Tre individui completamente ricoperti da una veste aderente blu che ne cancella le generalità, senza fattezze o genere – se ne può intuire solo una differenza orientativa di generazione, uno dei tre è una bambina o un bambino – si identificano esclusivamente per il legame che li unisce, tenendosi per mano camminano per le strade e le piazze di Milano. Prefettura, San Babila, Duomo, Palazzo Reale, Museo del Novecento, Galleria Vittorio Emanuele II, Palazzo Marino. Sono le tappe attraversate da Surrogati, performance dell’artista Nicola Mette, andata in scena in diversi luoghi della città meneghina ieri, 16 giugno.
L’azione prosegue la performance Invisibile, presentata per la prima volta a Milano nel 2016 e incentrato sullo stato giuridico e, quindi, anche culturale, in cui omosessuali, bisessuali e transgender si trovavano a vivere in Italia: persone senza diritti, senza garanzie. A febbraio 2023, l’azione è stata riproposta in Marocco per mettere in evidenza la condizione di quei Paesi che ancora perseguitano, a volte anche fino alla morte, le persone Lgbtqia+. Nella performance, svoltasi nel centro della città di Chefchaouen, l’artista camminava mimetizzandosi tra le case e le strade tipicamente colorate di blu. Un colore che ritorna anche in Italia.
A pochi mesi dall’insediamento del nuovo governo, a marzo 2023 vengono bloccate le registrazioni anagrafiche dei figli delle famiglie arcobaleno e molti sindaci sono costretti dai Prefetti a fermare le trascrizioni in Italia dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali. Questo provvedimento del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, lascia molti bambini in una situazione di disparità rispetto ai figli delle coppie eterosessuali. Fin da subito, appare evidente come la priorità della destra sia quella di limitare i diritti delle persone Lgbtqia+, seguendo il modello ultraconservatore e reazionario delle politiche adottate già da vari governi europei, come l’Ungheria di Viktor Orbán.
«Per questo motivo rimane impellente e necessario reagire a queste scelte ideologiche: il prossimo 19 giugno è atteso in aula del Parlamento italiano il testo di una legge che renderà reato universale la maternità surrogata, prevede la punibilità per i soli cittadini italiani che ne faranno ricorso; un testo folle che vuole ostacolare la possibilità per le coppie, non solo omosessuali, di costruirsi una famiglia», si legge nel comunicato della performance di Nicola Mette.
L’artista, insieme a una famiglia arcobaleno, ha attraversato le strade del centro di Milano, tenendosi per mano con indosso una veste blu. «Famiglie senza volto perché senza diritti, persone che quotidianamente si muovono nelle nostre città, lavorano e si realizzano come una qualsiasi famiglia tradizionale. Ma seppure invisibili, si tratta di persone reali che esistono già in Italia, che vogliono vivere con dignità, ed esprimere al meglio la propria identità all’interno di una società che non li discrimini».
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