Abraham Poincheval, La Bouteille, Parigi, 2024, Canal Saint-Denis, © cneai
Per una sua performance al Palais de Tokyo di Parigi, Abraham Poincheval rimase seduto per 20 giorni su dieci uova e, a quanto pare, non solo non le ruppe ma riuscì anche a farle schiudere. Ha poi vissuto per sette giorni sospeso su una piattaforma della dimensione di un letto singolo, a 20 metri di altezza, di fronte alla Gare de Lyon, sempre nella capitale francese. Alle Galerie Perrotin, invece, rimase a osservare per otto giorni un’opera di Hans Hartung, rinchiuso in una sagoma di metallo. Insomma, a Parigi sono piuttosto abituati alle imprese estreme di Poincheval ed era lecito aspettarsi qualcosa di eclatante anche per le Olimpiadi. E così, in questi giorni, sulla Senna – che ospita le gare di varie discipline nonostante i pericolosi livelli di inquinamento – ci si può imbattere anche in una bottiglia di plexiglass trasparente fuori scala, chiusa con un tappo di sughero. All’interno della quale c’è proprio il poliedrico artista che, nella sua ricerca, ha sempre messo in discussione i concetti di tempo e di spazio, superandone molto spesso i confini e mettendo a dura prova la resistenza del corpo. «È uno spazio che tutti possono vedere. E anch’io posso vedere chiunque mi passi accanto. Prendo nota. Il tempo è in sospeso, qui, in contrasto con i Giochi Olimpici», ha raccontato Abraham Poincheval, che rimarrà confinato nella bottiglia fino al 3 agosto e che aveva presentato questa performance anche nel 2015 ma sul Rodano.
La nave bottiglia di Abraham Poincheval è ormeggiata al molo di Saint-Denis, che collega il canale dell’Ourcq, a Parigi, con la Senna nel comune di Saint-Denis, ed è rivolta verso lo Stade de France. Misura 580 centimetri di lunghezza e 190 di diametro e all’interno ci sono bagagli e contenitori, un sacco a pelo, una scorta di acqua e di cibo. Una sorta di capsula di sopravvivenza in grado anche di energia elettrica grazie a collettori solari e una turbina eolica. La bottiglia è poi adagiata su una piattaforma piena di piante, nutrite dall’acqua immagazzinata dalla stessa struttura.
«Quest’opera unica diventa il suo habitat per dieci giorni, mettendo in discussione le nozioni di isolamento, immobilità e resilienza nella nostra società moderna», spiegano da CNEAI, un Centre d’art contemporain di Parigi, promotori del progetto. «La bottiglia nel mare simboleggia un attraversamento del tempo e degli spazi, seguendo i venti e le correnti, per consegnare un messaggio. Immaginaria o reale che sia, la storia della bottiglia nel mare ci offre una lettura della società che attraversa, proprio come i Giochi Olimpici che sembrano cristallizzare in un punctum l’essenza di un’epoca, di una civiltà, di un città, di una geopolitica».
La performance fa parte di Les Victoires, un progetto di arte urbana avviato dall’Ente Pubblico Territoriale Plaine Commune, e rientra nell’ambito delle Olimpiadi della Cultura, il programma artistico promosso dall’organizzazione dei Giochi Olimpici 2024, per mettere in dialogo artisti internazionali e territorio.
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