RUFA e Romaeuropa Festival proseguono la loro collaborazione che, negli anni, si è rafforzata e trasformata in un progetto programmatico, catalizzando l’attenzione degli studenti e degli addetti ai lavori.
Il Romaeuropa Festival mostra il meglio della creazione artistica contemporanea (qui potete dare un’occhiata al programma) proponendo un’esperienza estetica intensa, diffusa in diversi spazi e articolata per oltre due mesi, dando modo allo scambio culturale di concretizzarsi nel segno dell’espressione. Ogni anno, infatti, artisti e autori provenienti da ogni angolo del mondo si incontrano nella Capitale, in una partitura spettacolare fatta di danza, teatro, musica, cinema, arti visive e tecnologia.
Una visione condivisa da RUFA – Rome University of Fine Arts, che in particolare ritrova analogie con uno dei segmenti del progetto REF: la sezione Digitalive, curata da Federica Patti. L’obiettivo dell’Accademia, in questo senso, è valorizzare le ultime tendenze legate ai nuovi linguaggi, trasmettendo conoscenze e competenze tecniche specifiche che vanno dalla progettazione di spazi multimediali all’exhibition design, dalla performance audiovisiva alle installazioni interattive, dalla realtà virtuale al sound design.
In questo scenario RUFA e Romaeuropa Festival hanno siglato un partenariato per potenziare gli aspetti didattici e progettuali. La direzione artistica della kermesse, infatti, ha inteso dare seguito a una selezione tra gli studenti del biennio in Multimedia arts and design identificandoli come artisti, dando così un significato del tutto nuovo al concetto di formazione accademica.
Tra le opere che saranno presentate, De_Migration, in programma tra il 4 ed il 6 ottobre nello spazio Acquario del Mattatoio. L’installazione audiovisiva ha l’obiettivo di porre l’attenzione sull’impatto travolgente che lo sviluppo urbano ha non solo sulla flora, ma soprattutto sulla fauna. L’ambiente immersivo è generato da dati che descrivono i diversi flussi migratori degli animali condizionati dall’espansione umana, invitando il fruitore a riformulare un pensiero critico nei confronti del postmoderno e della civiltà industriale. Un’interpretazione visiva e sonora di uno scenario di prepotente occupazione che genera una richiesta di attenzione e di una successiva riflessione.
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