra corpo selvaggio e corpo preparato […]. Utilizza training provenienti dal free style, dalla boxe e da altre discipline agonistiche, acquisendo una maestria pratica di schemi fondamentali (corporei, emotivi, visuali e mentali), prediligendone il carattere ripetitivo, arido, ascetico». Il suo corpo diviene quindi lo spazio nel quale si sviluppa la poetica di una figura ibrida.
“BSTRD” è il disemvoweling della parola bastard. Il disemvoweling (disem(bowel) + vowel) – la rimozione delle vocali per abbreviare le parole in messaggi elettronici – ha una lunga storia nella cultura di internet. La pratica non solo si lega alla contrazione delle parole per una scrittura rapida e sintetica, ma anche a questioni di censura sia autonoma sia gestita da moderatori quando in discussioni online.
Il termine a titolo dell’opera indica quindi alcuni aspetti fondamentali per leggerla. In esso risiede innanzitutto il significato della parola bastardo nelle sue accezioni di ibrido e impuro. La decisione di utilizzarlo nella sua forma contratta mostra invece il proposito di giocare sul confine tra autonomia e potere, tra individuale e collettivo e tra espressione e censura. Katerina Andreou rimbalza costantemente tra i lati della linea sottile, percepibile e allo stesso tempo omessa, che scinde gli elementi delle dicotomie appena esposte. E, come si è visto, queste sono poi intrecciate a riflessioni che poggiano sulla relazione tra autoriale e non autoriale e tra puro e ibrido.
Il ripetitivo dissolversi dei confini viene espresso in molte scelte che compongono la composizione musicale e la coreografia: i movimenti del corpo e la comunicazione gestuale e fisica con il pubblico e il suo spazio. In questo modo “BSTRD” esprime il desiderio di mostrarsi oltre una identificazione individuale per inserirsi nel complesso sistema della negoziazione come gli spazi online. Seppur ispirata alle pratiche di meticciato che hanno caratterizzato la cultura House nel clubbing di Chicago e New York, la dimensione scenografica diviene un pretesto espressivo in cui la stessa artista trova una corrispondenza intima per amplificare e amplificarsi oltre i limiti di una definizione identitaria o di una illusoria idea di purezza e originalità .
Tornare nello stesso luogo il sabato successivo provoca la sensazione di un qualcosa che si è svuotato, che ha perso tutta la sua intensità . Resta sola, ad accogliere i visitatori, la video installazione “I need silence (BSTRD)”, che mostra Andreou ballare anch’essa sola, nello stesso luogo e alle luci del giorno. «I need silence for this piece». Il ricordo, amplificato, torna alla performance del sabato precedente.
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