11 maggio 2024

While we are here: il programma di Santarcangelo Festival 2024

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Danze, riti funebri, rave e pratiche decoloniali e legate all’attivismo: dal 5 al 14 luglio 2024, va in scena la 54esima edizione del Santarcangelo Festival, a cura di Tomasz Kireńczuk. Ecco cosa vedremo

Non-scuola Teatro delle Albe © Photo: Pietro Bertora

La più importante e longeva manifestazione dedicata alle arti performative in Italia, il Santarcangelo Festival, giunge quest’anno alla sua 54ma edizione, dal 5 al 14 luglio 2024, la terza sotto la guida di Tomasz Kireńczuk, curatore, drammaturgo e critico polacco che, già nelle precedenti edizioni, si è distinto per una curatela all’insegna dell’impegno sociale e politico, coinvolgendo molti artisti e artiste internazionali per la prima volta in Italia. 

ll claim di quest’anno, while we are here, invita a immaginare, attraverso lo sguardo di nomi significativi per la scena performativa italiana e internazionale e tante voci emergenti, nuove prospettive di coesistenza tra i corpi e nuove pratiche sociali in cui la differenza venga sostenuta ed esaltata.

Tomasz Kireńczuk © Photo: Marcin Oliva Soto

Affidando alle arti performative un ruolo chiave nel dialogo con la realtà sociale e politica contemporanea, la rassegna, che per dieci giorni trasformerà il borgo medievale di Santarcangelo in Romagna in una “città-festa, città-festival”, vuole essere uno spazio di riflessione su un mondo sempre più diviso e in conflitto, esplorando la ritualità dell’incontro da prospettive culturali molto diverse istituendo pratiche in i corpi, nell’atto performativo, creano uno spazio comune.

Il programma di Santarcangelo Festival 2024, la cui versione completa sarà disponibile dal 29 maggio, presenta una ricca varietà di talenti internazionali e proposte artistiche interdisciplinari che si intrecciano con l’attivismo politico e le sfide globali del contemporaneo. Ciò che accomuna la ricerca artistica dei protagonisti e delle protagoniste di questa edizione è la riflessione sul confine tra le arti performative e i cambiamenti sociali e l’utilizzo degli strumenti del teatro, della danza, dell’installazione e dell’intervento artistico per prendere posizioni politiche.

Dalila Belaza © Photo: Luca Ianelli

Accanto a grandi nomi della performing art come Dalila Belaza (Francia), Rébecca Chaillon (Mauritius – Francia) e Michelle Moura (Brasile), che affrontano attraverso la coreografia temi che spaziano dalla ritualità delle danze al dialogo tra corpo e politica, troviamo l’artista belga Lisa Vereertbrugghen, che conduce la sua ricerca tra suono e danza techno hardcore e che presenterà la performance while we are here, da cui il titolo di questa edizione .

Lisa Vereertbrugghen © Photo: Bea Borgers

Le molteplici influenze culturali, dal circo alla danza classica passando per l’estetica queer, emergono nelle opere di artisti come Catol Teixeira (Brasile – Svizzera), Lukas Karvelis (Svizzera) e Nina Khyzhna (Ucraina), che esplorano il corpo come strumento di espressione e resistenza. Dall’attivismo politico emergono figure come Agniete Lisickinaite (Lituania) Agata Siniarska (Polonia), Bruno Freire, Davi Pontes e Wallace Ferreira (Brasile), che sfidano le strutture coloniali e razziali.

Tra i nomi italiani, Valentina Medda con The Last Lamentation, Claudia Castellucci, tra le artiste più riconosciute all’estero nella sperimentazione teatrale italiana e cofondatrice di Societas Raffaello Sanzio, Stefania Tansini, premio UBU 2022 nella categoria “miglior performer under 35”  e il duo Panzetti / Ticconi, impegnati in una ricerca che unisce poesia e gesto rituale.

Panzetti/Ticconi © Photo: Valerio Figuccio

Grazie al lavoro collettivo del network In Ex(ile) Lab il festival presenterà al pubblico lo sguardo da una posizione di esilio e lontananza forzata dalla propria terra di artisti come Francisco Thiago Cavalcanti (Brasile-Portogallo), Irkalla (Iraq – Francia), Eisa Baddour (Cipro) che condividono le loro esperienze politiche e sociali attraverso performance e letture.

Inoltre, prosegue il progetto FONDO, che supporta la creatività emergente con opere di Vashish Soobah ed Elena Rivoltini, incentrate rispettivamente sulla memoria e la migrazione, e sulla relazione tra voce e corpo, oltre agli esiti dei laboratori Let’s Revolution! / Teatro Patalò e non-scuola del Teatro delle Albe, svolti con i ragazzi delle scuole medie e superiori di Santarcangelo.

Il Santarcangelo Festival 2024 si propone quindi come uno spazio multiculturale di incontro e di scambio, dove l’esperienza performativa diventa un’opportunità per guardare diversamente alla realtà che ci circonda, nel desiderio e nella convinzione, con le parole del curatore, «Che questo essere insieme, che sfugge alla logica della vita quotidiana, abbia un enorme potenziale. Vogliamo chiederci cosa ci succede “mentre siamo qui”».

«Mentre siamo qui ci sono circa 180 conflitti armati in corso. Mentre siamo qui una persona su sei vive in un’area di conflitto attivo. Mentre siamo qui in molti paesi del mondo l’aborto è vietato e l’omosessualità è punita con la morte. Mentre siamo qui i rifugiati muoiono in mare, sulle montagne e nei boschi. Mentre siamo qui, l’economia predatrice continua a speculare sull’ambiente e sui paesi più poveri, aumentando il divario economico della popolazione».

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