03 agosto 2021

Pro-Occupation a Borgo Universo: l’azione di Matlakas per una Palestina libera

di

Ad Aielli, in Abruzzo, in occasione di Borgo Universo 2021, Matlakas ha celebrato la Palestina, rivendicandone la libertà, con la sua performance Pro-Occupation

borgo universo riccardo matlakas

Aielli, piccolo borgo medievale della provincia dell’Aquila in Abruzzo, accoglie la seconda edizione del festival Borgo Universo, nato nel 2017 come rassegna culturale a cura di Alleg e trasformatosi nel 2019 sotto la direzione artistica di Palomart unendo alla street art anche performance, musica e astronomia. Tra gli artisti ospitati fino a ora, spiccano i nomi di Okuda San Miguel, Ericailcane, Gio Pistone, Luca Zamoc, Marina Capdevila, Agostino Iacurci, Millo. Riccardo Matlakas, insieme al suo murales The spaceship e ATM n.7, ha arricchito la programmazione di Borgo Universo con una performance, simbolo fondamentale della sua pratica artistica. In particolare, al Festival ha presentato Human Typer oltre a Pro-Occupation.

Pro-Occupation nasce come riflessione intorno al territorio palestinese e alla sofferenza che affligge il suo popolo, da sempre espropriato di qualsiasi diritto e del legame fondamentale che lega ogni essere umano alla vita: la propria terra. L’idea di questo progetto ha inizio nel 2015 quando Matlakas intraprese un viaggio in Palestina per una residenza artistica i cui lavori sono stati esposti al museo della Palestina a Cape Town. Lì ha iniziato a riflettere su come poter partecipare in modo utile e simbolico al dolore di quel Paese così da esprimere solidarietà con il popolo palestinese grazie anche a un confronto con l’antropogeografo e diplomatico Anis Daraghma.

Durante la sua residenza, quindi, oltre a conoscere tutte le linee di confine e a un confronto con le persone locali per approfondire la situazione, ha trasformato il muro dell’apartheid realizzando un murales e, per le strade della città, ha proposto la performance Sweet Thorn: ricoperto di cento metri di filo spinato in cui erano incastonate cento rose rosse, Matlakas ha camminato per le strade della città a petto nudo, gonfiando dei palloncini bianchi su cui trascriveva parole che esprimono qualcosa del mondo attuale che l’artista desidera trasformare. Lentamente ha cercato poi di liberarsi dal filo spinato, tagliandolo a piccoli pezzi e usandoli come steli di un fiore i cui petali sono formati dai frammenti dei palloncini. A coppie, la rosa vera e quella simbolica, venivano distribuite al pubblico.

Successivamente alla sua permanenza in Palestina, l’artista ha continuato nella sua ricerca incentrata sul riscatto del popolo arrivando all’elaborazione di Pro-Occupation. Il progetto prevede l’occupazione di una porzione di terra in simbolo di una restituzione ai palestinesi. Se l’arte può tutto, Matlakas decide di usarla per partecipare alla sofferenza di una comunità e portare nuova vita e speranza dove il dolore sembra voler ricoprire ogni cosa.

Pro-Occupation si propone di “pro” occupare pezzi di terra, di metratura diversa a seconda delle possibilità del territorio, in tutto il mondo in solidarietà con la Palestina. La performance si costruisce come un vero e proprio rituale in cui l’artista trasporta verso la porzione di terreno delimitata un albero di ulivo, tenendolo in braccio come se fosse un bambino da accudire e a cui dare cure e affetto. Partecipando al dolore del popolo palestinese e trasformandolo in una tristezza collettiva, l’ulivo viene piantato nel terreno in segno di nuova vita e speranza, delimitandolo con delle corde sulle quali sono rappresentati i colori della bandiera palestinese. L’installazione dell’ulivo, quindi, rappresenta l’azione artistica di Pro-Occupazione e bonifica della terra palestinese come protesta verso un’ingiustizia quotidiana che il popolo affronta quotidianamente.

Matlakas ritiene che nel tempo presente, anche a causa dell’emergenza sanitaria che ci ha travolti, reclamare la terra è un atto fondamentale poiché costituisce un legame verso la propria casa che tutti dovrebbero avere il diritto di rivendicare. La volontà dell’artista è diretta a un raggiungimento di un’uguaglianza tra i popoli che vivono sulla stessa terra, i quali dovrebbero essere uniti da un sentimento di amore e solidarietà sconfiggendo l’odio e l’intolleranza.

Questa pre-occupazione e la successiva occupazione hanno avuto luogo per la prima volta a Monticello Amiata (GR) durante Linfa Festival e quindi ad Aielli in occasione di Borgo Universo, in presenza dell’ambasciatrice della Palestina Abeer Odeh e del sindaco Enzo di Natale. Entrambe le performance sono state sostenute e rese possibili grazie alla produzione di Palomart Network. Nella sua ricerca di libertà e solidarietà, Matlakas continuerà a portare Pro-Occupation in qualsiasi zona del mondo fino a quando la Palestina sarà libera.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui