exibart.artworld accoglie questo febbraio con sei notizie che vi faranno fare il giro del mondo dell’arte. Fra le nomination ai Golden Globe, una guida di Palmira e le community su Tiktok, vi invitiamo alla lettura.
- Con due mesi di ritardo abbiamo finalmente scoperto le nomination ufficiali per i Golden Globe di quest’anno. Visti i tempi che cambiano, le scelte non sembrano all’altezza delle aspettative e i-D magazine ne parla descrivendo il 2020 come uno degli anni più caotici nel mondo cinematografico.
- Voliamo in Libano con ARAB News, che riporta la storia di Zeid El-Amine, giovane gallerista che ha lanciato uno spazio artistico a Beirut in memoria di suo padre. Nasce così Août Gallery.
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- Vi segnaliamo anche una guida a Palmira, rilasciata da Getty, per scoprire la meravigliosa storia di questo sito archeologico. Anticamente nodo commerciale e multiculturale, nonchè una delle più importanti città della Siria. Disponibile sia in inglese che in arabo.
La guida Getty comprende anche immagini di Palmira e della sua storia. Courtesy Getty. - Artsy segnala un nuovo documentario, Black Art: In the Absence of Light, in uscita il 9 febbraio per HBO. Il documentario esamina le diversità delle tradizioni artistiche afro-americane e include interviste con accademici di alto profilo come David Driskell.
- Uno dei quadri della collezione privata di Angelina Jolie sarà all’asta il 1 marzo da Christie’s. L’opera in questione è Tower of The Koutoubia Mosque (1943) di Winston Churchill. Il famoso statista inglese, infatti, amava dipingere e questo è stato l’unico quadro portato a termine durante la Seconda Guerra Mondiale. La storia è incredibile e Artnet ne parla con dovizia di particolari.
Sir Winston Churchill, Tower of the Koutoubia Mosque (1943). Courtesy Christie’s. - Tiktok come luogo dove si può essere davvero sè stessi. Perfino per chi di mestiere deve raggiungere la perfezione a ogni costo. Il New York Times riflette su questo tema dedicando un articolo alla community di ballerini che si è formata sull’ormai celebre piattaforma social. Molti danzatori infatti, fermi a causa del COVID-19, riflettono sui problemi del mondo della danza, dai disturbi alimentari fino a temi come l’omofobia e la misoginia.
