Secondo i dati diffusi dal Met Office, il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito, negli ultimi 18 mesi l’Inghilterra ha accumulato 1, 695.9mm di pioggia. La quantità più alta mai registrata dall’istituto fin dalla sua fondazione, nel 1836. Si tratta, insomma, di una vera emergenza differita su un tempo lungo, che ha causato ingenti danni agli allevamenti e alle colture di tutto il Regno Unito. Ma ecco che l’intervento di Marina Abramovic potrebbe salvare capra e cavoli – letteralmente – grazie a una vera e propria “danza dell’anti-pioggia”. La madrina dell’arte performativa ha dichiarato al Sunday Telegraph che spera di mettere in scena il suo Balkan Erotic Epic (2005) l’anno prossimo, in un enorme spazio industriale di Manchester. Dovrebbe trattarsi dell’Aviva Studios-Factory International, sede del Manchester International Festival, manifestazione artistica internazionale a cadenza biennale, con un focus specifico sui nuovi lavori.
L’artista già si era esibita a Manchester nel 2011, nella pièce teatrale sperimentale di Robert Wilson The Life and Death of Marina Abramovic, con Willem Dafoe e incentrata sulla biografia della stessa Abramovic. Balkan Erotic Epic esplora gli aspetti sessuali del folklore serbo. Nel 2005, Abramovic girò una serie di sette video che raffigurano antichi rituali legati alla fertilità e alla virilità del suo luogo di nascita, i Balcani. Dal Medioevo al XVIII secolo, uomini e donne di piccoli villaggi credevano di poter usare i loro organi sessuali come strumenti per migliorare le loro vite, accoppiandosi con la terra per aumentare i raccolti, ad esempio, o mostrando i loro genitali al cielo per spaventare i demoni che causavano le tempeste.
Abramovic ha anticipato che metterà in scena questo rituale a Manchester con 24 ballerini: «È incredibile l’idea di fermare la pioggia con il potere di una vagina», ha dichiarato l’artista, per la quale Balkan Erotic Epic rappresenta anche la dimostrazione della necessità di un cambiamento culturale dei punti di vista sul sesso. Chissà cosa ne pensano al Met Office.
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