La domenica perfetta: sveglia rimandata, colazione con calma, e le ultime notizie dal mondo dell’arte. Siccome è impossibile recuperare tutti i giornali in un colpo solo, ci pensiamo noi con la rubrica del fine settimana. Qui trovate sei notizie tratte dalle testate internazionali, per non perdere nessuna novità.
Avete seguito l’affare Philip Guston? La Tate e altri musei hanno preferito rimandare una sua mostra in cantiere, per paura di una ricezione sbagliata di temi razziali e politici. Ne parlavamo qui. Artforum riporta che centinaia di personalità del mondo dell’arte hanno firmato una lettera per invocare le istituzioni di tornare sui propri passi, e aprire la mostra dell’artista. Tra coloro che hanno aderito all’iniziativa: Matthew Barney, Coco Fusco, Adrian Piper, Shirin Neshat.
Per una mostra che non inaugura, ce n’è un’altra che ieri ha spalancato le sue porte alla National Gallery. La tanto attesa esposizione dedicata ad Artemisia Gentileschi sta già riscuotendo un enorme successo di critica, e promette di essere il primo tassello verso un ripensamento dei canoni della storia dell’arte. Per farvi un’idea della portata della mostra, potete iniziare con questa recensione del Guardian.
Damien Hirst cavalca l’onda della nostalgia, curando una mostra dedicata alla sua attività degli anni Novanta. “End of a Century” ripercorre le tappe più importanti della sua produzione artistica con le opere ancora di sua proprietà. Rivedremo così squali in formaldeide, mobiletti stipati di farmaci e gli intramontabili dots.Qui l’articolo di Artnet in merito.
A proposito di grandi nomi della storia dell’arte: parliamo di Albrecht Dürer. Basta cliccare su questa pagina realizzata dal New York Times, per esplorare in maniera interattiva uno dei suoi più grandi capolavori. L’opera è uno dei primi autoritratti d’artista della storia dell’arte. Praticamente un selfie di 600 anni fa, tutto da scoprire dal proprio smartphone con immagini in alta qualità, zoom e didascalie puntuali.
Sono bellissimi questi progetti interattivi. Un articolo simile è questo reportage fotografico del Guardian. Nel tentativo di tornare a una normalità post lockdown, in Cina i negozi riaprono e le strade tornano a popolarsi. Nell’articolo sono presentate foto di alcuni punti strategici di Pechino: un centro commerciale, l’aereoporto, strade del centro. Basta scorrere con il cursore per vedere lo stesso punto fotografato a marzo di quest’anno, completamente deserto, e ripopolato a settembre. L’effetto è straniante, ma estremamente suggestivo.
Un articolo del Burlington Magazine rivela la scoperta incredibile di un giovane studente. I primi oli che conserviamo di Edvard Hopper non sono originali scorci immortalati dal pittore dalla sua casa d’infanzia, come abbiamo sempre creduto. Si tratta invece di copie di dipinti illustrati all’interno di un periodico rivolto a pittori amatoriali. Hopper ricopiava quadri degli altri per imparare a dipingere, e questi grandi capolavori ne sono il risultato. Potete leggere l’articolo in pdf qui.
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