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Fabrizio Villa
Fotogiornalista, da oltre trent’anni anni intreccia con il suo lavoro testimonianze di eventi legati al disagio sociale, immigrazione, guerra con storie d’attualità, fenomeni naturali, ritratti di protagonisti del nostro tempo.
Giornalista professionista dal 2002, con i suoi scatti ha documentato la morte e la distruzione della Bosnia, l’Intifada in Cisgiordania, i disastrosi terremoti della Turchia, le eruzioni dell’Etna, il lavoro degli ultimi carbonai calabresi, la dignità ferita dei nuovi poveri, la difficile condizione dei detenuti di religione islamica negli istituti di pena italiani ma anche la quotidianità di chi ha scelto di vivere nell’isolamento e nel silenzio seguendo una vocazione spirituale nei conventi di clausura.
Nel 2004 l’Unione Stampa Cattolica italiana gli assegna il primo premio per una fotografia pubblicata sul «Corriere della Sera», icona drammatica dell’immigrazione clandestina in Sicilia, fenomeno che ha documentato a lungo e da vari punti di vista raccontando gli sbarchi a Lampedusa e in altri luoghi critici della Sicilia, le condizioni di vita nei centri di accoglienza, ma anche seguendo le operazioni di soccorso sulle navi della Marina militare.
Nel 2011 vince il Premio internazionale di giornalismo Maria Grazia Cutuli.
Le sue immagini sono state pubblicate su quotidiani e periodici internazionali come «Corriere della Sera», «Repubblica», «Panorama», «Famiglia Cristiana», «Sport Week», «Sette», «il Venerdì di Repubblica», «Vanity Fair», «Der Spiegel», «The Times», «Paris Match». Ha collaborato con agenzie internazionali come l’Associated Press, la France Presse e l’agenzia Contrasto. Rappresentato da Getty Images, collabora con «La Lettura», supplemento culturale del «Corriere della Sera», dove tiene una rubrica di fotografia.
È specializzato in fotografia aerea.
Molti suoi reportage sono diventati mostre.