Come ogni fine settimana, facciamo il punto sulle notizie dal mondo dell’arte degli ultimi giorni. Questa la selezione di articoli internazionali di exibart.artworld, tra mostre in antiche case d’artista e dal forte impatto politico, fino all’attualità del mondo del cinema.
Questa settimana è uscito nelle sale italiane il film di Greta Gerwig, Piccole donne. Tra i protagonisti della pellicola c’è Thimotée Chalamet, che interpreta il giovane Laurie, vicino di casa delle giovani ragazze. Già noto per la sua interpretazione in Call me by your name, è di questi giorni la notizia che l’attore interpreterà Bob Dylan in un film dedicato alla vita del cantautore. Il titolo sarà Going Electric, diretto da James Mangold. Pare inoltre che Dylan stesso stia partecipando alla realizzazione.
Dopo quasi duecento anni di lontananza, i dipinti di William Turner tornano nella loro originaria dimora. Questo lo scopo della mostra eccezionale che ha inaugurato venerdì a Londra, a Sandycombe Lodge, l’antica casa dell’artista, costruita con un suo progetto. Restaurata soltanto negli ultimi anni, la casa ora accoglie cinque dipinti di Turner, in prestito dalla Tate: stupendi paesaggi con il Tamigi gran protagonista, che l’artista poteva ammirare semplicemente affacciandosi dalla finestra.
A proposito di mostre, ha inaugurato in questi giorni a New York la prima parte di una mostra dall’esplicito valore politico. Abortion is Normalconta personalità artistiche di primissimo piano, quali Barbara Kruger, Cindy Sherman e Nan Goldin, chiamate a riflettere sul tema dell’aborto e sui diritti riproduttivi. Tutte le opere sono in vendita, per raccogliere fondi per i democratici – nell’anno delle elezioni – e per programmi educativi intorno ai temi dell’esibizione. Non è la prima volta che in America l’arte si fa strumento politico, all’indomani delle leggi in Alabama che rendono illegale l’aborto. Vi avevamo già parlato, per esempio, di un’altra importante mostra, Love in a Mist.
Natale è passato da un pezzo, ma il Met ancora scarta preziosi regali: più di 700 immagini, che promettono di “riscrivere la storia della fotografia americana”, secondo il curatore del museo, Jeff Rosenheim. Addirittura? Il nutrito gruppo di immagini risale agli anni tra il 1840 e il 1910, quindi gli albori della fotografia, che venne ufficialmente inventata nel 1839, da Louis Mandé Daguerre. La collezione è stata donata da Philip e Jennifer Maritz, fiduciari della famosa collezione di William Schaeffer, ed è in mostra nell’ambito delle attività per il 150mo anniversario del Metropolitan.
Un gruppo di studiosi ha ritrovato un dipinto murale che potrebbe essere attribuito al grande Maestro Albrecht Dürer. La scoperta è avvenuta nel gift shop della Cattedrale d Santo Stefano di Vienna quindi, come spesso capita in casi simili, l’opera era sotto gli occhi di tutti. Ma ricoperta da uno strato di polveri talmente spesso da averlo nascosto alla vista per anni. Secondo il parere di un esperto, il dipinto potrebbe risalire al 1505 e raffigura un trittico con al centro il patrono dell’Austria, San Leopoldo, con le sante Caterina e Margherita, a sinistra e a destra. L’opinione più accreditata è che Dürer abbia realizzato i disegni per le due sante ma non abbia finito il dipinto.
Sulle pareti della maggior parte degli edifici universitari degli Stati Uniti sono esposti ritratti di old white men: decani, donors, mecenati, personaggi illustri ed ex studenti, rigorosamente anziani e, soprattutto, bianchi. Ma a Princeton, l’artista Mario Moore ha deciso di rendere omaggio anche alle altre persone, principalmente afroamericani, che con il loro lavoro quotidiano, tanto prezioso quanto silenzioso, permettono il regolare svolgimento di tutte le attività, dai cuochi agli addetti alle pulizie, fino alle guardie di sicurezza.
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